19 dicembre 2007

Domandina al garante per la protezione dei dati personali




Ho una domandina (ina ina) da fare al garante per la protezione dei dati personali.
Questo Garante, che sono sicuri frequenti abitualmente i blog e i forum, non dovrebbe magari occuparsi di cose più serie?


Ad esempio, sul sito
http://www.repubblica.it/
sono stati pubblicati i verbali delle nuove INTERcettazioni disposte da quei due gran pezzi di P.M. che rispondono ai nomi di Beatrice e Narducci.

Ebbene questi verbali contengono numerosi dati sensibili.
Il numero di cellulare di Moggi, ad esempio.
Oppure il codice del citofono della casa di Moggi a Torino.
O anche l'indirizzo della casa di Moggi al mare.
Ed ancora, il numero di cellulare di Punghellini (con relativo codice IMEI E IMSI).
Per non farsi mancare nulla, il domicilio di Mazzei, Gambelli e Penta.
Ed infine, il numero di cellulare di Abete.

Repubblica ha poi pubblicato una nuova versione dei verbali, ripulendoli probabilmente da alcuni dati sensibili.
Ma io ho la versione originale.

Per cui, caro Garante, se ti servono ì questi originali, fammi un fischio. Oppure, lascia un commento a questo post.


Via:juve29inter13

Comprare? No, meglio vendere

L'editoriale di Cristian Rocca
Tuttosport / 19/12/2007

Comprare? No, meglio vendere

La Juventus dibatte se sia meglio investire nello stadio o nella squadra. No, grazie. La Juventus fa entrambe le cose, sennò è l’Udinese. Se la proprietà non può comprare campioni veri, allora è meglio che venda. E che venda a qualcuno che, come Gianni e Umberto Agnelli, non si accontenta di vivacchiare e di considerare un grande risultato il piazzamento attuale. Il terzo posto può sempre capitare, ovvio. Ma essere una squadra da terzo posto non è da Juve, semmai di chi poi si bea di poter indossare scudetti altrui.

Caro direttore, visto che ci sono, permettimi anche una chiosa al tuo editoriale di lunedì intitolato “La verità è in campo”. Tu scrivi che a fronte del pesante coinvolgimento nello scandalo del calcio, il Milan non avrebbe dovuto partecipare alla Champions che poi ha vinto e, di conseguenza, nemmeno al torneo mondiale di Tokyo. Come sai, non sono d’accordo. Anche le sentenze di condanna dicono che non c’è stata nessuna partita taroccata, nessun sorteggio truccato, nessun arbitro corrotto, con l’improbabile eccezione di un Lecce-Parma arbitrato da De Santis. Malgrado la tua convinzione sull’ingiusta partecipazione del Milan alle competizioni internazionali, riconosci che i rossoneri hanno esibito “qualità, capacità, intelligenza, continuità, coraggio” tali poi da meritarsi sul campo la vittoria. Non posso che essere d’accordo, è una squadra formidabile. Ma la tua riflessione mi porta a farti una domanda: credi che l’altra squadra coinvolta nello scandalo del calcio, senza peraltro avere a suo carico nemmeno una telefonata compromettente con i guardalinee, abbia mostrato la medesima “qualità, capacità, intelligenza, continuità, coraggio” nel difendersi dalla montagna di accuse non provate, anzi poi smentite dalle sentenze? La risposta è nella vittoria rossonera della Coppa dei Campioni e in quella juventina del campionato di B, ma non sottovaluterei nemmeno l’impresa che i Cobolli boys hanno agevolato agli indossatori di scudetti altrui, consentendogli di vincere tre scudetti in due soli anni grazie alla svendita del più devastante calciatore del mondo, Zlatan Ibrahimovic, a un prezzo quasi pari a quello di Almiron e Tiago. La vittoria internazionale del Milan serve a non far dimenticare che cosa è successo in questi due anni. La società che, insieme alla Juventus, avrebbe condizionato i campionati ma che, a differenza della Juventus, è stata graziata dalla Federcalcio e dalla Uefa per il semplice fatto di essersi difesa, evidentemente non era così aiutata dagli arbitri se qualche mese dopo la condanna a ferimento ha fornito alla nazionale, ancora una volta con la Juventus, l’ossatura della squadra che ha vinto i mondiali. Non manipolava le bandierine se, poi, ha vinto tre coppe internazionali in sei mesi e un Pallone d’Oro.La Juventus di Claudio Ranieri, nel suo irriguardoso piccolo, sta facendo altrettanto bene, malgrado sia inferiore alle prime e inguardabile senza i giocatori della precedente gestione, a cominciare da Zinedine Zanetti. Per carità di patria, evito di affrontare il tema della cessione di Antonio Nocerino, bloccata in autostrada da Luciano Moggi (sempre sia lodato). Aggiungo però una cosa: il Tar.

L’establishment italiano ormai è abituato a regolare i conti interni con decisioni esecutive da far rabbrividire anche uno studente al primo anno di giurisprudenza. Poi però arriva il Tar e spesso, dalla Rai alla Guardia di Finanza, ristabilisce un minimo di stato di diritto. Sarebbe successo così anche nel calcio, come avevano lasciato intuire fior di giuristi. Tanto che quando, in un impeto di coraggio durato una mezz’oretta, la Juventus ha minacciato di ricorrere al Tar, c’è stata la mobilitazione del Palazzo che poi ha portato alla riduzione della pena. Eppure la Juventus ha ritirato il ricorso e rinunciato anche all’ultima possibilità di difesa.Il risultato di questa scelleratezza è il Milan sul tetto del mondo e la Juve del campionato cadetto. “La verità è in campo”, dice l’editoriale di lunedì. Ne sono arciconvinto.
Ma in questo caso la verità è anche in Corso Galileo Ferraris 32.

Christian Rocca
Via : Camillo Blog

18 dicembre 2007

NATALE O CARNEVALE?

