13 aprile 2008

04 aprile 2008

VITTORIO FELTRI su calciopoli

Vittorio Feltri su "LIBERO", 4 Aprile 2008_

Ogni tanto qualcuno (tifoso dell'Inter o del Milan) mi dice a muso duro: tu sei juventino. Rispondo: mai stato. Non sono tifoso. Il tifo è una malattia orrenda che uccise tanta gente della mia generazione. L'ho evitato e non vado a cercarmelo ora in età pensionabile. Mi piace il calcio, questo sì. Amo la squadra della mia città, l'Atalanta. E amo l'Albinoleffe, perchè è un miracolo e mi dà l'idea che lo sport esista ancora.

Tra le grandi preferisco la Fiorentina, che seguo da quando ero bambino.Obiezione: perchè allora voi di Libero avete assunto come collaboratore Luciano Moggi, personaggio centrale di Calciopoli? Rispondo: Calciopoli è una buffonata, l'ho percepito fin dal primo momento. E Moggi, che s'intende di pallone più di chiunque altro, è innocente fino a prova contraria. Non è stato condannato. Contro di lui solamente pettegolezzi, intercettazioni telefoniche che non dimostrano un'acca. Non ha corrotto nessuno. Nessun movimento di soldi sui conti correnti. Ha regalato schede telefoniche ad alcuni arbitri: capirai che sacrificio. Fosse un reato, chi donò orologi d'oro (Rolex) ad altri arbitri doveva essere impiccato nella pubblica piazza; invece nessuno gli torse un capello.Queste cose le ho sempre dette e continuo a ripeterle. Molte conferme che ho ragione a stare con Moggi arrivano ogni dì. A suo carico sono stati avviati tre processi. Uno a Torino per falso in bilancio. Accusa ridicola. Luciano non ha mai avuto resposabilità gestionali e amministrative. Uno a Napoli, e non è ancora cominciato. Uno a Roma, ed è in corso.Moggi è imputato quale socio occulto della Gea (di suo figlio ed altri). Dal dibattimento non è saltato fuori nulla di concreto. Solo chiacchiere. Ho sentito questo e quest'altro. Non una testimonianza diretta, una circostanza accertata, un fattarello con qualche rilevanza penale.Miccoli, davanti al giudice, afferma di avere avuto la sensazione di non essere benvoluto da Moggi perchè non iscritto negli elenchi dei giocatori Gea. Avete letto bene: sensazione. Basata su? Miccoli fu acquistato dalla Juve e si presentò a Torino con orecchini, diamante sui denti, Che Guevara pittato sulle gambe. E il direttore sportivo lo richiamò: qui siamo alla Juventus, non al Leoncavallo.Poi Miccoli fu ceduto in comproprietà alla Fiorentina dove si comportò talmente da campione che al termine della stagione fu rispedito al mittente, riscattato da don Luciano a meno di metà del prezzo incassato alcuni mesi prima. Breve permanenza e prestito al Benfica. Come mai? Nel frattempo la Juve si era comprata un certo Ibrahimovic, un po' più bravo - dicono - del simpatico nanetto leccese devoto del Che. Il quale nanetto da tutto ciò ricavò appunto la sensazione di essere sgradito al presunto Mammasantissima, papà del picciotto della Gea.Qualsiasi società vende calciatori e ne acquista nel tentativo di migliorare la rosa. Da notare che Miccoli gioca (raramente) nel Palermo, non nel Real Madrid.Il raccontino offertovi è una prova? C'è ancora materiale. L'inchiesta romana si articola su intercettazioni telefoniche insignificanti, su dichiarazioni di Baldini (ds della Roma) e indagini della Guardia di Finanza coordinate dal maggiore Auricchio. Il primo viene interrogato in aula. Conosce Auricchio? Mah, sì, forse l'ho visto una volta, però.....Insomma balbetta.L'indomani, tocca deporre ad Auricchio. Il quale dopo tre ore ammette di avere avuto rapporti (non sessuali, per carità) con Baldini. Gli avvocati di Moggi meditano di far partire la richiesta di appioppare la falsa testimonianza allo smemorato.Ora anche uno sprovveduto comprende che si procede a tentoni contro un uomo, Moggi, il quale nel calcio era un padreterno e suscitava invidie, quindi risentimenti. Peccato per i lapidatori che fin qui non sia emerso un fatto, lo straccio di un elemento probatorio.Immagino le conclusioni. Il Mostro sarà assolto, intanto però anzichè fare il suo mestiere con la perizia che tutti gli riconoscono (inclusi i detrattori) è costretto per ammazzare il tempo a collaborare con Libero.E io mi dovrei giustificare perchè mi avvalgo della sua penna? Ma andate a scopare il mare

