31 luglio 2007

MA SIAMO RINCOGLIONITI? NOI SIAMO LA JUVE

Mi sembra che parecchi tifosi che si dichiarano Juventini,non abbiano nemmeno sentore di cosa vuol dire, IUVENTUS F.C.: L'ultimo chiaro e lampante esempio l'abbiamo avuto oggi per la formazione del campionato. Il Dott:Cobolli nonche' liquidatore Gigli,accanto al dirigente responsabile dell'inter tutto ossequioso e pomposo,forse lieto di aver distrutto la squadra piu' forte del mondo(su mandato dei soliti noti) ed aver rinforzato la squadra piu' acerrima nemica da sempre.

Inoltre continuano a gettare fango e sterco sulla nostra squadra,in particolare dai giornalisti di Mediaset ed in particolare dal TG5,di cui il giornalista che ha fatto il serivizio,non ha mai smesso di cercare di mettere alla berlina,la nostra Societa'.

Ad ogni incontro importante il fenomeno giornalaio pennivendolo ripeteva: Inter-Juventus dopo la severa punizione di calciopoli............,Juventus-Milan,dopo la punizione derivante dall'effetto calciopoli........... e cosi' via dicendo.

Ora mi domando,se una societa',e badate bene questa Societa' e' la JUVENTUS (se qualcuno non e' convinto, come mi sembra, si rilegga per bene la sua storia) deve ancora subire queste nefandezze,ma i dirigenti cosa stanno a fare? Non ho ancora sentito una parola in difesa ho una presa di posizione affinche' ci venga portato il rispetto che meritiamo. Cari Elkann e corissimo Cogliobolli e in prima fila la faccia di bronzo del Monte Zuma,perche' gli imbrogli,le menzogne,la corruzione e quanto altro,vengono da un'altra parrocchia che tutti sanno l'indirizzo preciso,la dove si coprono reati penali continuati e insabbiati.

La giustizia ordinaria condanna le truffe e le falsificazioni con la interdizione dai pubblici Uffici,la giustizia sportiva,premia con scudetti.Voi state composti e simpatici ma proni e a 90 gradi,vedrete che la JUVENTUS sara' sistemata un'altra volta.

Ma non importa,questa volta non faranno tanta fatica con la formazione che ci ritroviamo e gli acquisti di giocatori strapagati per quello che valgono,mentre i nostri bravi giovani e non, vengono messi in liquidazione,forse per ricordare a Cobollo il vecchio mestiere.Gli acquisti fatti? Nessuno vale oltre i 6Ml,aveva ragione il saggio Bartali "Gli e' tutto da rifare" Jaquinta piu' di 10Ml,ma fatemi il piacere,ci rivedremo quando sara' cambiata la proprieta',questa situazione mi sa tanto di MAIFREDI.

Un grande,grande augurio a tutti quelli che fanno il tifo per Cogliobolli gigli e la sua compagnia,signori preparate i fazzoletti......

P.S.
Mi sa tanto che vogliono eliminare tutti quelli che hanno fatto parte della cerchia di M&G,compresi i giocatori da loro acquistati,perche' a questo punto,per mettere una toppa alc...e che toppa,basterebbe Cannavaro,ma purtroppo puzza di Moggi.
Salute a tutti.

by
BIG KEFFUY

25 luglio 2007

NO COMMENT - PERò QUESTA è davvero tosta

Calciopoli o Farsopoli? Una ricostruzione di Dominio Bianconero

Questa è una ricostruzione della vicenda che, anziché attingere dalla versione propinata in tutte le salse dagli organi di informazione di regime (capitanati dalla Gazzetta dello Sport), prende forma da quello che è il materiale che ho selezionato insieme ad appassionati amici negli ultimi mesi. Un materiale che non necessariamente è cartaceo ma che spesso è frutto di confidenze, sfoghi, rivelazioni riservate di personaggi vicini a dirigenti attuali e del passato; ma anche degli umori della gente, dei tifosi più veri, quelli che hanno pagato con la moneta più pesante, e cioè la loro passione. Una continua ricerca di indizi, conferme, segnali, che ha caratterizzato a volte anche in maniera ossessionante gli ultimi mesi della vita del nostro staff.

Forse quella che abbiamo ricostruito non sarà la verità perfetta, ma gli si avvicina. E’ certamente più attendibile della menzogna con la quale hanno esiliato la Juventus in serie B. Abbiamo provato a ricostruire la vicenda perché ci siamo accorti che molti, moltissimi tifosi della Vecchia Signora, che per vari motivi non hanno potuto accedere a tali informazioni, hanno formato la loro opinione solo sulla base di un giornalismo becero ed antijuventino.

PROLOGO C’era una volta la FIAT….. o meglio c’è la FIAT.

Nel senso che attualmente la nostra gloriosa industria automobilistica sta vivendo nuovamente un periodo brillante, frutto di una decisa sterzata in termini di politica commerciale e di management. Questa rinascita sa quasi di miracolo perché fino a pochi mesi fa la FIAT era una azienda talmente in crisi che si parlava chiaramente nella migliore delle ipotesi di vendita se non addirittura di portare i libri in tribunale. Le Banche, spinte dal governo Berlusconi, erano state costrette a sostenere ancora una volta i conti del Lingotto con una operazione di finanziamento particolare chiamata prestito convertendo; in pratica, giunto alla scadenza nell’autunno del 2005 , questo prestito avrebbe, di fatto, consegnato la FIAT nelle mani delle banche, estromettendo gli Agnelli, capitanati da John Elkann e riducendoli a soci di minoranza. Le stesse banche avrebbero poi provveduto a liquidare le attività rivenienti attraverso un bello spezzatino.

Nello spezzatino, si noti bene, era compresa anche la Juventus. Non direttamente, in quanto controllata da IFIL, ma coinvolta comunque, in quanto, successivamente ad una ipotetica uscita di scena degli Agnelli dalla Fiat, sarebbero stati messi a dura prova i delicati equilibri che ancora oggi uniscono i vari rami della discendenza per il controllo dell’Impero Fiat. In vista di questa possibilità si paventava l’ipotesi che Giraudo, su preciso input di Andrea Agnelli stesse organizzando una cordata per rilevare la Juventus, acquistando le quote di proprietà IFIL con la collaborazione di alcuni importanti partner sia sportivi che finanziari. Ovviamente Andrea sarebbe stato il Presidente, Moggi il Direttore Generale. Allo studio c’era un faraonico piano industriale che probabilmente avrebbe fatto della Juventus la squadra numero uno al mondo per molti anni.Lo stesso scenario viene ampiamente descritto da Antonio Giraudo in una illuminante intervista concessa a Repubblica il primo aprile 2006, circa un mese prima dello scoppio di Calciopoli, e che riportiamo qui di seguito per far capire fino in fondo il progetto che aveva in mente quest’uomo per la Juventus.