Se non guardassi il calendario e non sentissi il freddo pungente dicembrino, giurerei di essere nel periodo dei carri del carnevale di Viareggio.E' tornata Kakkopoli e i suoi terrificanti miasmi arrivano puntuali dalla città di Pulcinella.Sekkiello si sarebbe sentito telefonicamente con Moggi nel marzo 2007 per l'affare Nocerino.

La linea temporale è sfasata visto che Nocerino è arrivato a luglio!Vorrei sapere qual è il rilievo penale di tutto ciò!Dov'è il reato!In primo luogo Sekkiello può telefonare a chi vuole, in secondo luogo si dovrebbe evitare la divulgazione di conversazioni telefoniche personali non attinenti alle indagini.Quando si tratta di politici, si levano da Montecitorio gemiti primordiali indignati e minacce di sollevazione popolare e non se fa (ovviamente) nulla, quando si tratta, per esempio, di Juve, tutti addosso e si distoglie l'attenzione dai bidoni di immondizia disseminati ovunque.La stampa cialtrona naturalmente si è lanciata sul massacro di un povero DS, e qui mi sento di difenderlo, che ha peccato di ingenua incompetenza e nulla di più.

Il fatto che un DS (della Juve) chieda consigli di mercato mi fa tremare i polsi: grazie a Moggi abbiamo trattenuto un giocatore dato da Cobollo e soci per sicuro partente!E qui torno ad mettere il dito contro una dirigenza che lasciato il suo impreparato DS da solo in mezzo agli squali, visto che Bettega è stato silurato!Visto che nella Juventus, nessuno, e dico nessuno, si intende di calcio, come si poteva pensare di lasciare Sekkiello senza un minimo di supporto tecnico?Nel CDA Juve tenutosi ieri, Kanappia ha tenuto a precisare che Secco gode della fiducia e della stima societaria e che si aspettano gli sviluppi della vicenda di Napoli: vale a dire che il DS non può stare molto sereno.Cobollo scalpita, perché secondo il nuovo codice etico, chiunque abbia rapporti con i vecchi dirigenti sarà cacciato a calci nel sedere.Io caccerei via lui, perché non capisce niente di calcio!Il nanoconcoppe ha dichiarato che Kakkopoli è stata una montatura, c'erano dei club che hanno fatto valere la loro influenza....

A prima vista sembrerebbe una dichiarazione ovvia, ma quando aggiunge che il Milan ha perso qualche scudetto si contraddice e al tempo stesso accusa la Juve di avere avuto una certa influenza sull'andamento dei campionati, visto che dentemarcio non ha vinto un tubo.Non fatevi ingannare dal re della mistificazione, lui accusa e ritira la manina.Ma la cosa più sorprendente è stata la dichiarazione del martire Carraro. Poveretto, lui non ha fatto niente è candido come un giglio appena sbocciato.Carraro rimane nel suo posto UEFA perché è la FIGC a chiederglielo!

Come? Ho capito bene?
La FIGC di Abete, rinnovata, sostiene ancora il signor Carraro?
E qui che si dovrebbe indagare per cercare di capire la natura dei legami tra uno scampato a ogni sorta di condanna (mi ricorda il Giulio nazionale) e una federazione che sbandiera tutti i giorni la sua assoluta estraneità dal vecchio establishment!Mi è sembrata una cosa grave e soprattutto un messaggio foriero di mostruose complicità, altro che i consigli di Moggi a Sekkiello!

by BIG Monica

12 dicembre 2007

Il vero fair play del “terzo tempo”

By Big Tony

Incredibile è, come “l’Italia dei corrotti”, possa arrogarsi il diritto di insegnare ed imporre alla gente civile il fair play, come regola, nel cosiddetto “terzo tempo”. Quella stessa gente civile, è stufa dei continui inganni di questi mediocri, che continuano nella loro faziosità e difformità della realtà delle cose. Arrecando ulteriori danni morali e materiali, a quelli già in essere.Le persone civili, non hanno certamente bisogno del loro insegnamento sul come comportarsi, essendo "loro stessi", la causa principale di tanti mali di cui è piena la società in generale.

Nel caso specifico, gli stessi tifosi Juventini - e non solo – capiscono perfettamente che si tratta dell’ennesima truffa e farsa, propagandata e messa in atto con i soliti modi, e dai SOLITI noti.Al di la dell’indiscutibile valore e significato che possa avere il vero “fair play”, nello specifico caso, tempistica e contesto sono assolutamente sbagliati e fuori luogo. Inoltre, sarebbe più giusto ed opportuno, che il primo esempio di fair play, venisse da loro. Renderebbero così un buon servigio a tutta la collettività.Sarebbe molto più educativo ed istruttivo, oltre che necessario per tutti, che col “terzo tempo” s’iniziassero a divulgare certi tipi di messaggi, molto più efficaci e realistici di tutte le loro nefandezze:

-) Chiedere sempre scusa alla Juventus finchè non le sarà resa giustizia
-) Ricordare che, è stata truffata e condannata ingiustamente.
-) Ricordare che la vera ultima squadra campione d’Italia, è la Juventus del 2005/2006.
-) Ricordare che gli devono restituire gli scudetti 2004/2005 e 2005/2006.
-) Invocare le dimissioni immediate ed in blocco di tutti i vertici Federali
-) Invocare le dimissioni dell’attuale società bianconera, rea e complice del misfatto.
-) Obbligare Moratti e Tronchetti a dimettersi e costituirsi alla giustizia.
-) Processare e condannare i veri colpevoli del declino e della corruzione del calcio.
-) Obbligare i media, conduttori, opinionisti, giornalisti,
"PRETENDERE VERA GIUSTIZIA X TUTTI".

Solo allora, si potrà parlare di vero fair play.Solo così sarà restituita la credibilità al calcio. Il giustizialismo usato, e che si usa, contro la Juventus, non ha paragoni. Sarà, forse, una semplice utopia tutto ciò, ma è la realtà delle cose.Non sarà di sicuro una semplice stretta di mano tra calciatori, o un finto ringraziamento al pubblico, a ristabilire quel valore dello sport, che nel calcio ormai da tempo, “è morto e sepolto”.E’ assolutamente osceno pensare di “ringraziare” controvoglia chi ti ha INSULTATO per tutta la partita, ed in molti casi, stringere la mano, a chi lo fa da una vita.

