22 luglio 2007

Le palle di moratto

22.07.2007 (ore 21,00)
L'uomo nero attacca Moratti

http://www.carlonesti.it/index.php?method=zoom_articolo&id=3877

Quando l’Uomo nero decide di parlare, dispiegando pensieri e riflessioni mai banali, come un toro oltraggiato alla vista dell’odiato rosso porpora, è difficile porre un limite al suo incedere. Conscio dell’importanza di comunicare ciò di cui è a conoscenza, pur ritratto nel vincolo dell’anonimato, nel mezzo di un’estate così umida da far temere un agosto ancor più ingombrante, questa volta l’Uomo nero ha conferito un tono assai gravoso alle esternazioni offerte su Massimo Moratti. Ribadendo un paio di concetti che, adombrati nel tempo, senza un intervento tanto irruente quanto dettagliato in ogni sua forma, sarebbero stati fagocitati dal caso delle intercettazioni telefoniche…


Domanda –
Gentile Uomo nero, l’ultima intervista da lei rilasciata su Mancini, ha suscitato non poche polemiche. Le quali, non sembrano volersi arrestare.

Risposta –
Sono tutte cose vere, quelle che ho detto. Tanto da essere ammesse dai diretti interessati. Il problema, è un altro. Oramai, la regola dell’impunità sembra farla da padrona. E poi, mi scusi, la sostanza di queste interviste, risponde perfettamente ad una esigenza. Quella di informare su particolari che non emergono. Sono interviste che hanno il dono di diffondere un pensiero, sulla base di dati concreti.

Domanda –
Se continuiamo su questa strada, però, l'Uomo nero non so per quanto tempo potrà continuare ad esprimere i propri pensieri.

Risposta –
Di cosa si preoccupa? L’obiettivo è quello di dire la verità. E se ha subito delle pressioni, vuol dire che ciò che dico è vero. Ed è proprio la verità a rendere liberi. Senza informazione, ogni società sarebbe serva di un padrone. Lo diceva anche Hegel, manifestando il bisogno di un compromesso da raggiungere. Non può esistere padrone senza che un servo obbedisca a degli ordini. Ma, nel contempo, non potrà mai esistere schiavo che non accetti un padrone con il dono del suo comando. Occorre equilibrio, e per sopravvivere, il vincolo dell’anonimato può valere la libertà di informare. Dicessi chi sono, questo padrone potrebbe non volermi più. Ma grazie all'anonimato, il padrone non sa chi io sia, e quindi sono in grado di raccontare tutto ciò di cui sono a conoscenza.

Domanda –
Continuo a mostrare la mia perplessità in merito all’anonimato. Perché, parafrasando ciò che lei dice, dichiarando la sua identità diverrebbe un padrone anche lei. Non trova?

Risposta –
Chi le dice che non lo sia adesso un padrone? O che non lo sia stato? E poi, adesso posso permettermi ciò che ho sempre desiderato. Continuare a lavorare, dicendo ciò che so. E le dico di più, quasi mi sento in dovere di ringraziarla.

Domanda –
Cosa più le ha dato fastidio di “calciopoli”?

Risposta –
Il fatto che si voglia infangare una società come la Juventus. La Triade, anzi, Moggi e Giraudo hanno sbagliato. E Bettega ha fatto il solo errore di non cercare di modificare atteggiamenti che se presi in tempo, sarebbero stati ridimensionati. Ma nelle riunioni, Bettega era sempre dietro al gatto ed alla volpe. A Moggi ed a Giraudo. Ma credo che le ultime vicende dimostrino che se una banda di dieci persone decide di assaltare, per necessità di sopravvivere, un supermercato, non possono essere arrestate solo due persone, accusandole di ogni male. Insomma, se tutti fanno degli errori, non può pagare un’intera società. E poi, da un punto di vista strettamente tecnico, la Juventus diretta da Moggi e Giurando, non ha mai commesso errori. Fatta eccezione per i casi di Henry e Maresca. Anche quando venivano tesserati giocatori non straordinari, come ad esempio Dimas, la Juventus vinceva sempre. Tornando alla sua domanda, non riesco a capire come una società che patteggia una pena si dica onesta.

Domanda –
Ho già capito dove vuole arrivare, e se vuole già salutare i lettori, io ripongo il registratore e le auguro buone vacanze, perché queste interviste verranno sospese.