TORINO -

Giraudo parla, e intanto scrive.
E mentre scrive disegna. Traccia mappe, sviluppa diagrammi, incrocia segni e parole su un grande bloc-notes quadrettato. Più che altro cerchia e sottolinea. Il futuro, forse.
Dottor Giraudo, lei resterà davvero alla Juventus?
«È il mio sogno. Vogliamo farla diventare il più importante club del mondo, secondo un preciso modello industriale e sportivo che non ha eguali nel calcio. Solo in Formula uno esiste qualcosa di simile, alla Ferrari».
Il suo contratto scadrà il 30 ottobre: a parole, la famiglia Agnelli l'ha già confermata. Però i matrimoni si fanno in due.
«Vorrei chiarire una cosa importante. In questi mesi si è scritto, letto e detto di tutto, per esempio che vorrei fare dei mestieri diversi. È chiaro che quando esistono scadenze contrattuali, dall'esterno c'è sempre chi può offrire grandi opportunità, è una legge di mercato. Ma il mio sogno è restare ancora molti anni alla Juventus, sulla base dei ragionamenti iniziati dodici anni fa con l'avvocato Agnelli e col dottor Umberto»Cosa prevedevano quei ragionamenti?«Che la Juventus diventasse la prima società-azienda del mondo. Cominciammo a parlarne durante le vacanze di Natale del 1993. Dall'Avvocato e dal dottor Umberto traspariva sempre una grande passione per il calcio e per la Juventus, di cui erano tifosissimi»Ritiene che i vari passaggi siano stati compiuti?«Due su tre. Ora manca l'ultimo, il più importante, su cui vorrei continuare a lavorare»Parliamo dei primi due«All'inizio cominciammo con l'intervento su costi e conti, di pari passo con l'obiettivo sportivo. Poi ci siamo mossi per consolidare la societàJuventus, attraverso operazioni che ci hanno portato alla quotazione in Borsa e allo stadio di proprietà oltre alla realizzazione di un centro sportivo d’avanguardia che inaugureremo presto. I lavori per lo stadio-gioiello cominceranno alla fine del campionato. Queste sono iniziative che resteranno, in grado di produrre anche ricavi diversi da quelli tipici delle squadre di calcio»Arriviamo alla terza fase: quella, pare di capire, dalla quale dipende anche la sua permanenza alla Juventus«Bisogna prepararla velocemente. Io lo chiamo il “modello Ferrari”, perché è quello cui ci ispiriamo. Ovvero una grande industria che produce utili per una parte sportiva di assoluta eccellenza. La stessa cosa dovrebbe accadere alla Juventus. Era, lo ripeto, il pensiero di Giovanni e Umberto Agnelli»La Juventus, oggi, rispetto a quel modello cos’è?«Esiste solo la seconda parte, quella sportiva. Manca la prima, industriale. Cioè la componente che porterebbe ricavi aggiuntivi attraverso investimenti mirati» Se abbiamo capito bene, una Juventus che agisce e produce anche fuori dal calcio?«Una Juventus che possa operare in settori come l'intrattenimento, oppure l'alberghiero mediante l'acquisto di una catena di hotel. O magari nel campo immobiliare, o in quello dei media attraverso un gruppo editoriale. Qualcosa di simile al gruppo "L'Espresso", visto che ne sto parlando con "la Repubblica". Perché no?»Cosa chiede l'amministratore delegato agli azionisti?«Chiedo di investire risorse importanti per creare una società più forte, strutturalmente solida a livello patrimoniale ed economico»Dopo l'ultimo Consiglio d'amministrazione, il dottor Gabetti che è presidente dell'Ifil, cioè la finanziaria della famiglia Agnelli che controlla la Juventus, ha annunciato che il piano industriale sarà ambizioso ma non faraonico. Non le pare già una risposta parzialmente negativa alle sue richieste?«Penso che la portata del piano e degli investimenti sia conseguente al risultato che si vuole ottenere. Non chiediamo soldi per coprire perdite o per acquistare qualche altro giocatore, ma per creare un modello formidabile che nel calcio non esiste, e che ci permetterebbe di colmare il gap attuale tra una società come la nostra e altre grandi realtà europee, come ad esempio il Chelsea e il Real Madrid»Quali le ricadute dal punto di vista sportivo?«Vogliamo creare risorse permanenti che permettano alla Juventus non solo di finanziarsi al suo interno nel tempo, grazie al formidabile marchio commerciale che rappresenta, ma di avere una squadra sempre più forte e di livello mondiale»Ritiene che questo sarebbe sufficiente per essere i più competitivi al mondo, e com'è ovvio in Italia?«No, penso che non basterebbe. Perché quando si è risolto il problema patrimoniale ed economico, occorre acquisire più peso politico a livello di media. Per la Juventus, oggi non è così. Alcuni tra i nostri avversari dispongono di emittenti televisive e gruppi editoriali, e questo conta molto»Crede che i proprietari di questi gruppi editoriali diano indicazioni precise ai loro dipendenti per favorire le loro squadre?«Non penso che si arrivi a tanto. Ma non escludo che alcuni servi sciocchi si spingano oltre, più realisti del re. Può succedere, anzi succede»Dottor Giraudo, e se fossero altri dirigenti a concludere il suo progetto, o comunque a godere i frutti del lavoro già svolto?«L'interesse della Juventus e dei suoi tifosi viene prima di tutto. Certo, il nostro sogno non può che essere quello di vedere realizzate le cose che abbiamo progettato, e gestirle in prima persona. Mi spiacerebbe molto non proseguire la terza fase del programma»Crede che i giovani della famiglia Agnelli abbiano la stessa passione dell'Avvocato e del dottor Umberto? Convinceranno la famiglia a investire nuove risorse nella Juventus?«Me lo auguro, anzi ne sono sicuro. Spero che ci sia in loro lo stesso amore. La presenza fisica dell'ingegner John Elkann e di Andrea Agnelli all'ultimo Consiglio di amministrazione è stata significativa, così come quella del dottor Gabetti. Allo stesso modo è da interpretare la cooptazione in Consiglio del dottor Sant'Albano, nuovo amministratore delegato Ifil: un segnale importante»Ma il tifo dei giovani Agnelli?«Tifo e passione saranno da verificare nel tempo, però sono la premessa per tutto il resto»Quando e come preparerete questo famoso progetto industriale?«Dovremo vederci a scadenza almeno settimanale. Sottolineo che si tratta di un piano da far nascere insieme, Ifil e management bianconero, condiviso dalla famiglia Agnelli, per identificare le tipologie di investimenti da condividere»La proprietà della Juventus non mette in dubbio che lei, Moggi e Bettega possiate restare al comando. Ottimismo eccessivo?«La fiducia fa molto piacere. Voglio esprimere gratitudine per le tante opportunità che mi sono state offerte in questi anni, il resto lo vedremo»Davvero Silvio Berlusconi le ha offerto un incarico importante?«Con il dottor Berlusconi ho da sempre ottimi rapporti, e lui non ha mai mancato di mostrare apprezzamenti verso il nostro lavoro. Fu estremamente sportivo quando ci prestò Abbiati. Anche se lui ha sempre pensato che avrei continuato a lavorare per la Juventus, ha voluto incontrarmi e dirmi, in sostanza: “La stimo, sono sicuro che resterà a Torino ma qualora cambiassero le condizioni, sappia che noi possiamo far nascere insieme delle opportunità”»E lei cos'ha risposto?«Beh, in questi casi si ringrazia e si vede quel che succede»Esiste la concreta possibilità che lei si occupi dei nuovi stadi per l'Europeo 2012?«Il mio sogno è continuare a lavorare a tempo pieno per la Juventus»Lo stadio rifatto porterà finalmente i torinesi alla partita?«Senz'altro sì. Non mi sento di incolpare i tifosi per le gradinate semivuote: oltre metà del pubblico arriva da fuori, per lo più dalla Lombardia, e la Torino-Milano è impraticabile; le nuove norme per la sicurezza hanno creato restrizioni che possono scoraggiare; molte gare della Juve si disputano in notturna, ed è un sacrificio se la mattina dopo si va a lavorare. Inoltre, le statistiche dimostrano che gli italiani spendono il 5,5% in meno per spettacoli e divertimenti. Noi abbiamo cercato di premiare gli abbonati: mi spiace che si sia tanto parlato delle curve a 50 euro contro Inter e Milan, e pochissimo degli abbonamenti a un euro per le donne e i bambini»C'è il rischio che la Juve perda Capello?«Non esiste. Il progetto è che rimanga con noi fino al 2009Campionato quasi vinto, Coppa quasi persa«Al tempo. A Londra abbiamo creato i presupposti per una grande impresa a Torino. Voglio elogiare questo gruppo, probabilmente il migliore dei nostri dodici anni: grandi campioni e ragazzi di carattere. Hanno fatto non bene ma benissimo, sono in testa da settanta partite, questo spiega chi è il più forte»La Coppa, invece, continua a essere una sofferenza: perché?«Si tratta di un torneo dove i rischi sono maggiori. L'anno scorso ha vinto il Liverpool, quest'anno va forte l'Arsenal che in campionato ha 28 punti in meno del Chelsea già eliminato»A quanto ammontano i mancati ricavi per chi esce nei quarti?«Se vinci la Coppa, incassi circa 15 milioni di euro che diventano 10 per il secondo posto. La semifinale vale circa 5 milioni di euro»Nel prossimo mercato venderete qualche pezzo pregiato?«Non esistono esigenze di bilancio in tal senso. Ogni scelta servirà solo a rafforzare la Juventus. La proprietà ci ha dato indicazione di muoverci come se il progetto industriale esistesse già, ed è pronto un primo intervento finanziario. Le mosse iniziali sono state gli ingaggi di Marchionni e Cristiano Zanetti»Dunque lavorate come se foste sicuri di rimanere«Per altri dodici anni, come ha detto il dottor Gabetti. La Triade e Capello per la Juve più forte del mondo. Speriamo»Cosa chiedete al nuovo governo?«La priorità sono gli stadi, oggi totalmente inadeguati. Servono mutui agevolati per le ristrutturazioni, non necessariamente private, com'è accaduto in Inghilterra, in Portogallo per gli Europei 2004 e in Germania per i mondiali 2006. L'Europeo 2012. È l'occasione giusta per creare tanti posti di lavoro, una grande opera di economia diretta e indiretta»Uno juventino di ieri, Michel Platini, se l'è presa con il G 14 di cui fate parte sulla questione degli indennizzi per i nazionali. Ha qualcosa da rispondere?«Intanto, oggi la convocazione in nazionale conviene solo al giocatore e non al club. In caso di infortuni, le assicurazioni non coprono il pagamento degli stipendi, tuttavia non bisogna fare muro contro muro, non bisogna essere troppo rigidi. Da parte dei club serve forse più intelligenza, ma all'amico Michel suggerisco di essere meno demagogico e meno populista»

Questo era lo scenario.
Ma ecco il colpo di scena.