Ma solo queste false Istituzioni, composte da false persone, sono capaci di inventarsi ed architettare altre FALSITA’. Non sarà, forse, una museruola per mettere definitavene a tacere, le giuste esternazioni e rimostranze dei tifosi Juventini, ma ci manca davvero poco.Credere ancora di assistere allo “spettacolo vero”, o ancora peggio, pensare “che nulla è cambiato”, è quanto di più sbagliato. E’ tutto falso e falsato! Siamo pilotati e strumentalizzati dal “FALSO e dai FALSI”. Ricordiamolo sempre:
E’ un inganno.

Io crederò ancora, solo e soltanto, alla maglia ed ai calciatori. Solo queste cose mi faranno sempre gridare:
Forza Juve!

By Big Tony

10 dicembre 2007

Dossier del Drago di Cheb per Ju29ro

Dossier Telecom/3: gli sviluppi della vicenda
di Drago di Cheb

Le intuizioni e i concetti costituiscono gli elementi della nostra conoscenza, così non possono esserci concetti senza intuizioni e intuizioni senza concetti.Immanuel KantPrima di continuare a illustrare la storia del caso Telecom




Jè giusto fermarsi ?
un
attimo?

Dossier del Drago di Cheb per Ju29ro
Nel capitolo precedente abbiamo visto che si è verificato qualcosa di grave e irreparabile, la morte di Adamo Bove, ma è opportuno a questo punto spiegare adeguatamente le varie posizioni.Innanzitutto è necessario dire che i familiari di Adamo Bove non credono al suicidio, sanno che Adamo soffriva di vertigini e che sospettava di essere pedinato. Bove, inoltre, aveva la certezza che qualcuno, all’interno dell’azienda, volesse scaricare su di lui le responsabilità dello spionaggio Telecom, probabilmente per “salvare” qualcuno di molto potente.





Al contrario la testimonianza della dipendente Telecom, Caterina Plateo, alle autorità giudiziarie («A un certo punto cominciai a nutrire perplessità circa le richieste del dottor Bove su elaborazioni dati, in particolare quelle che mi venivano fatte telefonicamente o su biglietti... per utenze che risultavano poi in contatto con personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport o di enti locali, quali il Banco di Roma») sembra far ricadere ogni responsabilità su Bove stesso. Interessante anche ricordare come, nella sua deposizione, la dott.sa Plateo abbia parlato dell’esistenza di una macchina per le intercettazioni vocali uguale a quelle in uso alle forze dell’ordine: l’RT6000.





Noi vi sono elementi per stabilire se Bove fosse realmente complice del network spionistico di Telecom o se fosse una persona giusta e onesta che aveva intenzione di smantellare il network stesso. Sarà compito dell’autorità giudiziaria scoprire la verità e, fino a quel momento, ci limiteremo a registrare tutte e due le tesi, senza esprimere giudizi di merito.Fatta questa doverosa premessa possiamo continuare con il nostro racconto.



L’11 Settembre del 2006 Marco Tronchetti Provera rassegna le sue dimissioni dalla presidenza di Telecom, ma questa improvvisa svolta non viene messa in relazione allo scandalo delle intercettazioni e dei dossier illegali, quanto ad una polemica tra Tronchetti e il Governo, nella quale quest’ultimo avrebbe fatto pressioni per convincerlo a cedere il controllo della rete fissa dell’azienda alla Cassa Depositi e Prestiti (ente statale).Tronchetti Provera, in reazione a queste presunte pressioni governative, parla al Corriere della Sera del cosiddetto “Piano Rovati” (da Angelo Rovati, “consigliere economico” del Presidente del Consiglio), una sorta di Business Plan sulla sostenibilità finanziaria della suddetta operazione. Ma, dietro questa mossa, secondo alcuni, si celerebbero motivazioni diverse.Pochi giorni dopo (20 di Settembre del 2006), infatti, il Giudice per le Indagini Preliminari di Milano emette 21 ordinanze di custodia cautelare, per associazione a delinquere finalizzata allo “spionaggio illegale” e alla corruzione. Finiscono in manette un commercialista (accusato di aver organizzato la galassia di finanziarie estere attraverso le quali gli spioni facevano perdere le tracce dei milioni di euro spesi dalla Telecom per i dossier), undici uomini di Guardia di Finanza e Carabinieri, oltre che un dipendente dell’Agenzia delle Entrate di Firenze. Secondo gli inquirenti, questa organizzazione sarebbe stata capeggiata da Giuliano Tavaroli (ex capo della security Telecom e del CNAG), Pierluigi Iezzi (security della Pirelli) ed Emanuele Cipriani (Polis d’Istinto), con la presunta complicità di Marco Mancini, alto esponente del Sismi già indagato in relazione al caso “Abu Omar”.Qualche mese dopo (*) finiscono in manette anche Fabio Ghioni, un ex giornalista di Famiglia Cristiana, Sasinini, mentre Giuliano Tavaroli, già incarcerato, viene raggiunto da un nuovo ordine di custodia cautelare.Il primo viene accusato di essere a capo di una speciale struttura di Telecom, denominata Tiger Team, accusata di condurre attacchi informatici a siti di aziende concorrenti (Vodafone, per esempio) e di riuscire a scardinare le difese delle caselle di posta elettronica di personaggi ritenuti scomodi. Il secondo invece, avrebbe avuto il compito di redigere delle analisi su persone precedentemente dossierate dalla Polis d’Istinto di Cipriani.



