23 febbraio 2007

AMARCORD

Caro Borrelli, ci dica quando_

da : www.lastampa.it
di Roberto Beccantini - chi cazzo lo conosce -

In attesa che la procura di Napoli cali l’asso - associazione a delinquere per Moggi e la Gea, sette arbitri e nove assistenti sotto tiro - mi chiedo che fine abbiano fatto le indagini dell’esimio dottor Borrelli sul fronte Telecom-Inter-De Santis-Vieri. Massimo Moratti ha ammesso di aver fatto pedinare Vieri, ma su De Santis è stato molto vago.

Il caso era stato sollevato, il 31 agosto 2006, da Claudio Sabelli Fioretti sul Magazine del Corriere della Sera. Domanda: Metteste sotto sorveglianza l’arbitro De Santis. Risposta di Moratti: «Una persona si offrì di farlo. Conosceva alcune persone in grado di darci informazioni perché lavoravano al ministero doveva aveva lavorato De Santis. Ma non ne uscì nulla».

Chi scrive riprese l’argomento su La Stampa del 22 settembre 2006, nell’ambito di un’intervista al presidente nerazzurro. Domanda: Eppure faceste pedinare De Santis. Risposta: «È ormai un episodio di dominio pubblico. Le rispondo come risposi a Claudio Sabelli Fioretti: un tizio si offrì di farlo. Era in contatto con persone del ministero presso il quale aveva lavorato De Santis. Potevano offrirci delle informazioni.
Risultato: zero su tutta la linea.

E comunque, c’è un’inchiesta in corso. Meglio attendere gli esiti».La «persona», il «tizio» non sono fantasmi: sono Giuliano Tavaroli, ex responsabile della sicurezza di Telecom, ed Emanuele Cipriani, boss dell’agenzia di investigazioni Polis d’Istinto. Furono loro a proporsi o fu qualcuno a contattarli? Telecom, cioè Inter. Inter, cioè Telecom. Fior di sinergie, mica pizza e fichi. Il presidente di Telecom, all’epoca dei fatti, era Marco Tronchetti Provera, azionista, tifoso e consigliere dell’Inter; vicepresidente esecutivo, Carlo Orazio Buora, vice presidente (allora) dell’Inter; consigliere Massimo Moratti (basta la parola).

Per tacere del professor Guido Rossi, commissario straordinario della Figc sino al burrascoso ritorno in Telecom, e di tutti i dossier o report («Operazione ladroni», «Pratica Como) che grondano di intercettazioni palesemente illegali, Carraro, la Gea, Moggi, la Juventus eccetera eccetera.Qui non si tratta di scovare un (eventuale) scandalo per coprirne un altro, quello che, in base alle responsabilità della coppia Moggi-Giraudo e alle relative sentenze, ha portato la Juve in B. Si tratta, più semplicemente, di far luce su un lato tuttora oscuro di una vicenda collaterale ma non marginale. L’ha sviscerata anche Mario Sconcerti sul «Corriere della Sera» del 13 gennaio: «Si va verso la conferma che Tronchetti Provera aveva una security molto attiva e invasiva, e che questa più volte si è occupata di calcio. Sono stati pedinati un giocatore (Vieri) e soprattutto un arbitro (De Santis)».

Non solo (ancora Sconcerti): «Si è patteggiato per un reato (passaporto falso) che altri hanno fatto ma molti altri no. Avere qualcuno che chiede se sia questa (l’Inter) la squadra che può sostituire la qualità morale perduta dalla Juventus significa essere davanti a una domanda scomoda e a una risposta molto più pericolosa di sei mesi fa». Il riferimento è duplice: parte da Recoba-Oriali e arriva alla delibera con cui il Tar del Lazio ha deciso di entrare nel merito del ricorso presentato dall’assocazione L’Ego di Napoli contro il «trasferimento» dello scudetto 2005-2006 dalla Juventus all’Inter, un atto che personalmente ho censurato - in buona compagnia, fra parentesi - sin da quando Rossi e i suoi saggi (?) cominciarono a fabbricarlo.Ci siamo. Come sempre, quando si parla di etica, il tifo espelle la ragione. Così facendo, si ritorna - o si resta - selvaggi. Non ce n’è per nessuno.

La Juve ha peccato e pagato: per i suoi tifosi, troppo; per i suoi avversari, troppo poco. Qualcuno può scagliare la prima pietra? L’Inter è fuori da nastri e bobine, e di questo le va dato atto, ma finché la giustizia sportiva (Borrelli) e quella ordinaria non dipaneranno la matassa di Telecom, continueremo ad accumulare scheletri e sospetti.

Tanto per dire: fossi un familiare di Facchetti, chiederei io alle procure di tirar fuori le intercettazioni di cui si riempie la bocca l’ex designatore Bergamo. Ci sono? E allora sentiamole: se la differenza risiede nei contenuti e non nelle frequenze, e proprio lì risiede, che paura c’è? Giacinto, adesso che non può più difendersi, non merita che qualcuno giochi con la sua carriera. Fossi un tifoso interista, spronerei io Borrelli e gli altri inquirenti: per favore, datevi una mossa.Aspettando i fuochi d’artificio di Napoli. Sempre che siano fuochi.

04 febbraio 2007

Riprendendo lo slogan

INTERVISTA. PIERO Ostellino, ex di­rettore del Corriere della Sera e grande firma del giornalismo italiano. E’ da sempre tifoso della Ju­ventus. Chissà che strano effetto vedere la Signora battagliare sui campi di serie B.

« Sono e sarò sempre un tifoso della Juve, è la mia squadra del cuore. Non mi importa la categoria. Però penso al domani e, soprat­tutto, sono preoccupato per il futuro della squadra » .

