16 aprile 2007

La battaglia dello Juventus club Montecitorio

«Giù le mani dalla Juventus».
Il senatore Giorgio Bornacin (An), genovese che da diversi anni ha trasferito la sua residenza a Sanremo, scende in campo per difendere la squadra del cuore, di nuovo nella bufera per le vicende di Calciopoli. E’ componente del direttivo e tesoriere del club che raggruppa i parlamentari di fede bianconera.

«Ormai abbiamo superato la soglia dei 150 - spiega -, compresi quelli rimasti iscritti dalla precedente legislatura, come Nerio Nesi. Perché la Juve è una fede, che diventa più forte in queste circostanze. Se necessario, infatti, metteremo in atto le iniziative anche più clamorose per tutelare quello che è indiscutibilmente un patrimonio del calcio italiano. Ci faremo sentire in Parlamento e se non dovesse bastare andremo pure a manifestare davanti alle sedi della giustizia sportiva. La Juventus ha già pagato duramente, e da sola, con la retrocessione in serie B, i punti di penalizzazione e la revoca di due scudetti. Sanzioni che hanno comportato danni enormi alla società. Adesso è arrivato il momento di dire basta».

Il parlamentare ligure, che è segretario della commissione Industria del Senato, è un fiume in piena. Difende la Vecchia Signora e attacca le rivali storiche:
«Ho già presentato interrogazioni parlamentari su Calciopoli e lo rifarò. Perché, ad esempio, non è possibile che dalle intercettazioni non venga mai fuori una sola telefonata relativa all’Inter, i cui dirigenti sono di fatto speculari a quelli della Telecom. Se Moggi telefonava con le schede svizzere vorrei sapere quali erano quelle utilizzate da loro. E se è vero, come leggo, che non sarebbero a posto i bilanci della stagione 2004-2005, allora mi chiedo cosa si aspetti a intervenire, pur tenendo conto dei tempi lunghi che può avere in questi casi la giustizia sportiva.
Mentre la Juve ha pagato un prezzo altissimo, ci sono squadre come il Milan, coinvolte nelle inchieste esplose lo scorso anno, che ora disputano addirittura la semifinale di Champions League. Non solo: già fanno sapere di avere intenzione di avviare iniziative per verificare la possibilità di ottenere l’assegnazione dello scudetto 2005. Ai rossoneri dico: poveri avvoltoi, dovrebbero solo stare zitti e godersi la Champions».

Bornacin ha un sospetto che lo tormenta. Che è poi lo stesso che in queste ore sta attraversando i pensieri del popolo juventino:
«Ho l’impressione che sia tornato alla carica chi voleva distruggerci nella prima ondata di Calciopoli, visto che stiamo tornando in serie A e con qualche ambizione, dopo aver affrontato con dignità la punizione della serie B. Evidentemente cominciamo a fare di nuovo paura, e allora magari c’è qualcuno che pensa di ridurre la Juventus a una sorta di supermercato del pallone, dove acquisire facilmente i giocatori. Ed a prezzi stracciati. Tipo paghi due e prendi tre. Abbiamo già vissuto questo clima un anno fa. E stranamente queste indagini rispuntano nel momento in cui l’impegno della società e dei suoi azionisti ha riportato nuova linfa alla squadra. E pensare che tutto si basa su intercettazioni della cui attendibilità c’è molto da dubitare, dopo le recenti inchieste sulla Telecom. Se la Juve è stata condannata per turbativa diffusa del campionato 2004-2005, partita più o partita meno, ora non può più essere giudicata per la stessa stagione. Sarebbe assurdo. I vertici societari sono stati completamente rinnovati, a differenza di altri club: li invitiamo a difendere con immediatezza e durezza la squadra ed i suoi tifosi. Conosco bene il presidente Cobolli Gigli e approvo la condotta tenuta finora, a cominciare dalla rinuncia del ricorso al Tar contro la sentenza che ha condannato la Juventus. Ma questa volta, se necessario, dovrà usare tutte le armi possibili per difenderci».

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