01 aprile 2008

Altrimenti ci Arrabbiamo

Autore: Cidran
Fonte: ju29ro.com

Durante una speciale serata organizzata ieri al Circolo Sporting di Torino, il presidente bianconero Cobolli Gigli ha affrontato a 360 gradi il tema Juve è tornato pure su Calciopoli, spiegando i motivi per i quali la società decise di non presentare più il ricorso al Tar:

“Ci stavano stritolando ed erano pronti a farci fallire. L’avvocato Zaccone, seppur poi subissato da critiche ingiuste, fu talmente bravo da evitarci la retrocessione in Serie C”. Una stoccata Cobolli l’ha poi riservata pure ai tifosi della Juve perennemente critici verso l’attuale dirigenza: “Non esistono affatto i retroscena che mettono in giro sul nostro conto, ma che ci volete fare: la Juve ha 13 milioni di tifosi solo in Italia e tra loro esistono tifosi di serie A, B e C”.

È stato un Cobolli Gigli a cuore aperto quello presentatosi ieri al circolo Sporting di Torino per partecipare – insieme al presidente torinista Cairo – ad una speciale serata organizzata dal Gruppo Subalpino “Ruggero Radice”. Un paio d’ore nelle quali Cobolli ha parlato di tutto, dal futuro della squadra alla realizzazione del nuovo stadio, ma non si è sottratto nemmeno di fronte al tema più scottante e che continua ancora a tenere banco su forum e blog juventini: quello di Calciopoli.“In tanti – ha continuato Cobolli – ci rimproverarono di non aver difeso a sufficienza la Juve e di aver addirittura ritirato il ricorso precedentemente presentato al Tar. Lo facemmo proprio per evitare guai peggiori alla Juventus, a cominciare da una quasi scontata squalifica dalle future competizioni internazionali che la Uefa avrebbe certamente decretato nei nostri confronti. Inoltre, molti accusano l’avvocato Zaccone di aver praticamente patteggiato la nostra retrocessione, ma non è così: Zaccone fu talmente abile da scongiurare il quasi certo fallimento della Juve, poiché ciò che la Giustizia Sportiva voleva inizialmente era la retrocessione in Serie C e questo ci avrebbe inevitabilmente costretto a portare i libri in Tribunale in quanto la società sarebbe sicuramente fallita. Dobbiamo inoltre ringraziare tutti i grandi campioni che, a differenza di tanti loro ex compagni, decisero di restare alla Juventus: fossero andati via pure loro sarebbe stato ancora più difficile ricostruire una squadra sufficientemente competitiva per risalire subito in Serie A e lottare, come stiamo facendo, per i primi posti in classifica nell’attuale campionato”.Cobolli non ha risparmiato nemmeno una stoccata nei confronti dei tanti tifosi critici nei confronti dell’attuale dirigenza: “La tifoseria juventina conta, solo in Italia, 13 milioni di tifosi i quali si ripartiscono poi ripartiti in tifosi di serie A, B e C. Chiaro che io vorrei fossero tutti di serie A, ma non è possibile. Confidiamo comunque, col tempo, che tanti si ravvedano e lo possano diventare. Dico solo che tutti i retroscena che si raccontano in giro sul nostro conto, che non ci terremmo alla Juve e avremmo concordato la sua retrocessione per nostri interessi personali, sono false, nessuno di essi corrisponde al vero”.