Gli Elkann sempre a quanto riportato dai giornali dell’epoca, riescono a neutralizzare il golpe orchestrato dalle banche attraverso una ardita operazione finanziaria, chiamata Equity swap, che di fatto consentirà loro di mantenere il controllo della FIAT. A questo punto partono i regolamenti di conti tra cui anche quello sulla Juventus.Ma non doveva finire così. I patti non erano questi. Quando alla fine del 1993 l’avv.Gianni Agnelli accettò l’aiuto di Mediobanca e di Cuccia per risollevare le sorti della FIAT, piombata in una delle crisi più gravi della sua storia, dovette accettare un compromesso che pochi conoscono. Per far fronte alla pesante situazione finanziaria dell’Azienda fu varato un maxi aumento di capitale e fu imposto l’ingresso nel capitale di nuovi soci “importanti” tra cui Deutsche Bank e Generali. Ma non solo. Il vero prezzo che l’Avvocato dovette pagare fu la promessa di non lasciare la Presidenza del gruppo al fratello Umberto, e quindi di rimanere in sella insieme a Romiti. Questo passaggio di consegne era già stato stabilito all’interno della famiglia, ma il veto imposto da Cuccia, che non era mai stato in buoni rapporti con Umberto, costrinsero L’Avvocato ed il Dottore a un compromesso che prevedeva per quest’ultimo “solamente” il ponte di comando della IFIL, la società che di fatto è la cassaforte dell’Impero FIAT. A margine di questo accordo, che segnò una “svolta epocale” nei rapporti tra i due fratelli, l’Avvocato accettò, come parziale risarcimento per Umberto, che quest’ultimo prendesse anche le redini della Juventus, che a quel tempo viveva il crepuscolo della gestione bonipertiana. Di fatto i due fratelli stabilirono che tutte le decisioni inerenti la gestione del giocattolo di famiglia fossero prese in maniera indipendente dal dottor Umberto. Erano altri tempi. I due fratelli avevano una stoffa diversa dagli avventurieri della finanza moderna. Bastava la parola per definire un’intesa. E così fu. Il primo passo del Dottore, come tutti sappiamo, fu quello di trasformare la squadra che viveva ancora nel romanticismo post-Platiniano, in una Azienda modello, dove ogni cosa fosse pianificata ed organizzata per grandi obiettivi. Arrivano così Giraudo per l’area amministrativa, Moggi per quella sportiva e Bettega alla vicepresidenza. Per 12 anni questa struttura rimane immutata e costituisce probabilmente il team di dirigenti più preparati del calcio moderno.Nelle migliori famiglie, è risaputo, ci possono essere però diversità di vedute e disaccordi. Anche Gianni e Umberto pur rispettandosi, come fratellanza impone, ogni tanto erano in disaccordo. Gianni era affezionato al business dell’auto, Umberto invece preferiva la diversificazione in altri settori. Morti i due patriarchi le fazioni si sarebbero schierate nel modo seguente: da un lato i fratelli Elkann, Montezemolo e i tutori Gabetti e Grande Stevens; dall’altra gli Umbertiani con a capo Allegra ,vedova di Umberto con il figlio Andrea Agnelli e ovviamente Giraudo che era uno dei manager più vicini ad Umberto. In questo scenario verrà più volte segnalata dalle nostre fonti l’assoluta antipatia di Montezemolo per Giraudo il quale, pur con tutti i suoi difetti caratteriali e il classico musone da piemontese, era ed è un manager con i fiocchi, uno dei migliori della scuderia Agnelli. Anche Lapo Elkann più volte aveva rivolto giudizi abbastanza pepati sulla Triade, accusandola di sorridere poco e inaugurando di fatto l’era della “simpatia” che avrà poi in Cobolli Gigli il più accanito sostenitore ed interprete. LA GENESI DI CALCIOPOLI Nonostante lo sventato golpe delle Banche, il piano di Andrea Agnelli e Giraudo va avanti lo stesso. Il titolo Juventus in Borsa comincia a salire senza motivazioni. Qualcuno rastrella le azioni sul mercato. La transazione, in gergo finanziario definita Management Buyout, si dovrebbe a questo punto fare lo stesso ma con abiti ovviamente un po’ più ostili. Essa consiste in un passaggio delle quote di controllo dagli azionisti di maggioranza ai manager stessi dell’azienda. Ovviamente sulla base di un corrispettivo economico tale da invogliare i vecchi azionisti a cedere le proprie quote. Siamo a inizio 2006, la squadra è in testa al campionato e senza rivali. Nel corso di un Consiglio di Amministrazione quantomeno anomalo, Moggi e Giraudo vengono confermati, ma solo a parole. Giraudo presenta il suo mega piano industriale che prevede ingenti investimenti e di cui si parla nell’intervista sopra esposta. Gabetti lo stoppa subito negando che ci saranno grossi investimenti da parte dell’azionista di riferimento. È il segnale che qualcosa si è rotto e che il pentolone bolle. Nessuno si immagina però cosa sta per succedere. I due dirigenti non possono essere allontanati così facilmente per due motivi. Primo: sarebbe difficile da giustificare alla piazza e ai tifosi. Secondo: i due andrebbero altrove a remare contro e per come sono bravi e furbi sarebbe deleterio. Occorre qualcosa di traumatico in grado di eliminarli definitivamente dalla scena, senza peraltro creare rimpianti nei tifosi e allo stesso tempo giustificare la ridefinizione del famoso patto tra Gianni ed Umberto per la gestione della Juventus, che, come ricordiamo, era di pertinenza degli Umbertiani.. L’eliminazione dalla scena di Moggi e Giraudo però è da tempo l’obiettivo anche di qualcun altro e non a Torino. A Milano infatti i dirigenti dell’Inter sono da tempo convinti che le loro continue delusioni sportive non siano solo frutto di errori di gestione, ma anche di probabili illeciti dei dirigenti della Juventus. Ne sono talmente convinti che arrivano addirittura a sbandierare in tv il fatto che stanno preparando un dossier circostanziato sull’argomento. Si scoprirà poi che Moratti, approfittando del rapporto privilegiato con i vertici Telecom e Pirelli, da sempre sponsor e munifici azionisti della squadra, ha incaricato alcuni personaggi che frequentano la sottile zona d’ombra tra le due aziende e i servizi segreti di effettuare indagini illegali sul mondo del calcio, arrivando persino a fatturare regolarmente le parcelle a queste agenzie investigative. Ad ogni buon conto che qualcosa a Milano sapessero lo si era capito in realtà già a Marzo del 2006 quando in diretta tv Mancini “rivelò” a Moggi che presto avrebbe dovuto rispondere a qualcun altro in un aula di Tribunale. Alcuni addirittura riferiscono di dichiarazioni simili fatte nello spogliatoio della Pinetina, dove agli stralunati giocatori il tecnico e Facchetti avrebbero detto di stare tranquilli perché lo scudetto lo avrebbero vinto loro e che qualcosa stava per accadere. In questo torbido scenario la Procura di Torino, nell’ambito del fantomatico processo per abuso di farmaci aveva commissionato e successivamente archiviato una serie di intercettazioni telefoniche a carico dei dirigenti della Juventus che contenevano alcune conversazioni con personaggi della Federcalcio che vennero ritenute non significative per la giustizia ordinaria e addirittura scagionanti per quella sportiva. Qualche nemico però, la Juventus lo aveva anche a Roma, nelle segrete stanze del potere capitolino, lo stesso potere che aveva consentito nel 1999 l’accordo tra le famose sette sorelle (Juventus, Inter, Milan, Roma, Lazio, Parma, Fiorentina) le quali, tutte con ambizioni da scudetto decisero, nel corso di una cena estiva a casa di Carraro, di costituire un cartello e di nominare il famoso doppio designatore arbitrale, nelle persone di Bergamo e Pairetto. L’accordo in questione fu favorito anche dall’approvazione della famosa legge per la contrattazione individuale dei diritti televisivi, ad opera del governo di centrosinistra, il quale avallò senza battere ciglio un sistema che lo stesso governo, otto anni dopo, sta cercando in tutti i modi di cancellare, riportando nel calcio la contrattazione collettiva. L’equilibrio che scaturì da quegli eventi, favoriti da chi in quel momento governava Coni e Federcalcio e dai loro referenti politici e finanziari, è stato mantenuto fino al maggio del 2006 quando, come si vede, una triplice convergenza di interessi (Famiglia Elkann/Montezemolo – Inter/Moratti – Settori politicizzati della FIGC) ha determinato l’uscita di scena da veri capri espiatori di Luciano Moggi ed Antonio Giraudo, che a quel sistema si erano per così dire adeguati, ma al quale anche le altre sei sorelle costantemente si “abbeveravano”.Il primo segnale che qualcosa stava alterando gli equilibri raggiunti nel 1999 fu una misteriosa interpellanza parlamentare effettuata dal senatore Gigi Malabarba, membro del Comitato di Controllo Parlamentare sui Servizi Segreti (Co.Pa.Co) in data 7 marzo 2006 atto 4-10255 seduta nr. 964 della XV Legislatura. Il senatore in questione chiede spiegazioni in Parlamento circa l’origine di alcuni bonifici di poche migliaia di euro che vengono rintracciati sui conti di alcuni impiegati della FIGC. L’indagine della Magistratura sul mondo del calcio tuttavia aveva preso il via già da qualche mese e non solo dalla Procura di Torino, ma da varie Procure in tutta Italia. In particolare quella di Napoli imbeccata da Franco Dal Cin, vecchio dirigente dell’Udinese, il quale aveva raccontato ai pm dell’esistenza di una combriccola romana della quale avrebbero fatto parte parecchi arbitri, tra cui Massimo De Santis. In seguito a queste indagini e a queste (presunte) rivelazioni vengono disposte centinaia di migliaia di intercettazioni telefoniche a carico di vari personaggi del mondo del calcio, tra cui Moggi e Giraudo. Le intercettazioni, come noto, vengono eseguite utilizzando strutture e tecnologie della Telecom. A questo punto interviene qualcuno o qualcosa. L’attività di intercettazione probabilmente non dà i frutti sperati; pur tuttavia c’è l’esigenza di portare a termine un “lavoretto” per alcuni amici che hanno chiesto di incastrare alcune persone……. Entrano in scena due personaggi particolari, Giovanni Arcangioli ed Attilio Auricchio, due vecchie conoscenze dei servizi segreti, attualmente ufficiali dei Carabinieri addetti alle intercettazioni, ma già in passato accusati di aver manipolato alcune telefonate. I due fanno un piccolo capolavoro. Confezionano due informative per la procura di Napoli dove, insieme alla trascrizione di 40 telefonate (su 100.000 intercettazioni) degli accusati, costruiscono un castello di deduzioni e teoremi che sembrano discorsi da bar sport. Difficile non immaginare nella impaginazione di quelle informative la sapiente mano di qualche giornalista sportivo o di qualche dirigente di squadra di calcio. Alcune dichiarazioni di persone accusate e di altre non coinvolte nel procedimento fanno addirittura pensare che siano state filtrate solo le telefonate “adatte allo scopo da raggiungere”. Altre indiscrezioni parlano di mancati incroci tra telefonate fatte e ricevute dalle singole utenze. Insomma qualcosa di anomalo sta accadendo. Parallelamente una manina fa arrivare i testi di queste intercettazioni alla Gazzetta dello Sport.

EPILOGO

Siamo ormai a maggio del 2006. La Juve vince il suo ventinovesimo scudetto sul campo mentre sui giornali scoppia la bufera. Juventus, Milan, Lazio, Fiorentina ed altre squadre minori vengono accusate di aver creato un sistema di condizionamento del sistema arbitrale mentre addirittura alcuni protagonisti, specialmente Moggi e Giraudo, vengono accusati di “associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva”.