A cosa si riferisce?

« Non riesco a capire se la proprietà abbia seriamente intenzione di rilanciare le ambizioni della Juve o vo­glia lasciarla navigare a metà classifica. Oppure se voglia vendere » .

Una visione piuttosto pessimistica, la sua.

« E come potrebbe essere al­trimenti? Ci sono troppe do­mande alle quali nessuno ci ha dato una risposta » .

Ad esempio?

« Quando una società come la Juventus accetta, senza opporre resistenza, un ver­detto grave come la serie B, ci deve essere sotto qualco­sa. Per di più quando c’è un avvocato che, invece di di­fendere, cioè fare quello per cui è pagato, chiede espres­samente la serie B. Un’am­missione di colpa che mi la­scia di stucco » .

Secondo lei, perché può essere successo?

« Non è difficile formulare un’ipotesi, ribadendo però che si tratta di una mia opi­nione personale. Credo che ci si volesse liberare del far­dello rappresentato da Gi­raudo e Moggi: il rischio che la squadra finisse in mano dei manager e che, quindi, la proprietà potesse perde­re il controllo dell’azienda, era troppo forte » .

La Juventus avrebbe scientificamente scelto la serie B?

« Non lo so. Però, valutando come sono andati i fatti, il sospetto cresce. Perché nes­sun azionista ha dato spie­gazioni pubbliche? Perché nessuno ha mai fatto luce. Io non ce l’ho con i vari Co­bolli Gigli, Blanc e gli altri: sono funzionari che hanno un compito da svolgere. E’ la proprietà che dovrebbe fare chiarezza: noi tifosi at­tendiamo da troppo tempo delle risposte che non sono mai arrivate » .

Ce l’ha con gli eredi del­l’Avvocato?

« Non ce l’ho con nessuno. Dico semplicemente questo: l’unico che mi sembra vaga­mente interessato al mondo del calcio e alla Juventus mi sembra Lapo. John non mi pare che abbia la passio­ne necessaria: probabil­mente non sa nemmeno se a calcio si gioca in dieci o in undici » .

Quindi, a suo modo di ve­dere, la Juventus è stata l’unica a pagare: sta dalla parte della maggioranza dei tifosi bianconeri.

« La Juve non ha fatto tutto quello che ha fatto l’Inter, eppure loro hanno lo scu­detto sul petto. Ripeto: te­mo che la Juve abbia voluto cavalcare uno scandalo che non c’era, fare cassa con cessioni pesanti e valutare se fosse il caso di vendere » .

Ci parli un po’ dell’Inter. Cosa ne pensa delle ulti­me esternazioni di Mo­ratti e Mancini?

« L’Inter, tra passaporti e plusvalenze, è piena di scheletri nell’armadio. Tut­to è stato insabbiato da Guido Rossi. E’ uno scanda­lo anche solo pensare che il calcio, adesso, sia pulito. Soltanto una persona come Moratti può dire che hanno vinto onestamente: ma lui non fa testo. Mancini è fur­bo, il suo presidente nem­meno quello » .

Gli scudetti, allora, li sen­te suoi?

« Certamente. Come qual­siasi tifoso della Juve che si rispetti. Abbiamo vinto 29 campionati, non 27. Vinti sul campo, meritatamente. Niente spegnerà la mia passione, nemmeno tutti quelli interrogativi ai quali non riesco a darmi una ri­sposta. E non accetto falsi moralismi: mi aspetto, dalla proprietà, una presa di po­sizione decisa. E una spie­gazione » .

Cosa ne pensa dei gioca­tori che hanno accettato la retrocessione e sono ri­masti in bianconero?

« Capisco il loro stato d’ani­mo: sono degli autentici eroi. Chiunque, in questa situazione, non si sentireb­be di battersi così » .

E magari, qualcuno delle attuali bandiere potreb­be fare bene anche da di­rigente.

« Del Piero sarebbe perfetto, ma non con questa pro­prietà. Non è possibile rico­noscere la colpa come han­no fatto loro. Bisognerebbe fare loro questa domanda: secondo voi, quanti scudet­ti ha vinto la Juve? Mi pia­cerebbe sentire la risposta » .



CHI E' PIERO OSTELLINO. Nato a Venezia nel 1935, è laureato in scienze politiche, con specializzazione in sistemi politici dei paesi comunisti. Dal 1970 è al Corriere della Sera, quotidiano di cui diventa direttore nel 1984, posizione che manterrà fino al 1987. Dal 1973 al ’78 è corrispondente da Mosca. Autore di numerose pubblicazioni, continua attualmente la sua attività giornalistica da editorialista del Corriere della Sera

da:
http://blog.libero.it/juventus/ del 04/02/2007

headline - CONTRO LA VIOLENZA

N'GULAKKITAMMURT !
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Appunti di post:
MA COSA VOGLIAMO RIEDUCARE QUANDO I PRIMI A FARE I BASTARDI E A FOMENTARE VIOLENZA SONO PROPRIO I MEDIA..( QUATTRO PUPAZZI DEL CA**O -x fortuna non tutti ).

E VENGONO PURE STIPENDIATI.
ngulakkilla...
Ma dov'è la coscienza?
DOVREBBERO RIEDUCARE I GIORNALISTI , CA**O.-------------------------------------------------------------------
Ciao steve, in riferimento al tuo ultimo post ( un salto dall'altra parte ), ti rispondo che la classe non è acqua.Meno male che abbiamo avuto l'ispirazione giusta quando abbiamo scelto x chi tifare.
Un campari e Un salatino a tutti.
Ngoss.