Nel Novembre 2007 vengono arrestati altri componenti: Alfredo Melloni (del Tiger Team) e Roberto Preatoni.In seguito anche Angelo Iannone, ex carabiniere e appartenente alla divisione brasiliana di Telecom, finisce nell’occhio della giustizia, aprendo un altro capitolo della vicenda: una “guerra” che vedrebbe contrapposta l’agenzia spionistica americana Kroll (assoldata dal nemico storico di Telecom, Dantes) e la Telecom per il controllo di Telecom Brasil (chi volesse approfondire i risvolti legati a questo episodio può fare riferimento agli articoli del giornalista Davide Giacalone su www.davidegiacalone.it).Ma chi erano i mandanti di questa gigantesca azione di spionaggi che, secondo la stampa, supererebbe per gravità persino i dossier illegali dell’epoca del Sifar del Gen.De Lorenzo?

Noi non ci azzardiamo a dare giudizi, che potrebbero essere smentiti, essendo l’inchiesta della Non essendoci giudizi certi e definitivi ci limitiamo a menzionare quanto scritto in un’Ordinanza dal Giudice delle Indagini Preliminari, Giuseppe Gennari: «Siamo di fronte a una parte di attività che nulla ha a che fare con gli scopi aziendali e quindi con gli interessi dei soci ai quali è necessario guardare per verificare se il denaro della società venga impiegato da chi ne ha la disponibilità in conformità alle ragioni per le quali il potere stesso e' attribuito». Secondo il Gip, quindi, l’opera di spionaggio avrebbe avuto interessi in gran parte slegati da logiche di tipo concorrenziali/aziendali, trovando invece motivazione negli interessi di singole persone che, essendo a capo della società, avrebbero fatto uso di queste facoltà per scopi privati.Più avanti, nell’Ordinanza, si legge che «quando si parla di appropriazione indebita la persona offesa è il soggetto giuridico società dietro cui si collocano i soci azionisti che della società sono proprietari e non certo l'amministratore della società e il vertice».



In questa ottica, andrebbero nettamente separate le posizioni dell’azienda in quanto tale da quelle dei suoi amministratori: in sostanza, l’azienda (e i suoi azionisti, che non hanno voce in capitolo nella gestione) potrebbe essere considerata vittima del reato di appropriazione indebita, dunque della distrazione di fondi, utilizzati non per fini “istituzionali” ma per perseguire obiettivi addirittura illeciti, dei quali gli autori sarebbero stati pienamente consapevoli.Gennari chiude accennando ad una pen drive in possesso di Tavaroli, sulla quale sarebbero state memorizzate una serie di comunicazioni intercorse tra funzionari dell’Antitrust, che testimonierebbero lo spionaggio dell’Ente da parte della rete spionistica Telecom.



Questo fatto manifesterebbe «l'eccezionale gravita' del comportamento della Security di Telecom, la quale era in grado di mettere nelle mani dell'azienda (perché è ovvio che le notizie prelevate non fossero appunto di utilizzo da parte della Security) elementi di conoscenza potenzialmente in grado di interferire, gravemente e illecitamente, nell'operato di un soggetto istituzionale che dovrebbe essere massima espressione di autonomia come il Garante per il Mercato e la Concorrenza».Fabio Ghioni, in una recente intervista, ha dichiarato che i vertici aziendali erano, perfettamente al corrente delle azioni illecite commesse in Brasile nell’ambito della “guerra” per il controllo di Telecom Brasil: «Inizialmente sulla vicenda sudamericana la security venne coinvolta solo marginalmente. Le strutture più impegnate erano l’ufficio affari legali internazionali, il top management della Telecom Italia Latino-America, dalla presidenza in giù, il general counsel, l’ufficio legale. Senza dimenticare i vari centri di costo. La security è entrata in gioco successivamente, quando ci è stato richiesto di trovare le prove dell’attività di spionaggio della Kroll e di rispondere. Tavaroli ha capito che era una grande occasione per tutti noi». Insomma, non solo i vertici telecom conoscevano il comportamento della security ma lo incentivavano.Continua .... Nota (*):19 gennaio 2007 alle 16:16 — Fonte: repubblica.itCaso Telecom, altri quattro arresti. Attaccarono il computer di Colao - Oltre a Tavaroli, in manette o arresti domiciliari Fabio Ghioni e Rocco Lucia, dipendenti del gruppo, e l’ex giornalista di Famiglia Cristiana Guglielmo Sasinini. Accusati di aver tentato di introdursi nel pc dell’amministratore delegato Rcs e in quello di Massimo Mucchetti, giornalista del Corriere della Sera.23 marzo 2007 alle 10:40 — Fonte: repubblica.itDossier illegali Telecom, nuovi arresti - Tredici ordinanze di custodia cautelare notificate a uomini delle forze dell’ordine ed ex manager.



Avrebbero ricevuto denaro per raccogliere informazioni riservate raccolte in 30 archivi. Nei guai Tavaroli, Ghioni, Iezzi e l’ex giornalista di Famiglia Cristiana, Sasinini”.

fonte:ju29ro

07 dicembre 2007

Dossier del Drago di Cheb per Ju29ro

Dossier Telecom/2: la ragnatela che tutto avvolge.
di Drago di Cheb


Non è necessario credere in una fonte soprannaturale del male; gli uomini da soli sono perfettamente capaci di qualsiasi malvagità.Joseph Conrad.Il clamore dello scandalo “Laziogate” fa passare sotto silenzio un altro rivolo dell’inchiesta sul caso “Telecom”, che risulta invece importantissimo per comprendere pienamente il “garbuglio”

Laura Danani, ex legale rappresentante della Tom Ponzi Investigazioni e titolare di una piccola agenzia investigativa, viene arrestata con l'accusa di “spionaggio telefonico”. La donna viene addirittura intercettata dai Carabinieri mentre detta ad un suo collaboratore un vero e proprio tariffario legato alle differenti compagnie.Ma la novità sta da un'altra parte: la Danani è sotto inchiesta, insieme a Emanuele Cipriani (Polis d’Istinto), per un'altra falsa verifica fiscale messa in atto dai soliti due marescialli della GdF (di cui già abbiamo dato conto nella prima parte di questa ricostruzione): questa volta a finire nel mirino una società di consulenza pubblicitaria di Milano.