Con queste parole l'attuale presidente della Juventus, certo Giovanni Cobolli Gigli, è intervenuto, come avete avuto modo di leggere, ad una serata speciale indetta al Circolo Sporting di Torino.

Partiamo immediatamente da una considerazione: sono abbastanza incazzato!

Dunque, leggendo le parole espresse dal presidente, mi dovrei sentire un tifoso da serie C della Juventus? Probabilmente l'attuale presidente bianconero non sa nemmeno cosa significhi essere un tifoso, figuriamoci se poi sa cosa significhi esserlo della Juventus.

Ma costui lo sa quanta acqua mi sono preso? Ma costui lo sa quanti chilometri mi sono fatto? Ma costui lo sa quante nazioni, europee e continentali, ho toccato? Ma costui lo sa quanti soldi ho speso? Ma costui lo sa quante volte ho pianto e quante volte ho gioito? Evidentemente NO! Perchè se costui pensa che ci sono tifosi di varie categorie, lasciatemelo dire, non ci ha capito proprio nulla!

Ma partiamo dall'inizio. Secondo costui, molti tifosi bianconeri, me compreso, sono convinti che l'attuale dirigenza e di conseguenza la proprietà, non abbia difeso in maniera congrua la JUVENTUS, e che quel ricorso ritirato al TAR, precedentemente presentato, giusto per la cronaca, sia stata una scelta a dir poco sbagliata. Risposta esatta, la "NOSTRA" Juventus non è stata difesa, la "NOSTRA" Juventus è stata messa in piazza come la peggior "baldracca", la "NOSTRA" Juventus avrebbe meritato una strenua difesa, perchè, se qualcuno ancora non ne fosse al corrente, non è mai stato trovato un solo straccio di prova che potesse condarre la "vecchia Signora" alla serie B, figuriamoci alla serie C.

Ma analizziamo con pareri illustri:
CORRADO DE BIASE
Corrado De Biase, il capo dell'ufficio indagini all'epoca dello scandalo scommesse del 1980, risponde ad uno spettatore tifoso della Juventus che telefona a Rete37, emittente privata fiorentina, dove l'ex giudice era ospite, a proposito della Juventus e dell'operato di Zaccone, legale della stessa: "Non posso sapere perchè la proprietà della Juventus si sia mossa in un certo modo, ma mi sento di dire, al 99%, che la vicenda è stata abilmente pilotata dai vertici della squadra torinese, a cominciare dalla richiesta di Zaccone, che ha lasciato tutti di stucco. Zaccone non è un incompetente, come molti credono, ma è stato solo un attore di questa vicenda.Bisogna avere, innanzitutto, il coraggio di affermare una realtà: il procedimento di questa estate ha partorito un autentico aborto giuridico.

Quando parlo di "aborto giuridico" mi prendo la piena responsabilità di ciò che dico. Quando si vuole espletare in due settimane un procedimento che richiederebbe almeno 6 mesi solo per un corretto iter investigativo, non può che venir fuori un aborto giuridico.Quando si cassa, per motivi di tempo, un grado di giudizio, quando si impedisce agli imputati di portare testimoni, dossier e filmati in loro discolpa, ma gli si concede solo 15 minuti per una arringa difensiva, non si può che parlare di aborto giuridico.Quando non si concedono agli avvocati difensori degli imputati i testi integrali delle intercettazioni, adducendo che non sono pertinenti, si può solo parlare di aborto giuridico.