I magistrati si fidano ciecamente di quanto trascritto dai carabinieri di Roma nelle loro informative ed emettono pesanti accuse. Più tardi gli stessi magistrati, leggendo con attenzione la documentazione si accorgono probabilmente di essere stati strumentalizzati per un disegno ben preciso. Si accorgono che quelle informative cosi come sono state confezionate sono assolutamente insufficienti per sostenere le accuse che avevano già colpevolmente emesso nei confronti delle persone coinvolte. Saranno costretti a chiudersi nel più stretto riserbo ed avviare un processo interminabile di riascolto di tutte le telefonate intercettate che, si scoprirà in seguito, contengono molte sorprese.Ma torniamo alla fine del campionato, maggio 2006.

Il prode John Elkann rilascia una dichiarazione che per noi tifosi rimbomba ancora sinistra: «Siamo vicini alla squadra e all’allenatore. Sono state fatte cose riprovevoli. Ripartiremo dai giovani». Moggi a questo punto si dimette e con lui è costretto a fare lo stesso anche Giraudo, insieme a tutto il cda. È curioso far notare che i giornali che più di tutti si accaniscono contro la Juventus e i suoi dirigenti sono proprio quelli della scuderia Rcs in cui gli Agnelli sono soci, ovvero La Gazzetta dello Sport e Il Corriere della Sera e, ovviamente, La Stampa di cui sono addirittura proprietari.In questo modo inizia il processo mediatico, svolto in maggior parte sui giornali. Un processo che parte non dall’accusa ma dalla sentenza: Juve colpevole. In verità, leggendo le intercettazioni pubblicate non si ricava la benché minima prova di eventuali illeciti. Si percepisce piuttosto un mondo sicuramente malato dove ognuno cerca di tirare l’acqua al proprio mulino, spesso senza riuscirci, e soprattutto una generale atmosfera di goliardie e millanterie che lascia trasparire un’inopportuna confidenza tra settori della Federcalcio, dirigenti di squadre di calcio e alcuni arbitri.

Ma nessun illecito. È il via all’estate più incredibile che si potesse immaginare. I tempi purtroppo sono strettissimi: c’è di mezzo il Mondiale e bisogna fare presto. A capo della Figc, ovviamente commissariata, viene chiamato un personaggio che pochi conoscono ma che gli addetti ai lavori ricordano come ex-consigliere di Amministrazione dell’Inter, Guido Rossi.La sua chiamata a Commissario straordinario della Federcalcio avviene attraverso un atto che non verrà mai reso pubblico poiché le modalità con cui viene eletto probabilmente non gli consentirebbero alcune delle decisioni da lui prese successivamente, rendendole illegittime, come ad esempio la riduzione dei gradi di giudizio, la sostituzione dei giudici ed altre norme stabilite ad hoc per la farsa che si va organizzando.Il personaggio è ingombrante, presuntuoso ed odia quanto basta la Juventus per avallare fin da subito le sentenze emesse dai giornali. Innanzitutto si circonda di suoi fedelissimi collaboratori tra cui Nicoletti, già braccio destro di Moratti alla Saras e, successivamente, riduce i gradi di giudizio del processo sportivo da tre a due. Di fatto sostituisce la gran parte del Collegio giudicante mettendo a capo dello stesso un vecchio giudice in pensione di nome Ruperto. Infine “istruisce” i giudici affinché venga fatta giustizia in maniera dura, esemplare e spietata“Dimentica” però di sostituire i giudici che pronunceranno le sentenze di secondo grado che come vedremo saranno completamente capovolte, tranne che per la Juventus.

In realtà non si dimentica affatto ma gli viene impedito dal primo rigurgito di quel sistema che stava cercando di spazzare via. Negli stessi giorni, frattanto, Oriali e l’Inter patteggiavano vergognosamente la condanna penale per la vicenda dei passaporti falsi, accompagnati dal silenzio complice dei mass-media. In questa tempesta, la Juventus e la sua proprietà sembrano immobili. Qualcuno ipotizza che nei primi giorni dello scandalo i vertici juventini siano stati rassicurati circa la permanenza della squadra in serie A, circostanza che, come si vedrà, sarà completamente disattesa dagli atti compiuti dal Commissario Guido Rossi. Dopo lo scioglimento del Consiglio di Amministrazione la reggenza viene affidata a Carlo Sant’Albano, amministratore delegato di Ifil. La dirigenza di fatto non esiste più.

In questo scenario viene nominato, in qualità di legale difensore. l’avv. Cesare Zaccone. Arrivati a questo punto, però, la fuga di notizie e l’attacco frontale effettuato dai mass-media hanno reso la situazione di fatto irrecuperabile. Tutta l’Italia calcistica, fomentata dal suddetto attacco mediatico, ha ormai a furor di popolo condannato le persone che, ad onor del vero, erano ancora solamente indagate, sia per la giustizia sportiva che per quella ordinaria. La Juventus in serie B, il sogno proibito di milioni di tifosi, si materializzava come per incanto. Finalmente anni ed anni di frustrazioni venivano ripagate con una gogna fino a poche settimane prima inimmaginabile. Fonti attendibili riportano in questa fase di un patto tra Grande Stevens e Guido Rossi, durante il quale quest’ultimo viene rassicurato sul fatto che la Juventus avrebbe accettato la serie B, a condizione che anche le altre imputate avessero avuto la stessa pena.Questa circostanza è avvalorata dal fatto che alcuni dei campioni in forza ai bianconeri erano già stati venduti prima delle sentenze sportive. Comunque sia, Guido Rossi accetta l’accordo (o finge di accettarlo?).

Ma, come vedremo, le cose vanno diversamente da come erano state apparecchiate. A fine giugno viene insediato il nuovo Cda, capitanato da tale Giovanni Cobolli Gigli, un manager ricordato soprattutto per le sue imprese da liquidatore di altri asset di casa Agnelli. In quei giorni serviva qualcuno che mettesse la faccia come Presidente del periodo più brutto della storia della Juventus. E, da informazioni assunte al riguardo, pare che nessuno abbia voluto gravarsi dell’ingrato compito, costringendo la proprietà ad accontentarsi di una soluzione di estremo ripiego. Nei prossimi anni Cobolli Gigli sarà ricordato soprattutto per le sue memorabili dichiarazioni che inducono l’interlocutore a sospettare che sappia veramente poco di calcio e che sia capitato per caso sulla scena del delitto.

Invece il processo, istruito da Francesco Saverio Borrelli, ex magistrato di Mani Pulite, sarà ricordato nei secoli come una farsa senza eguali, grazie al suo surreale e brevissimo svolgimento dove si è riuscito a calpestare le più elementari regole di garanzia per gli imputati, a cominciare dal diritto alla difesa.Per accelerare la farsa e renderla “credibile” Guido Rossi manda Borrelli a Napoli dove, previa una telefonata di Nicoletti con cui viene fatta illecita pressione sui Pm della procura, riesce a farsi consegnare le informative dei Carabinieri, che in questa fase dovrebbero essere materiale altamente riservato ma che invece appaiono in stralci su giornali e mass-media. Molti magistrati e giudici avranno successivamente modo di dichiarare che si è trattato di un vero e proprio “aborto giuridico”. Il Procuratore federale Palazzi, imbeccato da Borrelli, chiede pene durissime per tutti, ed in particolare per la Juventus, per la quale si parla di retrocessione in C1. Zaccone, nel corso del brevissimo e farsesco dibattimento, incalzato da Ruperto, dichiara maldestramente che la pena congrua consisterebbe nella B con penalizzazione, cosa che prontamente viene fatta mettere a verbale. La dichiarazione di Zaccone, che suscita stupore e indignazione nei tifosi, figlia diretta degli accordi Rossi-Grande Stevens e viene pronunciata proprio per cercare di rimanere ancorato al carro delle altre imputate per le quali era stata chiesta la B con penalizzazione. La molle difesa di Zaccone viene strumentalizzata dai giornali di regime che, con titoli a tutta pagina,, la fanno passare per un’ ammissione di colpevolezza. La sentenza di primo grado che giunge di lì a poco è delirante nelle motivazioni, riuscendo a trasformare in illeciti conclamati e reiterati (art.6) una somma di episodi di slealtà (art.1) e inventando di sana pianta il reato di “illecito strutturale”. Addirittura devastante la pena comminata che consiste in una serie B con trenta punti di penalizzazione, la revoca di due scudetti ed altre sanzioni accessorie. Cobolli Gigli appare indignato. Nell’ombra probabilmente qualcuno invece è soddisfatto della piega presa dagli eventi. Intanto, in Germania la nostra nazionale diventa Campione del Mondo in una finale con la Francia addirittura surreale. In campo ci sono otto giocatori che militano nella Juventus più altri cinque che vi hanno militato recentemente. In panchina e nello staff tecnico figurano altri quattro juventini di lungo corso tra cui Marcello Lippi. In totale 17 protagonisti dal Dna juventino.La Juventus di Moggi trova così la sua apoteosi nella vittoria del Mondiale, con uno dei principali artefici del successo ormai fuori dal Calcio. In breve tempo la fortissima Juventus allestita da Luciano Moggi viene rapidamente smembrata dal liquidatore Cobolli, il quale ha l’incarico di procedere alla riduzione dei costi a prescindere dal campionato in cui si giocherà, assecondando i desiderio di John Elkann di puntare sui giovani. Ecco quindi che ben otto giocatori vengono venduti in un crescendo rossiniano di menzogne e inganni culminati con la cessione all’Inter di due giocatori del valore di Ibrahimovic e Vieira.