Nell’ambito di questa indagine, durante una perquisizione negli uffici di Cipriani, i Carabinieri scoprono un DVD, il cui contenuto era criptato e protetto da una serie incredibile di password, nel quale sono memorizzati migliaia di dossier su uomini appartenenti al gotha economico, finanziario, politico e, addirittura, sportivo. La prova, in pratica, che molti degli uomini di potere italiani venivano dossierati.Dai giornali si apprende dell'esistenza di dossier su Corrado Passera (Banca Intesa), Cesare Geronzi (Capitalia e, ora, Mediobanca) e le sue figlie (una giornalista Mediaset, l’altra dirigente Figc), Franco Carraro (Presidente Figc e Medio Credito Centrale), Lorenzo Cesa (segretario UDC), Aldo Brancher (personaggio di spicco del partito “Forza Italia”), Roberto Calderoli (Lega Nord), Vincenzo Pozzi (Presidente ANAS).

Oltre agli uomini di potere (l'elenco di cui sopra è parziale), gli spioni hanno esteso il “dossieraggio” anche a "voci" ritenute scomode, quali quelle del comico Beppe Grillo e dei giornalisti Marco Travaglio e Davide Giacalone. Ma la cosa forse più strabiliante è il ritrovamento di fascicoli riguardanti calciatori (Bobo Vieri, Adrian Mutu e Vladimir Jugovic), arbitri (Massimo De Santis) e dirigenti, sempre del mondo del calcio, quali Luciano Moggi e il ds del Messina, Mariano Fabiani.Lo spionaggio giunge al parossismo quando a finire sotto "osservazione" è un semplice pensionato, il quale aveva minacciato di manifestare il suo malumore all'assemblea degli azionisti Telecom, dopo i ripetuti capricci della sua linea ADSL che, nonostante le ripetute richieste, non era mai stata riparata.

Ormai lo scandalo è di proporzioni enormi. Ed il gioco, infatti, diventa mortale.Ai primi di giugno, Telecom compie un’ispezione interna (internal audit) la quale appura che i sistemi per acquisire legalmente i tabulati telefonici garantiscono anche l'anonimità degli accessi. All’interno di Telecom, insomma, c’era chi poteva spiare i numeri chiamati dai clienti senza lasciare traccia. L’audit è firmato dal responsabile del controllo interno, Fabio Ghioni. Ghioni era il vice della security, quindi, vice di Tavaroli prima e di Bracco poi. Ghioni, successivamente, finirà in carcere con l’accusa di aver capeggiato il cosiddetto “Tiger Team”, dedito a spionaggio e controspionaggio (il tiger team è un gruppo di specialisti della security. A differenza degli altri "addetti alla sicurezza", il tiger team è quello che può accedere a tutte le aree dell'azienda, in tutte le sedi e a tutti i sistemi).

Successivamente si apprende che la procedura che permette di introdursi indisturbati nella banca dati del traffico telefonico ha due nomi: Circe e Radar, il primo dedicato alla magistratura e il secondo all'antifrode. Sistemi particolari poiché consentivano l'accesso incontrollato a dati riservati. Nomi che vengono accompagnati anche da quelli di altri sofisticati cervelloni in grado di svolgere lo stesso lavoro, quali il famoso S2OC.La Telecom stessa a questo punto sporge regolare denuncia, senza tuttavia fornire indicazioni su chi abbia potuto farne utilizzo.Di questa denuncia rende conto il settimanale “L’Espresso” che indica in Adamo Bove (capo sicurezza TIM) la persona che ha deciso di fare piena luce sulla vicenda vuotando il sacco di fronte ai Magistrati.

Ma chi era Adamo Bove?Difficile rispondere a questa domanda, di sicuro si può dire che era un ex dirigente della DIGOS che, nel 1998, aveva deciso di mettere la propria esperienza a disposizione di aziende private.Per comprendere a fondo il rischioso lavoro che questa persona svolgeva è illuminante un episodio: Bove (che gestiva il contratto coperto da segreto di Stato sui cellulari Telecom del Sismi) nell'aprile 2006, dietro regolare richiesta della Magistratura, fornisce alla Digos di Milano i numeri telefonici riservati di Mancini e degli altri funzionari del servizio, indagati per il caso del sequestro Abu Omar (gli sviluppi di questa inchiesta condurranno Mancini in carcere).Ormai, la partita è pericolosissima e Bove viene indicato come il responsabile dello spionaggio. Notizia poi ripresa da alcuni quotidiani come Il Sole24Ore che, il 10 giugno, parla di Bove come del Dominus della rete spionistica.

A detta di familiari e amici, da quel momento, Bove si sarebbe sentito vittima di un raggiro nel quale avrebbe dovuto fungere da “agnello sacrificale” per la salvaguardia di qualcuno più potente di lui.Il 21 luglio 2006 Adamo Bove muore, precipitando da un viadotto della tangenziale di Napoli.


(continua…)

Fonte: ju29ro

MOGGI CONTRO TRE

Moggi contro tre.
Volere non è potere.
di Trillo

Dall'anno scorso, quando andò in TV dalla Ventura, fino alla partecipazione alla trasmissione di Moncalvo o della Bignardi abbiamo sentito astiosi commenti secondo i quali Moggi evitava il contraddittorio. Falso! Dalla Ventura venne incalzato da Vianello, conduttore di "Mi manda Rai3", mentre da Moncalvo la controparte era rappresentata dai politici Baccini e Capezzone, non certo tifosi juventini o simpatizzanti moggiani.
Questa volta, però, nessuno può obiettare nulla: Diaco nella trasmissione "Temporale" del 5 dicembre, in onda su Canale Italia, ha opposto Moggi a Renga e Riccardo Luna ("Il Romanista"). Sappiamo tutti chi sono: due grandi accusatori. Vale la pena vedersi la trasmissione, che potete scaricare nella nostra sezione Download tra i "Video". Se non avete molto tempo a disposizione vi offriamo la chiave di lettura della puntata, come l'ha vista Trillo, e una nota finale dello Staff.
Dal blog di Trillo: Volere non è potere.
Dicevano che non c'era mai contraddittorio.
Così per l'intervista di ieri a Luciano Moggi, su Canale Italia, l'ex ragazzino insolente Pierluigi Diaco ha invitato in studio due personaggi dall'indubbia carica velenosa: Roberto Renga de Il Messaggero e Riccardo Luna, direttore de Il Romanista (nella foto, da sinistra a destra, i tre giornalisti).