Quando, infine, si disassegna un titolo ad una squadra, la Juventus, per assegnarlo ad un'altra, l'Internazionale, prima che sia pronunciato il verdetto del primo iter istruttorio, allora siamo ben oltre l'aborto giuridico. Non è un problema di giustizia ordinaria o sportiva: in ogni paese che si definisca civile eventuali pene e sanzioni devono essere comminate dopo che sia stato verbalizzato un verdetto di colpevolezza, mai prima.

E non venitemi a parlare di normative UEFA o di liste da dare alla stessa per le coppe europee: i diritti degli imputati, tra cui quello di potersi difendere con i mezzi che l'ordinamento mette loro a disposizione, vengono prima di una partita di calcio. Il punto che mi fa pensare che Zaccone abbia agito su input della proprietà è un altro, e cioè il modo in cui si sono mossi i vertici dirigenziali della Juventus, con quel finto ricorso al TAR.

Come, mi chiedo, tu allontani i dirigenti, praticamente dichiarandoti colpevole, poi assisti inerte ed impassibile ad uno scempio mediatico e giudiziario ai danni della tua squadra e poi minacci di ricorrere al TAR? E' il concetto di chiudere la stalla quando i buoi sono fuggiti, se ci pensate bene. Prima ti fai massacrare senza muovere un dito, ti fai disassegnare il titolo, fai stilare i calendari per i campionati e le coppe europee e poi minacci di andare al TAR, strombazzando il tutto sui giornali? Sa tanto di mossa politica per placare l'ira dei tifosi, mi pare.

Se Zaccone, che è uomo di valore ed esperienza, avesse avuto il mandato di evitare il disastro si sarebbe mosso in maniera diversa, nel senso che avrebbe fatto notare queste "anomalie" nel tempo intercorso tra la fine del dibattimento e l'annuncio dei verdetti. Quello, infatti, era il momento buono per minacciare di ricorrere al TAR, quando le sentenze non erano ancora state scritte, ma andava fatto in camera caritatis, chiedendo un incontro con Ruperto, Sandulli e Palazzi, e non di fronte ai giornalisti della Gazzetta.

Vi prego di notare che non sto discettando di alta strategia dell'arte forense, ma dei principi basici, dell'ABC della professione, di cose che si insegnano ai ragazzi che vengono in studio a fare praticantato: se tu, avvocato difensore, ritieni di avere delle armi da giocare, chiedi un incontro con il giudice e il PM, nel periodo che intercorre tra il processo ed il verdetto, e gli fai notare che, se il responso sarà giudicato troppo severo, le userai. E qua di armi ce ne erano in quantità industriale. Poi, di fronte al fatto compiuto, chi si prende la responsabilità di fermare una macchina che macina miliardi di euro, tanto da essere la sesta industria del paese?

GIULIANO PISAPIA (avvocato)
«Nessuno ha sottolineato che qui i giudici decidono solo sugli atti portati in aula dalla pubblica accusa. Leggo l'articolo 37 del codice: "Il dibattimento si svolge in contraddittorio tra la procura federale e le parti... Al termine del dibattimento il rappresentante della procura formula le proprie richieste". Bene, qui il dibattimento non c'è stato.

Perché il dibattimento è il luogo dove si verifica la tesi accusatoria e si forma la prova». Alle difese non è stato consentito di produrre prove, di citare testimoni (come anche ammetterebbe lo stesso art. 37). E la pubblica accusa ha formulato le sue richieste di condanna ancor prima che iniziava il dibattimento! Come succedeva in Unione Sovietica...

FRANCESCO COSSIGA (senatore)
Cossiga ha avuto parole durissime per la Caf. "L'altro giorno – ha detto - mi sono vergognato per quella parodia della giustizia che è la commissione di appello federale: mi ha molto meravigliato che un serio giurista sia sceso così in basso da andare a presiederla. Il che vuol dire che lo pagano bene perché altra giustificazione non l'avrebbe".