Risposta –
Non sia tragico, e non abbia paura. Sta parlando con me, non con l’ultimo degli arrivati. E queste cose, posso dirle. Può una società che parla di scudetto degli onesti, far giocare per ben nove mesi un giocatore, ovvero Recoba, come comunitario grazie ad un passaporto falso? Da Milano nessuno deve permettersi di dire il contrario, perché l’Inter in sede penale patteggiò sei mesi di reclusione per il giocatore, con una multa ingente a carico della società. Recoba ed Oriali vennero anche squalificati dalla giustizia sportiva. E questo autorizza Moratti a dire che negli anni passati la Juventus si era comportata male? Non scherziamo, perché la gente è intelligente. Una recente ricerca dell'Adiconsum, sa cosa ha rivelato? Che in questa stagione, senza la Juventus, gli errori arbitrali hanno alterato centocinquantasette gare. Ma nessuno ha aperto un fascicolo per indagare sui dirigente delle prime formazioni della classifica, ovvero Inter, Milan e Roma. E le dico un’altra cosa. E’ pronto?

Domanda –
Continui pure, io sto già chiudendo le valigie.

Risposta –
La smetta di fare l’ironico, e mi ascolti. Ogni volta che la Juventus va a Milano in trasferta si alzano i cori davanti al pullman, e sa cosa devono sentire i giocatori? La parola drogati. I giocatori, sono uomini. Capirà bene, il loro stato d’animo in quei casi. Quattro anni fa, Kallon fu trovato positivo ai controlli antidoping per due sostanze. Non ricordo bene la tipologia, di queste sostanze.

Domanda –
Le vengo in soccorso. Si trattava di norandrosterone e noretiocolanolone. E la squalifica fu di sei mesi.

Risposta –
Esatto. Bene, Kallon fu squalificato per ben otto mesi. Poi ridotti a sei dopo il ricorso. E mi sembra diversa, la cosa. Allora, perchè la Juventus, dopo aver sopportato un processo estenuante, è stata ed è ancora etichettata con appellativi di basso livello, e l’Inter no? E lasci stare cosa le ha detto, come ho letto nel suo libro, Zeman in merito a questa faccenda. Me lo deve dire, qualcuno. Me lo dica Moratti. Ed aspetto una risposta seria da parte del presidente dell'Inter. Perché poteva redarguire pubblicamente i giocatori, quel giorno nello spogliatoio. Quando la sola cosa che sapevano gridare era noi vinciamo non rubando. Fare giocare un calciatore con un passaporto falso per nove mesi non mi sembra un esempio di eleganza. Ed il patteggiamento è sempre stato ripudiato dagli onesti, da chi non teme niente. E non mi fermo qui, secondo lei perché abbiamo perso gli Europei del 2012?

Domanda –
Faccia pure, continui.

Risposta –
Per la figura che abbiamo fatto agli occhi dell’Europa con il caso di calciopoli. Con uno Stato forte, tutto sarebbe rientrato in poco tempo. Mentre al governo c’era chi spingeva per una radicale pulizia, ingrossando a dismisura un problema che è oggi presente anche in altri paesi. Pulizia che non è stata fatta. Ma che nel momento di insediamento di un nuovo governo, era un perfetto specchietto per le allodole. Puniamo tutti e tutto, siamo un paese nuovo. E la Meandri non deve piangere, come ha fatto, quando le viene comunicato che gli Europei andranno all’Ucraina. E le ricordo che i vertici federali, avrebbero voluto la testa di Lippi, di Cannavaro e di Buffon.

Domanda -
Ovvero degli eroi del Mondiale, insieme a Gattuso e Materazzi. Non crede?

Risposta -
Esatto. Abbiamo perso un’occasione straordinaria per risanare l’economia di una Nazione. E le faccio questo discorso perché la Juventus ha nuovamente pagato. Con gli Europei in Italia, il nuovo stadio sarebbe stato realizzato in tempo brevi. Ed a costi irrisori grazie a vari finanziamenti. Ora, le città del sud, più di quelle del nord, piangono proprio per questo. E’ una cosa sconvolgente.

Domanda –
Gentile Uomo nero, se ci sarà una prossima volta, considerando il tenore dell’ultima intervista, di cosa vorrà parlare?

Risposta –
Ci sarà, non si preoccupi. Per tirarle su il morale, le rispondo con la solita frase. Io non decido nulla, racconto solo ciò di cui sono a conoscenza.

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