CAKI' , CAKO' E CAKAMILKAZZO

La cronaca dell'incontro.
Parte subito Luna, affermando che Moggi chiamava gli arbitri. Balla.

Attacca Renga, affermando a sua volta che Moggi comandava i giornalisti. Ammesso e non concesso che sia vero, è difficile stabilire se sia più puttana chi comanda o chi si lascia comandare, e comunque la questione non giustificherebbe la distruzione della Juventus sancita dalla geronto-squadra della Caf.

Riparte Luna: Perché la sera di Juve Roma chiamò Racalbuto a mezzanotte e mezza?

Celo-celo-celo-manca, come per le figurine. Aspettiamo l'intercettazione.

Renga: Lo dicono tutti (mi ricorda qualcosa), il più bravo è quello che sa corrompere meglio.

Diaco: questa affermazione è pesante.

Renga: non ho detto corrompere, ho detto strizzare l'occhio.

Tre banane si alzano dal cesto della frutta che ho sul tavolo e mi guardano stralunate:ma che cazzo dice? Ha detto corrompere, l'abbiamo sentito anche noi! Zitte, state zitte, rispondo io. Parlo anche con le banane ora: spero solo che mia moglie e mio figlio stiano dormendo.

Moggi: Copelli parlava con Meani e con quelli dell'Inter, è nelle intercettazioni. Cosa dovrei pensare io che a Torino ho perso la Supercoppa con un gol valido di Trezeguet annullato da Copelli? Secondo lei è verosimile che le cose siano andate sempre e soltanto come hanno scritto i giornali? Che l'Inter non telefonasse mai a nessuno?

Luna: io mi fido di quelle intercettazioni, secondo me l'Inter non ha fatto telefonate quell'anno
.

Moggi: Mazzei e Bergamo sostengono che Facchetti telefonava eccome.

Luna: Ma si può parlare di un morto? Di un galantuomo come Facchetti? Difendersi parlando di una persona che non c'è più?

Le tre banane nel cesto della frutta ridono.

Moggi: visto che lei, Luna, ha parlato di macchine (gli sconti aziendali Fiat fatti avere a Pairetto), come mai non ha detto che anche al suo vice Campanella facemmo avere due auto con lo stesso sconto del 23 percento?

Luna: Campanella è morto di tumore due anni fa, come fa lei a difendersi parlando di persone che non ci sono più?

Moggi: Non sapevo fosse morto, mi scuso con i familiari, ma ha comunque preso due auto con lo sconto del 23 percento.

Luna: Beh? Non è mica un reato! Lei Moggi parla di di un morto. Ci sono i familiari che ci ascoltano! Moggi, lei non è mai caduto così in basso.

Le tre banane piangono a dirotto.

Diaco: vicenda Lapo. Lapo ha fatto il suo nome, che cosa risponde?

E Moggi gli spiega che Lapo il suo nome non l'ha mai fatto.

Questa cosa la sappiamo tutti, aggiungo io, ma Diaco è un giornalista quindi non ha alcun dovere di sapere le cose di cui parla nelle sue trasmissioni. Ci mancherebbe, che giornalista sarebbe se si informasse prima di informare gli altri?

Luna: non se ne può più di questo calcio. Finalmente arriva il 3° tempo, ci si stringe la mano alla fine della partita. I tifosi non devono più avere paura di furti.

Le banane nel cesto iniziano a menarsi come scaricatori di porto ubriachi.

Luna: Perché Moggi frequentava Geronzi? Ha scritto il Messaggero che lei nel 2005 ha incontrato Rosella Sensi e Geronzi per fare entrare suo figlio nella Roma.

Moggi: è falso.

Luna: Ma l'ha scritto il Messaggero!

Le banane: hai rotto i coglioni! Ha detto che è falso! Chi cazzo se ne frega se l'ha scritto il Messaggero? Hai detto il Messaggero, mica il Messia. Ti ha risposto che non ha mai fatto quella richiesta né incontrato quei due per fargliela. Anche la banane è riuscito a fare incazzare.

Luna: a Napoli siete in 37 con la richiesta di rinvio a giudizio, ma Moggi è il capo dei capi. L'ha detto la procura di Napoli. Io non voglio vedere mai più slealtà!

Siccome non vuole mai più vedere slealtà, questo essere che oltre a fare ribrezzo sul piano intellettuale, è talmente brutto da sembrare un incrocio tra Dario Argento e Olivia, la fidanzata di Braccio di Ferro, riparte a testa bassa:

Luna: all'assemblea degli azionisti Boniperti ha detto che con quello che aveva fatto Moggi, vi è già andata bene a non essere finiti in serie C.

Moggi: non ha fatto il mio nome, le farò avere il verbale dell'assemblea.

Luna: ce l'ho.

Le mie tre banane: allora prima di parlare leggilo, testa di c***o.

Due perle in sequenza quando sta per finire il tempo a disposizione: una di Olivia che non sa più cosa domandare per dare sfogo alla propria libidine repressa
:

E' vero che lei è proprietario di una ventina di immobili a Roma?

Moggi: non so nemmeno come siano fatti venti immobili a Roma.

Le mie tre banane: ma a te, se comunque fosse, che cosa cazzo te ne frega, tanto per dirne una?

Renga, passando a dargli del tu e con l'espressione di chi ha capito che il tentativo di mettere il Direttore alle corde è fallito anche stavolta:

Il tesoretto ce l'hai?