La sentenza di secondo grado, emessa da un tribunale espressione diretta dell’ex presidente Carraro, e quindi organico al vecchio sistema, ribalta la sentenza di primo istanza, attenuando notevolmente le pene di Milan, Fiorentina e Lazio, alle quali viene restituita la serie A con penalizzazione. Incredibilmente i rossoneri ritrovano anche la partecipazione alla Champions League. La Juventus, invece, rimane relegata in serie B con 17 punti di penalizzazione. Leggendo il delirante dispositivo di sentenza si apprende stranamente che “è concettualmente ammissibile l’ottenimento di un vantaggio in classifica pur prescindendo dall’alterazione di una singola gara”. Che cosa e’ successo? Semplicemente è accaduto che la Juventus è stata punita nuovamente dal Tribunale di secondo grado, espressione diretta di Carraro e Berlusconi, proprio per aver fin da subito effettuato la scelta collaborazionista con il nuovo sistema guidato dall’Inter e dalla Roma. Insomma, come si suol dire “cornuti e mazziati”. È chiaro ormai che l’accordo Grande Stevens – Rossi è definitivamente saltato.Nel frattempo gli “onesti” di Moratti, grazie alla compiacenza dell’ultrà Guido Rossi, si vedono assegnare uno scudetto, quello 2005-2006, che non è mai stato oggetto di indagine e che la Juventus ha vinto sul campo con il siderale distacco di 15 punti. Gli Elkann capiscono di essere stati raggirati. In giro l’umore dei tifosi e soprattutto degli azionisti di minoranza, riunitisi nel frattempo in diversi Comitati, è assolutamente nero e con insistenza questi ultimi premono sulla proprietà affinché reagisca a questo scempio.John Elkann, mosso dall’orgoglio, ordina a Cobolli di fare la voce grossa nel corso della Conciliazione al Coni, non ottenendo ovviamente esito positivo. Successivamente, decide di preparare un ricorso al Tar del Lazio che, carte alla mano, definire un “capolavoro giuridico” è riduttivo. Preciso, circostanziato, e soprattutto nelle cifre, spietato. Tutto sembra deciso, si va al Tar.

Qualcuno a Roma comincia a spaventarsi e a credere che davvero i due fratellini possano andare fino in fondo. Sarebbe una circostanza senza precedenti per il calcio italiano: in caso di accoglimento del ricorso, molto probabile a giudicare dalle dichiarazioni di illustri avvocati amministrativisti, i campionati devono essere sospesi e i processi rifatti. Il governo ed il primo ministro in persona si muovono direttamente con Montezemolo e lo pregano di mettere un freno alla situazione. Non si vuole il caos, il ritardo dei calendari, il malumore delle piazze coinvolte, la delusione della stragrande maggioranza degli italiani convinti che tutto il male sia la Juventus. Ed il primo ministro ha buon gioco nel convincerlo. Sa che lui non può mettersi contro l’establishment perché lui, e ciò che rappresenta, sono parti importanti dello stesso.Siamo a fine agosto.

A Torino si svolge un vertice tra Montezemolo, J, Elkann e Gabetti. I due anziani convincono il giovane di famiglia a deporre le armi. Questo ciò che gli viene detto: “Sappiamo che siamo stati sottoposti ad un giudizio di piazza senza garanzie, però ormai la gente si è formata un opinione e noi non la possiamo cambiare. Pensa a cosa avrebbe fatto tuo nonno in questo caso, non si sarebbe mai mischiato coni vari Gaucci e Preziosi ma avrebbe bevuto fino in fondo l’amaro calice, in osservanza alla sua storia, alla fedeltà all’ordine costituito e a tutto ciò che la Fiat è stata, ha rappresentato e vuole ancora rappresentare. Anche da un punto di vista economico, dopo le cessioni, la riduzione del monte ingaggi, la conferma degli sponsor, la rinuncia alla Champions League non c’è grande differenza tra i due scenari. Perciò, per le responsabilità che abbiamo e per le aziende che rappresentiamo dobbiamo ingoiare il boccone e scendere a patti con le autorità sportive”. Il giorno stesso viene istruito di conseguenza il povero Cobolli Gigli.È il 31 agosto 2006.

La Juventus, la sua centenaria storia di successi e la passione dei suoi tifosi vengono calpestati senza pietà, in cambio della riduzione di qualche punto di penalizzazione in serie B (sancito nel successivo Arbitrato) e, probabilmente, di un provvedimento sulla rottamazione auto nella Finanziaria 2006. Gli stessi giocatori e l’allenatore Deschamps rimangono sbigottiti dal comportamento del Cda che, in un Consiglio dalla durata biblica, stabilisce la definitiva rinuncia al Tar. È un dato di fatto, questo, che fa ritenere attendibile la circostanza che i giocatori e il tecnico fossero stati rassicurati sul fatto che sarebbero state percorse, purtroppo tardivamente, tutte le strade per cercare di riottenere la serie A. Lo strappo del 31 agosto tra squadra e società è una ferita che ancora oggi nelle dichiarazioni dei giocatori si percepisce quanto sia stata dolorosa, soprattutto per quelli che avevano accettato di rimanere a Torino.

A questo punto non è più possibile tornare indietro. La squadra è costretta a subire la gogna dei campi della serie B e i tifosi invece sono costretti a subire le farneticanti dichiarazioni di Cobolli Gigli sulla sica della cosiddetta operazione simpatia. È tutto finito? Quanti e quali capitoli potranno essere ancora scritti su questa dolorosa vicenda? La sensazione che si percepisce tra le stesse fonti che ci hanno permesso di elaborare questa ricostruzione è che qualcosa bolle ancora in pentola. Qualcuno, nel frattempo, aspetta sulla sponda del fiume…

http://www.ju29ro.com/articoli/Calciopoli_o_Farsopoli__Una_ricostruzione.html

22 luglio 2007

Le palle di moratto

22.07.2007 (ore 21,00)
L'uomo nero attacca Moratti

http://www.carlonesti.it/index.php?method=zoom_articolo&id=3877

Quando l’Uomo nero decide di parlare, dispiegando pensieri e riflessioni mai banali, come un toro oltraggiato alla vista dell’odiato rosso porpora, è difficile porre un limite al suo incedere. Conscio dell’importanza di comunicare ciò di cui è a conoscenza, pur ritratto nel vincolo dell’anonimato, nel mezzo di un’estate così umida da far temere un agosto ancor più ingombrante, questa volta l’Uomo nero ha conferito un tono assai gravoso alle esternazioni offerte su Massimo Moratti. Ribadendo un paio di concetti che, adombrati nel tempo, senza un intervento tanto irruente quanto dettagliato in ogni sua forma, sarebbero stati fagocitati dal caso delle intercettazioni telefoniche…


Domanda –
Gentile Uomo nero, l’ultima intervista da lei rilasciata su Mancini, ha suscitato non poche polemiche. Le quali, non sembrano volersi arrestare.

Risposta –
Sono tutte cose vere, quelle che ho detto. Tanto da essere ammesse dai diretti interessati. Il problema, è un altro. Oramai, la regola dell’impunità sembra farla da padrona. E poi, mi scusi, la sostanza di queste interviste, risponde perfettamente ad una esigenza. Quella di informare su particolari che non emergono. Sono interviste che hanno il dono di diffondere un pensiero, sulla base di dati concreti.

Domanda –
Se continuiamo su questa strada, però, l'Uomo nero non so per quanto tempo potrà continuare ad esprimere i propri pensieri.

Risposta –
Di cosa si preoccupa? L’obiettivo è quello di dire la verità. E se ha subito delle pressioni, vuol dire che ciò che dico è vero. Ed è proprio la verità a rendere liberi. Senza informazione, ogni società sarebbe serva di un padrone. Lo diceva anche Hegel, manifestando il bisogno di un compromesso da raggiungere. Non può esistere padrone senza che un servo obbedisca a degli ordini. Ma, nel contempo, non potrà mai esistere schiavo che non accetti un padrone con il dono del suo comando. Occorre equilibrio, e per sopravvivere, il vincolo dell’anonimato può valere la libertà di informare. Dicessi chi sono, questo padrone potrebbe non volermi più. Ma grazie all'anonimato, il padrone non sa chi io sia, e quindi sono in grado di raccontare tutto ciò di cui sono a conoscenza.

Domanda –
Continuo a mostrare la mia perplessità in merito all’anonimato. Perché, parafrasando ciò che lei dice, dichiarando la sua identità diverrebbe un padrone anche lei. Non trova?

Risposta –
Chi le dice che non lo sia adesso un padrone? O che non lo sia stato? E poi, adesso posso permettermi ciò che ho sempre desiderato. Continuare a lavorare, dicendo ciò che so. E le dico di più, quasi mi sento in dovere di ringraziarla.

Domanda –
Cosa più le ha dato fastidio di “calciopoli”?

Risposta –
Il fatto che si voglia infangare una società come la Juventus. La Triade, anzi, Moggi e Giraudo hanno sbagliato. E Bettega ha fatto il solo errore di non cercare di modificare atteggiamenti che se presi in tempo, sarebbero stati ridimensionati. Ma nelle riunioni, Bettega era sempre dietro al gatto ed alla volpe. A Moggi ed a Giraudo. Ma credo che le ultime vicende dimostrino che se una banda di dieci persone decide di assaltare, per necessità di sopravvivere, un supermercato, non possono essere arrestate solo due persone, accusandole di ogni male. Insomma, se tutti fanno degli errori, non può pagare un’intera società. E poi, da un punto di vista strettamente tecnico, la Juventus diretta da Moggi e Giurando, non ha mai commesso errori. Fatta eccezione per i casi di Henry e Maresca. Anche quando venivano tesserati giocatori non straordinari, come ad esempio Dimas, la Juventus vinceva sempre. Tornando alla sua domanda, non riesco a capire come una società che patteggia una pena si dica onesta.

Domanda –
Ho già capito dove vuole arrivare, e se vuole già salutare i lettori, io ripongo il registratore e le auguro buone vacanze, perché queste interviste verranno sospese.

Risposta –
Non sia tragico, e non abbia paura. Sta parlando con me, non con l’ultimo degli arrivati. E queste cose, posso dirle. Può una società che parla di scudetto degli onesti, far giocare per ben nove mesi un giocatore, ovvero Recoba, come comunitario grazie ad un passaporto falso? Da Milano nessuno deve permettersi di dire il contrario, perché l’Inter in sede penale patteggiò sei mesi di reclusione per il giocatore, con una multa ingente a carico della società. Recoba ed Oriali vennero anche squalificati dalla giustizia sportiva. E questo autorizza Moratti a dire che negli anni passati la Juventus si era comportata male? Non scherziamo, perché la gente è intelligente. Una recente ricerca dell'Adiconsum, sa cosa ha rivelato? Che in questa stagione, senza la Juventus, gli errori arbitrali hanno alterato centocinquantasette gare. Ma nessuno ha aperto un fascicolo per indagare sui dirigente delle prime formazioni della classifica, ovvero Inter, Milan e Roma. E le dico un’altra cosa. E’ pronto?