ENZO BIAGI (giornalista)
"Una sentenza pazzesca, e non perchè il calcio sia un ambiente pulito. Una sentenza pazzesca perchè costruita sul nulla, su intercettazioni difficilmente interpretabili e non proponibili in un procedimento degno di tal nome, una sentenza pazzesca perchè punisce chi era colpevole solo di vivere in un certo ambiente, il tutto condito da un processo che era una riedizione della Santa Inquisizione in chiave moderna.E mi chiedo: cui prodest? A chi giova il tutto? Perchè tutto è uscito fuori in un determinato momento?

Proprio quando, tra Laziogate di Storace, la lista nera di Telecom, poi Calciopoli, poi l'ex Re d'Italia ed ora, ultimo ma non ultimo, la compagnia telefonica Vodafone che ha denunciato Telecom per aver messo sotto controllo i suoi clienti.Vuoi vedere che per coprire uno scandalo di dimensioni ciclopiche hanno individuato in Luciano Moggi il cattivo da dare in pasto al popolino?" Enzo Biagi, tratta da un'intervista al Tirreno del 16 agosto.

CRISTIAN ROCCA (giornalista)
Al Bar dello Sport sotto casa non avrebbero saputo fare di meglio. La Juventus è stata condannata per non aver commesso il fatto, cioè per non aver comprato o aggiustato o taroccato nessuna partita, nemmeno una (pagina 76). La Caf guidata da Cesare Ruperto ha spiegato che nel calcio italiano non c’era nessuna cupola (pag. 74), che il sistema Moggi è un’invenzione della Gazzetta dello sport (pag. 74), che i sorteggi non erano truccati (pag. 83), che la balla delle ammonizioni mirate per favorire preventivamente la Juventus era, appunto, una balla grande così (pag. 103). Cinque, praticamente sei, arbitri su otto sono stati assolti e i due condannati non sono stati puniti per le partite della Juventus. Ma se è così, ed è così, come mai la Juventus e le altre (tranne il Milan) sono state condannate a uno, due o forse quattro anni di B? La tesi colpevolista è questa: i rapporti stretti tra i dirigenti della Juventus e i designatori arbitrali, anzi uno solo: Paolo Bergamo, hanno creato “un’atmosfera inquinata, una insana temperie avvolgente il campionato di serie A” per cui è stata lesa la terzietà, l’autonomia e l’indipendenza del settore arbitrale.
Come e dove e con quali arbitri, per i giudici non è importante, perché si tratta di una specie di concorso esterno in campionato di calcio, per cui è sufficiente provare il rapporto di contiguità tra Moggi e un designatore per essere certi che gli arbitri fossero comunque condizionati, anche se non ce n’è prova di alcun tipo. Il problema è che questo reato nel codice sportivo non esiste.

Tirando qualche conclusione, anche un certo Senatore dal nome Francesco Cossiga si deve sentire un uomo da serie C, anche un giornalista di fama nazionale come Cristian Rocca si deve sentire un uomo da serie C, anche un giornalista di fama mondiale come Enzo Biagi si deve sentire un uomo da serie C, anche un avvocato di fama nazionale come Giuliano Pisapia si deve sentire un uomo da serie C, anche un ex capo ufficio indagini come Corrado De Biase si deve sentire un uomo da serie C?

Presidente, facciamo una bella cosa, quando si sentirà pronto, ci faccia una cortesia, ritiri quelle dichiarazioni con un comunicato ufficiale, perchè deve sapere che per noi JUVENTINIVERI (che siamo tutti quanti tifosi, e senza categorie) gli scudetti rimangono sempre 29, perchè per noi JUVENTINIVERI quel ricorso andava portato avanti, perchè per noi JUVENTINIVERI la "NOSTRA" Juventus andava difesa e non abbandonata, perchè per noi JUVENTINIVERI le categorie di serie A, B e C le abbiamo sempre individuate nelle persone che hanno resa gloriosa questa società, e se l'AVVOCATO GIANNI AGNELLI e il DOTTORE UMBERTO AGNELLI, per noi sono sempre stati fuori categoria, beh Lei...