Ah ah ah... che ridere.

Luna: Moggi, si sente responsabile degli stadi vuoti?

Le mie tre banane: hai mai pensato, Olivia, che degli stadi vuoti siano magari responsabili quelli che devastano la sede del Coni, quelli che hanno fatto sospendere un derby dicendo che un poliziotto aveva ucciso un ragazzino quando non era vero, e per farlo sono entrati in campo allo stadio Olimpico come fossero una delegazione di diplomatici in visita alla sede delle Nazioni Unite? O che gli stadi fanno cagare, che i biglietti costano un po' troppo per quello che ti viene offerto in cambio, che la farsa di calciopoli poteva essere un toccasana per un mondo pieno di difetti solo nella mente di coloro che vorrebbero ma non possono? E non possono oggi come non potevano prima, non perché qualcuno glielo impediva, ma semplicemente perché non erano in grado e non lo sono nemmeno ora, nonostante continuino ad avere garantita la partecipazione allo spettacolo, pur non possedendo i requisiti necessari previsti dal regolamento?

Più che un contraddittorio, sembrava il tentativo di due babbuini di violentare una balena. A suo modo, per chi conosce un pochino le carte di calciopoli, è stato anche divertente.

Una cosa però è apparsa lampante anche stavolta: ci puoi mettere il contorno che ti pare, puoi invitare sugli spalti tutti, oppure nessuno, solo balene o solo babbuini. Puoi urlare, o parlare sottovoce, puoi aggredire o provare a ipnotizzare chi non vedi l'ora di cancellare per sempre. Puoi fare quello che ti pare, un babbuino non potrà mai trombarsi una balena, e nemmeno due. E' contro le leggi della natura, ma soprattutto è contro le leggi della fisica. Quindi non si tromba.

Al limite, tanti babbuini potrebbero divorarne la carcassa, il giorno che qualcuno quella balena riuscisse ad accopparla. Per ora i babbuini, tutti i babbuini, dovranno mettersi il cuore in pace e tenersi la fame.

Io, che non sono bastardo come qualcuno crede, posso contribuire ad alleviare le loro sofferenze. Se vogliono, possono prendersi le mie tre banane dal cesto.



NOTA DELLO STAFF di ju29ro

Diaco equilibrato: ha lasciato parlare Moggi, ha lasciato spazio eguale al contraddittorio, lo ha moderato senza evitare colpi nè a destra nè a sinistra. Aveva buone domande da fare e non ha lasciato che la discussione, come voleva l'ospite Renga, si riducesse a stucchevoli questioni etiche. Insomma non ha mandato in carrozza Calciopoli come qualcosa di vero e assodato, ma ha permesso che rimanesse una questione aperta, su cui ancora bisogna far luce. Moggi ha vinto il confronto con Luna, che si era preparato le coltellate ma si è perso nel suo livore. Moggi ha ancora una volta tirato in ballo le pratiche "COMO" & "LADRONI", fascicoli con all'interno oltre 10 persone intercettate tra Juventus e FIGC. Ha ricordato le dichiarazioni rese da Tavaroli al Pm, nelle quali descrive la convocazione nell'ufficio di Moratti insieme a Buora per chiamare Cipriani.
Renga, mai tenero con Moggi e la Juve, ha ammesso che prima c'erano tre poteri, Juve-Milan-Inter, mentre ora sono rimaste in due a dividersi tutto e che è tutto come prima (anche lui dopo il pm Narducci e molti altri!). Moggi ha dovuto controllarsi per restare calmo davanti a domande poco pertinenti di Luna, come quella sugli appartamenti a Roma, minacciando però "Luna, se non t'ho mai querelato, ti querelo adesso!". Chiusura di Moggi: "Luna, mi dispiace che tu stia nel giornalismo perchè tu col giornalismo non c'entri niente...". A proposito dei moralisti, Indro Montanelli disse: "Dietro ogni moralista si nasconde sempre un delinquente".


fonte: venti9.blogspot.com
fonte: ju29ro

05 dicembre 2007

relax - il peggio del calcio

04 dicembre 2007

Farso_POLI_O

FONTE: CORRIERE DELLA SERA.I legali Disney e Warner Bros ricevono l'atto. Il Tribunale convoca Topolino e Paperino. Il caso nato da un processo per contraffazione di gadget. Il lapsus di un cancelliere produce effetti a catena Paperino e Topolino (da Disney.com) MILANO - Il testimone Topolino?

«È pregato di comparire innanzi al Tribunale il 7 dicembre». E non da solo: perché anche «i signori Titti, Paperino, Paperina» sono attesi «davanti al giudice monocratico» per deporre «quali testi nel procedimento penale 6342/05». Il timbro parla chiaro: «Io ufficiale giudiziario, richiesto come in atti, ho per ogni legale effetto notificato l'atto che precede a: Titti, Paperina, Paperino, Topolino». La «relazione di notifica», che la cartolina dell'Ufficio notifiche atti giudiziari di Milano attesta appunto essere stata fatta pervenire al supposto domicilio legale dei fumetti, conferma: non è uno scherzo della giustizia. Ma la bizzarra esecuzione di un teorico adempimento, richiesto effettivamente dalla Procura di Napoli: la citazione proprio di questi quattro testimoni da parte del pm all'udienza in programma venerdì, in un processo partenopeo a un cinese accusato di aver contraffatto gadget con le immagini dei personaggi dei cartoni. Ovvio che si sia trattato di un paradossale lapsus di cancelleria. Che, una volta vergato, non è stato più fermato, anzi ha via via risalito tutti i livelli di una burocrazia ormai talmente paraocchiata da diventare cieca anche rispetto al ridicolo.