Domanda –
Continui pure, io sto già chiudendo le valigie.

Risposta –
La smetta di fare l’ironico, e mi ascolti. Ogni volta che la Juventus va a Milano in trasferta si alzano i cori davanti al pullman, e sa cosa devono sentire i giocatori? La parola drogati. I giocatori, sono uomini. Capirà bene, il loro stato d’animo in quei casi. Quattro anni fa, Kallon fu trovato positivo ai controlli antidoping per due sostanze. Non ricordo bene la tipologia, di queste sostanze.

Domanda –
Le vengo in soccorso. Si trattava di norandrosterone e noretiocolanolone. E la squalifica fu di sei mesi.

Risposta –
Esatto. Bene, Kallon fu squalificato per ben otto mesi. Poi ridotti a sei dopo il ricorso. E mi sembra diversa, la cosa. Allora, perchè la Juventus, dopo aver sopportato un processo estenuante, è stata ed è ancora etichettata con appellativi di basso livello, e l’Inter no? E lasci stare cosa le ha detto, come ho letto nel suo libro, Zeman in merito a questa faccenda. Me lo deve dire, qualcuno. Me lo dica Moratti. Ed aspetto una risposta seria da parte del presidente dell'Inter. Perché poteva redarguire pubblicamente i giocatori, quel giorno nello spogliatoio. Quando la sola cosa che sapevano gridare era noi vinciamo non rubando. Fare giocare un calciatore con un passaporto falso per nove mesi non mi sembra un esempio di eleganza. Ed il patteggiamento è sempre stato ripudiato dagli onesti, da chi non teme niente. E non mi fermo qui, secondo lei perché abbiamo perso gli Europei del 2012?

Domanda –
Faccia pure, continui.

Risposta –
Per la figura che abbiamo fatto agli occhi dell’Europa con il caso di calciopoli. Con uno Stato forte, tutto sarebbe rientrato in poco tempo. Mentre al governo c’era chi spingeva per una radicale pulizia, ingrossando a dismisura un problema che è oggi presente anche in altri paesi. Pulizia che non è stata fatta. Ma che nel momento di insediamento di un nuovo governo, era un perfetto specchietto per le allodole. Puniamo tutti e tutto, siamo un paese nuovo. E la Meandri non deve piangere, come ha fatto, quando le viene comunicato che gli Europei andranno all’Ucraina. E le ricordo che i vertici federali, avrebbero voluto la testa di Lippi, di Cannavaro e di Buffon.

Domanda -
Ovvero degli eroi del Mondiale, insieme a Gattuso e Materazzi. Non crede?

Risposta -
Esatto. Abbiamo perso un’occasione straordinaria per risanare l’economia di una Nazione. E le faccio questo discorso perché la Juventus ha nuovamente pagato. Con gli Europei in Italia, il nuovo stadio sarebbe stato realizzato in tempo brevi. Ed a costi irrisori grazie a vari finanziamenti. Ora, le città del sud, più di quelle del nord, piangono proprio per questo. E’ una cosa sconvolgente.

Domanda –
Gentile Uomo nero, se ci sarà una prossima volta, considerando il tenore dell’ultima intervista, di cosa vorrà parlare?

Risposta –
Ci sarà, non si preoccupi. Per tirarle su il morale, le rispondo con la solita frase. Io non decido nulla, racconto solo ciò di cui sono a conoscenza.

21 luglio 2007

Appunti di POST

Amici carissimi,
FEDERICO PIRRO - BARI


Amici carissimi,possiamo fare un primo parziale bilancio di questo inizio di stagione ? Direi di sì.Positivo ? Direi di sì. La permanenza dei nostri campioni, alcuni buoni acquisti, la sottoscrizione dell'aumento del capitale sociale, il clima complessivo intorno alla squadra: sono tutti elementi che inducono a ben sperare.Certo, poi sarà il campo a dirci sino in fondo il valore autentico della squadra, ma pur condividendo le prudenze di Ranieri, non mi sembra onestamente che questa Juventus sia più debole della Roma e della Lazio.

Credo invece che noi, Inter e Milan possiamo giocarci la partita dello scudetto. La Roma lo scorso anno vi ricordate come si imballò ad un certo punto del campionato ?

Comunque vedremo.

Ma c'è un altro elemento sul quale volevo attrarre la vostra attenzione.

Il Presidente Cobolli Gigli nel forum con i tifosi della Stampa ha detto che gli scudetti della Juventus sono 29.

Bene, è quello che pensiamo tutti noi che abbiamo letto e studiato le sentenze della giustizia sportiva.

Pertanto anche il Presidente - finalmente starei per dire - lascerebbe intendere allora che la punizione ai danni della società sia stata grave e ingiustificata. L'Ing.John Elkann nell'intervista sul Corriere aveva detto qualcosa di diverso, ma pur essendo uno dei proprietari della società, non ne è amministratore.

Allora il suo Presidente dichiara che gli scudetti vinti regolarmente sono 29.
Pertanto, per essere coerenti con le sue affermazioni, la società dovrebbe compiere in ogni sede tutti i passi che le consentano di riavere i titoli che le sono stati sottratti. O no ? Che pensate voi al riguardo ?

Ma c'è dell'altro. Se gli scudetti regolarmente vinti sono 29, nel prossimo campionato - ai sensi delle normative vigenti sull'ordine pubblico negli stadi - non potranno essere tollerati striscioni e cori contro i "ladri della Juve".

Se ciò accadesse, gli arbitri dovrebbero sospendere immediatamente le partite e far rimuovere gli striscioni.

Si rendono conto allora in società - sino in fondo - di cosa significhi affermare che gli scudetti vinti sono 29 ? O pensano di poter fare con disinvoltura e leggerezza queste affermazioni, così come lo scorso anno annunciarono e prepararono il ricorso al TAR e poi lo ritirarono ?

Per noi tifosi della Juve la ferita dello scorso anno è ancora apertissima, pendono ricorsi in sede europea contro le sentenze sportive presentati da associazioni di piccoli azionisti e non ci arrenderemo al crimine sportivo che è stato commesso contro la società, sin quando non avremo ottenuto giustizia. Se ne facciano tutti una ragione.

Nessuno si illuda che i pur attesi goal di Iaquinta e Tiago - o di Trezeguet e Palladino - ci faranno dimenticare la tragica estate del 2006 ovvero della barbarie talebana contro di noi.

Ed ha ragione Del Piero. Le partite contro l'Inter degli onesti - ed io aggiungerei il Milan di Meani - richiederanno non la polizia in assetto antisommossa in campo e fuori, ma il dispiegamento del battaglione San Marco in assetto di guerra e con armamento pesante per dividere le tifoserie.

Il mio non è un incitamento alla violenza, ma solo il timore di quello che potrebbe accadere se gli organi competenti della Giustizia sportiva - alla luce di una formale iniziativa della società - non riaprissero con revisione i processi che ci condannarono e non ci restituissero gli scudetti vinti sul campo regolarmente.

Del resto Presidente Cobolli Gigli, lei lo ha detto: gli scudetti sono 29. Lei è il presidente della società e dell'esercizio della sua carica risponde anche civilmente e penalmente.

Pertanto, li chiediamo o no i nostri regolari scudetti, se affermiamo, come lei ha detto pubblicamente, che quelli vinti sono 29 ?

FORZA JUVE - ONORE DEL CALCIO ITALIANO
by il professore.
BIG

20 luglio 2007

I nostri scudetti sono ventinove


<>
Grazie al CAZZO.
E' un anno che lo diciamo.

Kakì e kakò

11 luglio 2007

big Moggi e i PUPAZZI della zozzetta dello Sporc . . .

dal quotidiano LIBERO
Comincio a pensare che la “Gazzetta” abbia del tutto smarrito il senso del ridicolo e che questo fenomeno dipenda da un controllo – per così dire – “troppo languido” da parte del suo direttore. Con tutto il rispetto, quello “rosa”, mi sembra un esercito inquadrato dove ogni graduato ha l’unico obiettivo di “tirarmela addosso”, anche quando non sarebbe proprio il caso. Il risultato ? Si genera una gran confusione e si scrivono assurdità. Andate a leggere l’articolo del 7 luglio su Calciopoli: il giornalista descrive uno scenario kafkiano con “uomini dell’ufficio indagini di guardia all’Ata Quark”, che sarebbero schizzati in direzione centro per una perlustrazione all’Hilton alla ricerca del…..sottoscritto. Supposto che quanto scritto sopra sia vero, consiglio agli uomini dell’ufficio indagini di rimanere ben saldi al Quark: lì attualmente proliferano radiati, squalificati e faccendieri vari.
L’articolista di seguito divaga sui suggerimenti che dispenserei a “vecchi e nuovi amici” come se non fosse nel mio pieno diritto parlare con chi voglio. Mi fa specie vedere la rabbia che prende i redattori della rosea quando scoprono che c’è ancora tanta gente che mi stima. Non riescono a sopportarlo e per ripicca danno enorme clamore a qualsiasi cosa si dica contro di me: probabilmente vorrebbero distruggermi anche fisicamente e, quasi sadicamente, portarmi al suicidio.


la competenza , altro che chiacchiere
Rientra questo nei compiti e negli obiettivi di un giornale? Lo chiedo a Verdelli, responsabile di tutto quel che accade nella sua redazione. Al “Candido ma non troppo”, invece, domando: perché ogni tanto non cita fatti che non riguardano il sottoscritto? Ce ne sono così tanti……ad esempio i colloqui intercettati tra Collina e i dirigenti di società ai tempi in cui il fischietto era ancora in attività.
E poi, signor Candido, non prova vergogna ad intervistare Lippi (SportWeek di sabato 7 luglio), dopo aver scritto prima del mondiale che l’ex c.t., Buffon e Cannavaro non dovevano andare in Germania? Mi viene spontaneo rivolgerle con rispetto (data la vistosa differenza di età che c’è tra me e lei) una domanda: come fa a guardarsi allo specchio la mattina? Si ricordi “Non troppo”: alla fine sarò assolto e il mio testimone d’eccezione sarà proprio colui che “sportivamente” (e solo sportivamente per fortuna) mi ha fatto condannare: Guido Rossi. Proprio l’ex commissario della FIGC ha confidato di essere stato messo a capo del Palazzo per far fuori il sottoscritto e Giraudo, salvo poi ammettere che il calcio non è cambiato e “chi comandava 20 anni fa continua a comandare”.

