27 settembre 2006

MATRIX

Ospite del programma di Matrix, l’ex direttore generale della Juventus, Luciano Moggi, ha attaccato l’ex commissario straordinario Figc Guido Rossi: "È venuto dalla case madre; quale? Milano, Inter, Telecom, Moratti, Rossi e Tronchetti Provera: sono tutti soci delle stesse cose; io burattinaio? Di burattinai ce n’erano tanti". L’affondo di Moggi su Guido Rossi è stato pesante ed articolato e si è concluso con un "ha (Guido Rossi ndr) fatto quello che doveva fare ed è tornato alla casa madre. Una sorta di ‘viene, fa e va’…".

E poi al programma di Canale 5 condotto da Enrico Mentana ha aggiunto: "Sono una persona per bene che ha fatto solo il suo lavoro. Avrei avuto piacere di avere il ministro Melandri vicino a me dopo aver letto il suo appello accorato al giornale Tuttosport (disse: "Bisogna zittire Moggi", ndr) ho sentito la sua rabbia urlata, ma mi conceda di poter parlare e di potermi difendere. Il vero processo sarà comunque quello che si terrà davanti alla magistratura ordinaria, dove mi verrà data la possibilità di difendermi".Moggi recita anche la parte di Cassandra del calcio italiano: "Sei mesi fa ho detto alcune cose sullo spionaggio industriale e sulle intercettazioni in tempi non sospetti.
Ora è venuta fuori la cosa in tutta la sua gravità. La Juve è stata colpita in un momento di debolezza dopo la morte di Gianni e Umberto Agnelli, altrimenti queste cose non sarebbero mai successe".

In un servizio si rende nota una telefonata del 3 dicembre 2004 nella quale Moggi viene intercettato mentre parla con una donna. Successivamente si squillare un altro telefono e la voce di Moggi che dice: "A me quello che serve di Fiorentina-Bologna è di farli avanzare nelle ammonizioni".

Secondo l’ipotesi avanzata dal cronista, dall’altra parte della cornetta avrebbe potuto esserci Massimo De Santis, un dato che confuterebbe la tesi di Moggi secondo la quale il dirigente bianconero non avrebbe mai avuto rapporti né con gli arbitri né tanto meno con De Santis. Al rientro in studio Moggi però smentisce tutto: "De Santis meno lo vedevo e meglio era, anche a dimostrazione del gol annullato in Supercoppa" (il riferimento è alla rete annullata a Trezeguet nella sfida Juventus-Inter 0-1, valida per l’assegnazione della Supercoppa 2005, ndr). Moggi ricorda la tanto discussa partita Juventus-Inter del 1998, quando l’1-0, determinato da un rigore assegnato ai bianconeri poco dopo che un netto intervento in area sul nerazzurro Ronaldo non era stato punito da Ceccarini, consegnò in pratica alla Juventus lo scudetto: "Voglio dire solo che se giocava Recoba (il cui nome era legato alla vicenda di ‘Passaportopoli’, ndr) quella era una partita finita prima ancora di cominciare. Il rigore di Ronaldo? Io sono come Boskov: rigore è quando arbitro fischia". Sulla Gea: "La Gea non c’è più e non capisco perché coloro che vi lavoravano ora non possono piu` esercitare la propria professione. Non ho mai visto in faccia chi mi proponeva un giocatore e personalmente non ho mai trattato con mio figlio direttamente" (il figlio di Moggi faceva parte della Gea, ndr).E poi ancora: "Non so a chi si riferisse chi ha chiamato l’’operazione ladroni’, forse a chi l’ha scritta".

Sulla scheda telefonica regalata a Bergamo: "Non c’entra nulla, anche perché la telefonata incriminata è venuta dal telefono di casa. Il problema delle schede anonime è venuto fuori quando ho capito che dopo cinque minuti tutti sapevano quello che facevo, e allora ho dovuto prendere la mie precauzioni. Ai designatori telefonavano tutti, e il calcio non è solo Moggi".

10 settembre 2006

I GIORNI DELL'ABBANDONO

È finita, ora è finita davvero.

È finita come mezza Italia si augurava.
È finita con la Juve in Serie B, senza due scudetti e fuori dall’Europa fino a data da destinarsi. È finita con l’Inter Campione d’Italia e il nuovo fulcro del potere calcistico ben assestato sull’asse Inter-Roma.

La politica ha avuto il suo ruolo. L’ha avuto nel nominare un DS a guida della federcalcio: un ex-cda dell’Inter a Commissario Straordinario della FIGC. Un signore che ha gestito lo straordinario come fosse ordinario e l’ordinario come fosse straordinario, ivi comprese le nomine di due nuovi C.T. (Nazionale A e Under 21).

L’ha avuto con le continue e striscianti intrusioni della Ministra Giovannona Coscialunga Melandri (quella della quale l’Avvocato Giovanni Agnelli si trovò a dire: “Giovanna Melandri? Mi sembra una segretaria. Ma non la mia, quella di un altro") che prontamente telefona a Jaki Elkann per ringraziarlo della compiuta missione.