Altro articolista, altro giornale. Mario Sconcerti (“Corriere” di domenica 8 luglio) nel suo pezzo ripete spesso la frase “dopo lo scandalo Moggi”. Vorrei far presente al medesimo (dirigente della Fiorentina nell’anno della dolorosa retrocessione dei viola, ma allora nessuno parlò di “Sconcertopoli”) che assieme al sottoscritto è stata fatta richiesta di rinvio a giudizio per altre 36 persone. C’è l’ex presidente Figc Carraro, ad esempio: nelle sue deposizioni si evidenzia che parlava con me non solo per…. prendermi in giro. Ergo, la mia importanza era pari a zero. E lui era il capo del calcio e parlava (intercettato) contro la Juve e a favore di altri club. Come si fa quindi a chiamarlo “scandalo Moggi”?

Chiudo la rassegna parlando del noto articolista di “Repubblica”, Corrado Zumino. Nell’articolo di lunedì 9 luglio (titolo: “Calciopoli un anno dopo”) il nostro scrive che io, Moggi Luciano, avrei 150 milioni parcheggiati allo Ior, la banca Vaticana. Due considerazioni.
1)
Fino a lunedì neppure sapevo dell’esistenza di tale banca.
2)
Non so nemmeno come sono fatti 150 milioni. In più faccio presente agli interessati di essere stato vivisezionato più volte dalla Guardia di Finanza.

Caro Zunino, farebbe meglio a rifletter prima di scrivere: nascondersi dietro a qualche “vaga rivelazione” di qualche “vago” signore mi sembra quantomeno superficiale. Da questa buffa storia trarrà vantaggio solo la Banca Vaticana per la pubblicità ottenuta. Ma, attenzione: mi dicono che lo Ior non esiste più dai tempi dello scandalo del Banco Ambrosiano. Si parla di circa 15-20 anni fa. Non so se questo corrisponde a verità, ma se così fosse la cosa sarebbe ancor più ridicola o…….forse ancor più seria

09 luglio 2007

Riflessioni del Lunedì =

forum

Pavel sta sbattendo i capelli e i piedi per dei motivi che ancora non ho focalizzato.Cosa gli è stato promesso? Quanto gli è stato promesso? E' ovvio che il semplice ritiro per anzianità non è la risposta più logica, sennò l'avrebbe già fatto senza stracciarci i maroni.Nel marasma confusionario che circonda questa dirigenza, dobbiamo metterci anche l'ultima di Pavel.Non c'è stato un rinnovo indolore, senza crampi a basso ventre, è un susseguirsi di ricatti e piagnistei, gestacci e lamenti.Forse qualcuno ha fatto i ponti d'oro per invogliare i giocatori a restare in serie B e ora, passata la buriana, ci stanno ripensando, non so, vedo uno spettacolo indegno e questo mi basta per trarre le conclusioni.

La chiarezza non è il punto forte dei nuovi splendidi dirigenti.Mentre assistiamo al fastidioso ronzio dei rinnovi, ecco irrompere (forse per sparigliare le carte) la minaccia alcolica Superciùk-Cobollo! Diffida Dentemarcio! Non gli darà più un calciatore, bravo, quelli buoni li hai già dati!Cobollo, dopo i torneini estivi (l'ha detto lui), vuole assistere alle partite vere e non vuole avere vicino Dentone quando la Juve incontrerà i rubazzuri, caspita che uomo! Dentemarcio sta già tremando come una foglia, ma per piacere!Il graffio del Topo Giglio farà tremare le tribune, l'urlo del criceto disintegrerà le vetrate del pirellone, che uomo!Buffon già vede lo scudetto e io consiglio un low profile, i proclami roboanti hanno sempre prodotto tranvate epiche, attention please!Alla fine è successo ciò che temevamo da giorni: è arrivato Andrade (si è innamorato della Juve a prima vista, che tenero bradipone...), ora la difesa non avrà più paura di niente.L'affare Milito è naufragato miseramente, complice l'infortunio di Puyuol e la conclamata bradipia di Sekkiello: aveva scaricato le pile del walkie-talkie e non ha potuto conferire col nasuto AD (il nuovo metodo di comunicazione antispionaggio va messo a punto).

Adesso tutti su Barzagli, Dopo quest'anno, mi sono innamorata delle sue coperture difensive, il Zampa smentisce, ma se gli chiedi come si chiama e facile che smentisca anche l'ufficio anagrafe.Diciamo che i giocatori dei mondiali, salvo poche eccezioni, non hanno brillato, ma ho qualche dubbio sul senese spettinato.Spero vivamente di non leggere i nomi di Boumsong, Lefrattaglie, Tacchinardi, Giannichedda e Zalayeta nella futura rosa juventina, venderli al volo e senza ripensamenti.Ranieri avrà un bel rompicapo: assemblare un gruppo semisconosciuto, in fretta e bene. Non sarà facile e su di lui ricadranno le colpe se l'amalgama non darà buoni risultati.

A proposito di allenatori, stamattina ho letto l'incredibile dichiarazione di Lippi.E' pronto a dire sì al pirmo che lo chiama! Ma come, due mesi fa sembrava di fronte al baratro più oscuro della sua vita, una tragedia familiare senza rimedio e ora, puf, tutto finito?Ha rifiutato la Juve perchè non se la sentiva, i processi del figlio, il dolore, una lacrimevole vicenda, aspettate che prendo un pacco di kleenex, sniff.A parte che i processi vanno avanti anni e vabbè.E adesso? Io penso che Lippi non sia stato convinto dal progetto, troppo insidioso, concreta la probabilità di oscurare il fantastico palmeres; i dirigenti sono nuovi e insicuri (sentimento diffuso), tante iincognite e ha mollato il colpo.Lo capisco, ma avrei preferito un no grazie, avrei preferito lealtà e sincerità dall'allentatore che tutti abbiamo amato e riaccolto (dopo il tradimento interista) a braccia aperte.Si è comportato come Franco Baldini, con la differenza che Lippi è stato nella Juve per molti anni.Ci sono rimasta male e mi auguro sia una bufala giornalistica.Se fosse tutto vero, che lo chiami l'Albinoleffe!

Big MONIKA

NON MOLLIAMO MAI

Per coloro che dicono va be! Abbiano scontato cio' che dovevamo ora siamo pari e ripartiamo da zero,questo e' il piu' grave e grossolano errore che puo' commettere un tifoso Juventino, Qunto piu' tendiamo a dimenticare od affievolire quanto e' stato ingiustamente fatto alla Juve e piu' rafforziamo le tesi di coloro che ci hanno sbeffeggiato,infamato e infangado nel corso di quest'ultimo anno. Non solo rinforziamo le loro tesi,ma stanno gia' rialzando la testa (vedi l'intervista di Verdelli su Hurra' Juventus) sia sulla stampa che in televisione,sono saltati sull'intervista di Elkann come iene e avvoltoi.



Tutto questo perche' c'e' un calo da parte nostra di boicottaggio,BOICOTTAGGIO che ha portato a far uscire allo scoperto in primis Mediaset,poi la rosa spampanata,e gli altri per ora stanno alla finestra. Da circa un anno ho disdetto sky e una volta a settimana ricevo regolarmente una telefonata dalla stessa sky,per riaccendere l'abbonamento,rispondo solo che sono JUVENTINO. L'unica arma ad effetto che abbiamo e' il BICOTTAGGIO,quindi usiamolo. Non cediamo di un millimetro,difendiamo l'onorabilita',la storia ed il blasone della Juventus,la quale e' stata tradita, derubata,vilipesa da un manipolo di faccendieri di invidiosi ,astiosi e perdenti,accompagnati dai media,credendo di fare sfraceli,nella vendita dei loro loschi oprodotti,ricevendo invece una grande lezione di dignita' di forza e di attaccamento ai nostri gloriosi colori.

NON MOLLIAMO MAI.
by Big Keffuy

08 luglio 2007




questo sta fuori oppure ci prende x il culo.
makikazzo lo doveva dire.
Mannaggia alla puttana .

Mannoni, quando l'informazione tifa.

C'è poco da fare. Ci sono tifosi che difficilmente riescono a svestire la maglietta della squadra del cuore e ad essere imparziali, almeno quando conducono una trasmissione su una TV pubblica, come è la RAI.

Maurizio Mannoni è uno di questi e si era già segnalato, nei giorni scorsi, per lo screzio con un tifoso della Juve che gli aveva inviato una normalissima mail dove invitava i media a parlare anche degli scandali delle plusvalenze fittizie.
L'utente/contribuente RAI dice, sul forum j1897.com, che Mannoni gli ha risposto: "Ma chi sei? Come ti permetti di intasare la mia casella di posta?". La mail di Mannoni è pubblica, non è stata "carpita illegalmente".
L'utente, forse, ha creduto allo slogan "Rai, di tutto, di più" ed ha chiesto che parlassero "di tutto", anche delle plusvalenze.Il giorno dopo, su un giornale che viene diffuso gratuitamente in molte città, Mannoni scrive anche questo: "Le cose non cambiano se apro la posta elettronica. Un gruppo consistente di fannulloni (loro sì!) tifosi juventini non trova di meglio per impiegare il tempo che scrivere frasi avvelenate sull’Inter e sulla questione delle “plusvalenze”, del doping amministrativo. Chiedono la serie B o comunque condanne pesanti per la squadra di Moratti. Probabilmente molti che leggono non conoscono l’argomento: l’Inter è chiamata in causa per aver usato dei trucchi amministrativi (valutazioni esagerate di calciatori) per ritoccare il proprio bilancio. Un fatto deprecabile, naturalmente, anche se le cosiddette plusvalenze sono prassi comune nel calcio: tutti le hanno sempre fatte praticamente alla luce del sole. Ma dico: si può accostare questa piccola infezione al cancro di Moggiopoli? Corrompere arbitri, designatori, falsare partite, campionati, tenere in scacco l’intero sistema calcio è uguale ad un ritocco di bilancio? E poi, ancora una volta: ma perché gli juventini continuano a riversare la loro rabbia senza fine sull’Inter?".

Mannoni espone pari pari, usando persino gli stessi termini (infezione e cancro), la tesi apparsa in un editoriale di Cannavò, sulla Gazzetta, pochi giorni prima.Tesi alquanto "tifosa" che porta a definire un reato come il falso in bilancio solo "deprecabile". Eppure Mannoni pensava diversamente sul falso in bilancio ai tempi della depenalizzazione operata dal precedente governo (ho seguito i suoi Primo Piano).Notate: Mannoni, come solo la Gazzetta, chiama lo scandalo del calcio "Moggiopoli".Questa sera, 6 luglio, Mannoni presenta "Primo Piano" con in collegamento Oliviero Beha, ospite abituale quando Mannoni parla di scandali sportivi (in chiusura il cadeau di Mannoni è una citazione del nuovo libro di Beha). Infatti il tema della puntata è lo spionaggio in formula uno, il doping nel ciclismo e lo scandalo di un calcio con i debiti dove, però, si spende troppo per il mercato.

Mannoni inizia l'argomento con il solito "Ad un anno da Moggiopoli....". Stavolta, però, viene ripreso persino da Beha che lo invita "a non parlare di Moggiopoli perchè, altrimenti, sembra che tutto fosse riconducibile a colpe del solo Moggi ed invece non è certamente così, perchè c'era molto di più sotto e si è persa l'occasione per fare una vera riforma".Mannoni, ascolti Beha. Eviti, se le riesce, di usare "Moggiopoli" ed allarghi i suoi orizzonti offrendoci un bel "Primo Piano" incentrato sugli altri scandali presenti nel mondo del calcio. Sarebbe ancora poco, se paragonato alle quattro serate di Primo Piano dedicate a "Calciopoli". Non solo come tifosi juventini, ma anche come contribuenti che con il canone finanziamo almeno 1/5 del suo stipendio, abbiamo diritto a sapere "di tutto, di più".

07 luglio 2007

relax

In riferimento all'operato della società ( colbolli e friends )

Mi girano cosi' tanto che se mi siedo sul bagnasciuga di Viareggio in un 1/4 d'ora sono all'isola d'Elba . . .

Appunti di POST
By Big Keffuy

06 luglio 2007

General hospital

-55 ....
Da goalcom Nocerino accordo raggiunto con l''udinese ,Bene!!!
facciamo un pò la formazione del prossimo anno vi và?
ma tenetevi al tavolo per non cascare


BUFFON( nr 1 al mondo) (29 anni)
ZEBINA (29)
GRY( non pervenuto)(27)
BOUMSONG (si salvi chi può)qui l''età non conta
CRISCITO (21) abbassa la media
MARCHISIO (sono sempre in tempo a venderlo)(21)
SALY ( non pervenuto)(30)
ALMIRON (?)
TREZEGUET ( ha l''ortopedico incorporato di serie)(30)
DEL PIERO (34 anni grandissimo ma ormai più poca autonomia)(34)
TIAGO(?)
(26)
o iaquinta (28)
(palo della guzzini)

panca 12° ???????( non ci serve tanto buffon non si romperà mai)
13° BIRINDELLI(33) (e chi se non lui)
14° ZANETTI (30)(insieme a tiago sono giocatori che viaggiano con la valigetta del pronto soccorso sulla schiena,come i san bernardo con la boraccia)!
5° LEFRATTAGLIE(31) (che Dio ci salvi da lui)
16°ZALAYETA(29) (help me)
17° GIANNICCHEDDA(33) (dai è carino però?!)
18° PALLADINO(23) (bravissimo ma anche lui iè sempr rott)
NEDVED(35)(non si sa)
CAMORANESI (31)(idem)

allenatore Ranieri,che ha cambiato filosofia dopo essere venuto alla juvePrima la sua era "LARGO AI GIOVANI"Ora è "AL LARGO I GIOVANI"

Per fortuna hanno dato via KOVAC e TUDOR,probabilmente perchè lettini in infermeria a vinovo scarseggiavano e quindi, il grande vivaio bianconero(quello che ci ha dato M&G) dov''è?? sparso per tutta la serie A e B con o senza diritto di riscatto,ma complimenti SEKKIELLO!!!!!!!

Tra reparto di geriartria e quello di ortopedia invece che juve si dovrebbe chiamare policlinico dei GEMELLI (come cobolli e gigli). Con questa armata affronteremo la serie A a suon di siringhe antibiotici antiinfiammatori pannoloni flebo e pappagalli un pò per scherzare johon ti odio più di cobolli .

by big STEVE

04 luglio 2007

Appunti di POST

TRIADE
CHARLES BRONSON

Il dibattito fra noi tifosi sulla Triade divide ancora.Molti si affidano a luoghi comuni o a false suggestioni che viziano il giudizio. Ma per giudicare devono essere presi in considerazione solo i fatti. E i fatti dicono:- che i risultati sportivi ottenuti dalla passata gestione sono stati a dir poco eccelsi, sia in casa che in Europa;- che i calciatori che hanno vestito la maglia della Juve hanno vinto palloni d'oro e campionati del mondo;- che durante questi anni la proprietà, occupata con la crisi della Fiat, non ha messo un euro per finanziare la gestione;- che calciopoli, e le sentenze che ne sono seguite, si devono in via esclusiva non già a presunti illeciti commessi (mai provati neppure a livello di indizi), ma solamente ai due fratelli Elkhan che hanno così fatto piazza pulita di manager che si vocifera volevano acquisire la Juve stessa;- che la serie A è stata conquistata solamente grazie a giocatori provenienti dalla passata gestione;- che i giocatori della Juve venduti in estate hanno fatto la fortuna delle rispettive squadre che li hanno acquistati (inter, Real etc).Se questi fatti sono veri, e mi pare cristallino che lo siano, allora traete voi le conclusioni, che a me sembrano semplicissime.Tanto semplici che, per quanto mi riguarda, considererò sempre Lapo e suo fratello come i peggiori traditori della nostra storia e i signori Blanc e Cobolli, oltre che incompetenti, null'altro che tirapiedi pronti solo a mettersi a pigreco mezzi per incassare lo stipendio a fine mese. Ovviamente mi auguro che le prossime stagioni mi smentiscano, perchè vorrebbe dire che avremmo vinto di più di quanto fatto da Bettega, Moggi e Giraudo.

LADRO

Venduti


02 luglio 2007

Plusvalencia


da: barza inter
http://barzainter.blogspot.com/

Appunti di POST

1)
Ora si va alla ricerca di prove e certezze ma lo scorso anno la giustizia sportiva non ha avuto bisogno di prove per condannarci in quanto ci hanno accusato con la motivazione (una delle tante) di “aver alterato la classifica, senza aver alterato i singoli risultati”. Si leggevano motivazioni del tipo:” basta che il giudice abbia sentore che il reato sia stato fatto per procedere con il deferimento”. Ora hanno le prove certificate e non il sentore e non procedono.

2) se il regolamento prevede “l’illecito sportivo” questo perché dovrebbe essere visto in modo diverso? O meglio, se per la Juve accusata (senza prove) di illecito è stata chiesta la serie C, nel momento in cui anche per altre squadre si configura un illecito (sempre illecito è anche l’iscriversi senza requisiti ad un campionato) non si dovrebbe configurare la stessa penalizzazione? Chiedo, nella legge non si tiene conto anche dei precedenti?

3) Ma è così semplice valutare un giocatore 3 milioni quando non può più giocare a calcio per problemi fisici? Questa se certificata è una colossale scemenza! Io sono libero di valutare come voglio ma un minimo di decenza almeno deve essere rispettata.

4) perché dobbiamo accettare le sentenze di calciopoli ed avere ora, con i casi di doping e plusvalenze, un diverso atteggiamento? Usare il buon senso o la semplice logica significherebbe utilizzare lo stesso equo metodo.

Questo non vuole essere un atteggiamento anti-interista o anti-milanista, solo che ora sono loro nel mirino e quindi è logico riferirsi a queste squadre.Ripeto, non una giustizia che condanni senza prove, ma una giustizia che garantisca equità, è veramente chiedere troppo? O è meglio rassegnarsi ed aspettare il prossimo sopruso senza dire una parola?

by big Paola

01 luglio 2007

Boumsong: "Voglio restare a Torino"

Il difensore francese della Juve, Jean-Alain Boumsong, non intende lasciare la Juve. Lo ha detto in un'intervista pubblicata dall'Equipe. "La prossima stagione voglio restare a Torino - ha detto il difensore francese - anche se arriva Milito (MA KI E' ). Del resto, non sarà il solo che arriverà. Io in ogni caso resto alla Juve e non ho alcuna intenzione di partire. Non cedo alla corte del Bordeaux...".


QUESTA è UNA BOMBA. e se Jean-Alain Boumsong tra un paio di stagioni triplicasse il suo valore ?SI. MA QUANTO VALE SUL MERCATO ? ATTUALMENTE?


fORZA E ONORE