L’ha avuto col sottosegretario alla giustizia Lolli che pressoché quotidianamente suggeriva: ai giudici del TAR, quale sarebbe dovuto essere il verdetto in caso di giudizio, e ai “direttori” della Juventus che la giustizia sportiva è più figa, più giusta, più colorata e più meravigliosa di tutte e che se non ricorri al TAR vinci anche un tatuaggio con lo stemma della Ggiuve, tipo quelli delle patatine San Carlo, da metterti al polso.

È finita con Antonio Matarrese che scendendo dalla Macchina del Tempo inventata dal "Doc" di Ritorno al Futuro si issa a presidente della Lega Calcio e con Rossella Sensi vicepresidente della stessa Lega a confermare che il conflitto di interessi ora non esiste più.
È finita col Dott. Cobollito Gigli (quello noto per aver lasciato la Fabbri con un buco da quattrocento milioni di vecchie lire) che fa marcia indietro e quasi chiede scusa per aver starnutito con troppo fragore.


E’ finita con una Juve che vende tutti e non compra nessuno; che vuole investire sui giovani e prende un 27enne francese di scarsa fama, un portiere 28enne da serie C, per giunta in prestito e il talentino bulgaro Valery Bojinov con una formula contrattuale degna del Manuale Cencelli. È finita con Massimo Moratti che vince lo scudetto Honoris Causa e con i tifosi nerazzurri che scoprono che ogni tre passaporti taroccati c’è un tricolore in omaggio. È finita con la Gazzenda dello Sport che continua a chiamare Moggiopoli, invece che Calciopoli, un presunto scandalo che ha visto coinvolti presidente e vice-presidente federale, presidente di Lega, due designatori arbitrali e svariate ex-giacchette nere (attualmente giacchette Conto Arancio), due Ministri della Repubblica e qualche giornalista assortito.

È finita con Carraro multato, Galliani rimbrottato, Della Valle sdegnato, Moratti a lucidarsi il suo scudetto di cartapesta, Mancini che vince la seconda Supercoppa Italiana consecutiva grazie a favori arbitrali.

È finita con Totti che “nun c’a voja de Nazionale fino al 2007”, e ci ritorna solo se si gioca di martedì, non piove e gli danno il the al limone della sua marca preferita e una baby sitter per il figlioletto Christian pagata dalla Federazione Italiana Giocattolo Calcio. È finita con gli ultrà della Juventus che organizzano torpedoni vista mare per Rimini, invece che protestare bloccando la Milano – Torino e saccheggiando gli autogrill di birra e Camogli (Gigli), o impedire che il CDA galeotto si svolga (come avrebbero fatto in qualsiasi altra città italiana). È finita con la più grande occasione mancata del calcio italiano (e mi fermo al calcio). L’occasione di fare piazza pulita veramente, se e dove ce ne fosse stato bisogno, e ripartire in maniera credibile. L’occasione di dare ai tifosi un calcio in cui credere, sentenze anche dure, ma equanimi.

Una Lega forte guidata da un manager vero, autorevole, perché no anche autoritario, ma capace, credibile, visionario. Un Federcalcio che faccia da timone per le leghe, da istituzione per i giovani, da faro per i praticanti.
È finita con Luca Cordero di Montezuma a trattare sottobanco con Guido Rossi e a battere il record mondiale di danni arrecati: due volte la Vecchia Signora è rimasta fuori dall'Europa, due volte ci ha messo il suo zampino.


È finita con John Elkann che annuncia la nascita di un nuovo juventino e con tutta l’Italia bianconera che fa gli scongiuri e si augura che il neo-nato stia per tutta la vita il più lontano possibile da C.so Galieo Ferraris. È finita con “Tom Ponzi Moratti” che si vanta di aver fatto pedinare per un anno intero l’arbitro De Santis, e con noi a chiederci se lo faceva per gelosia o per fiducia mal riposta. È finita che siamo di nuovo in Italia, che ancora una volta paga uno per tutti. Hanno pagato Lazio e Milan negli anni ’80, Napoli e Fiorentina quando tutti giocavano a Monopoli con i bilanci, il Genoa di Preziosi per aver fatto quello che fanno tutti da sempre: aggiustare le ultime partite di campionato e ora paga la Juve per non aver commesso il fatto. Perché come dice Sandulli presidente della Corte Federale che ha spedito la Juventus in Serie B: “non c'era nessun illecito sportivo”, ma solo “un sistema, anche se fatto solo di contatti atipici e anche goliardici, quasi da caserma, che sarebbe stato opportuno non ci fossero”.

È finita col campionato 2005/06 definito dagli organi federali regolare, regolarmente assegnato a un Inter tritatutto che in due anni ha vinto 2 Coppe Italia, 2 Supercoppe di Lega e uno scudetto senza praticamente mai festeggiare. Finisce com’era iniziata insomma: col Barbatrucco.


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08 settembre 2006

APPUNTI DI POST

Nel Vermont si passeggia per strada nudi
DAL FORUM DI VIRGILIO

CHE STORIA .

CMQ , A PRESCINDERE , MI CHIEDEVO CHE TEMPERATURA C'E' STA IN QUESTO POSTO .

VABBE' CHE PUR SE FOSSE BASSA LI SI ALZEREBBE . . .
LA TEMPERATURA

biagio