L'imputato cinese è accusato a Napoli di aver contraffatto giochi e adesivi con le immagini di Topolino & Co. E in questi casi è il legale rappresentante dell'azienda danneggiata a essere chiamato dal pm per riferire al giudice che quello contraffatto era davvero un proprio marchio. Ma non è un caso che ogni giorno in Italia un processo su tre «salti» per un qualche difetto di notifica. Nella montagna di adempimenti pratici nei quali si dibattono le cancellerie dei tribunali, in perenne affanno da carenza d'organici e assenza di risorse materiali, deve essere accaduto che il tapino cancelliere di turno abbia automaticamente trasposto nell'atto di citazione dei testi i nomi rimastigli impressi in una affrettata lettura del capo d'imputazione. Il resto è implacabile burocrazia che si autoperpetua. Che sia a mano (come la citazione della Procura napoletana) o dattiloscritto (come sulla cartolina dell'Ufficio notifiche milanese), il risultato non cambia: e «mediante consegna di copia a mani dell'ufficiale giudiziario», la notifica plana (come e anche meglio che in un cartone animato) nello studio legale di Milano che di solito patrocina Warner Bros e Walt Disney nei processi per contraffazione.

Improbabile, però, che Paperino e Topolino si presentino a testimoniare. Pare siano già impegnati con i bambini di mezzo mondo sotto Natale. «Legittimo impedimento».Luigi Ferrarella - 04 dicembre 2007

LISCIA ? oppure ferrarelle ?

Indagine sulle sentenze sportive

Indagine sulle sentenze sportive: interrogato Ronzani.
di Andy54 ( fonte :
JU29RO )

La settimana scorsa è avvenuto qualcosa d'importante che, come al solito, abbiamo prima voluto "ruminare" per poi esprimere i nostri commenti, ampiamente discussi in un forum con tanti tifosi juventini. Ecco l'articolo di "La Repubblica" letto sul sito violanews:

Le sentenze di Calciopoli finiscono ufficialmente sotto inchiesta: nei giorni scorsi i pm di Napoli hanno interrogato, in gran segreto, Pier Luigi Ronzani, il giudice che scrisse le ultime sentenze del più grande scandalo della storia del pallone italiano, quelle che condannarono le squadre per salvare, di fatto, i dirigenti, a partire da Franco Carraro. Un interrogatorio lampo, quello di Ronzani. Nel corso del quale l´ex presidente della Camera di conciliazione e arbitrato del Coni, la cassazione dello sport, è stato molto esplicito: «Alla vigilia dei processi di Calciopoli - questo il senso delle sue parole - il presidente del Coni, Gianni Petrucci, mi ha avvicinato: voleva che non prendessi alcuna decisione sulla posizione di Franco Carraro». I sostituti procuratori napoletani, Beatrice e Narducci, così come altri addetti ai lavori, avevano sempre guardato con una certa diffidenza, per non dire sospetto (1), agli esiti degli arbitrati che un anno fa avevano stravolto le decisioni del giudice del primo e del secondo grado sportivo. Questa estate i loro sospetti avevano trovato una prima precisa conferma, quando nell´ambito di una inchiesta della procura di Bologna (che indagava su un caso di malagiustizia sportiva relativo al basket, il cosiddetto "caso Lorbek"), emerse un´affermazione "anomala" resa sempre da Ronzani: «Dopo le vicende che mi hanno visto protagonista sui lodi di Calciopoli - spiegò - sono entrato in contrasto con Petrucci. Motivo di tale contrasto è stato il lodo Carraro in merito al quale fui avvicinato da Petrucci, che mi sollecitò ad una soluzione diversa da quella che poi ho adottato. In particolare mi chiese di dichiarare l´incompetenza della camera motivandola con aspetti tecnico-giuridici. La mia convinzione era invece diversa». Letti gli atti dell´indagine bolognese, i pm napoletani hanno deciso di sentire personalmente il testimone (che nel frattempo è stato silurato dal Coni, assieme all´intera Camera di arbitrato, abrogata).

Ronzani ha confermato parola per parola, dettagliando ulteriormente, quanto dichiarato in un primo momento (e cioè le pressioni del Coni sulla Camera da lui presieduta) gettando una nuova luce sugli esiti di Calciopoli. Anche perché, sempre da Bologna, sono arrivate le altre carte che raccontano di una Camera arbitrale tutt´altro che impermeabile alle pressioni dei massimi vertici dello sport italiano (2).Le nuove dichiarazioni di Ronzani verranno adesso utilizzate nel corso del processo penale che comincerà il 15 dicembre a Napoli (3). Contemporaneamente, però, il verbale reso da Ronzani al pm di Bologna è finito anche sulla scrivania dei magistrati romani che stanno valutando «eventuali profili penali» relativi al comportamento del presidente del Coni Gianni Petrucci.

Note:
(1) - Stralcio dell'intervista di Beatrice&Narducci di giovedì 12 Luglio 2007:NAPOLI - (Ansa) "La delusione e lo scetticismo per le istituzioni sportive credo sia generale. Alcuni risultati erano stati raggiunti nella sentenza di primo grado, poi sono stati annacquati fino agli arbitrati, avvantaggiati da un clima che in Italia muta facilmente: o forcaioli o lassisti. Il garantismo è un’altra cosa'’. Così il pm di Napoli Filippo Beatrice titolare dell’inchiesta su calciopoli insieme con il collega Giuseppe Narducci in un’intervista che i due magistrati hanno rilasciato all’‘’Espresso'’ e di cui il settimanale ha diffuso oggi un’anticipazione. Il pm è convinto inoltre che il cosiddetto sistema Moggi abbia falsato più campionati, oltre quello 2004-2005 al centro dell’inchiesta: "E’ evidente che è cosi’. Ci sono fatti che fanno capire che le cose non siano nate certo nell’autunno 2004.Occorreva però la collaborazione delle persone che non c’è stata".

Il mondo del calcio è così marcio? ‘’Non e’ molto diverso dall’Italia, riflette una serie di meschinità del paese'’, ha risposto il magistrato. E Narducci ha sottolineato che il calcio ‘’andrebbe rifondato'’. "Guido Rossi - ha affermato - è durato troppo poco. Del resto dopo la politica e l’imprenditoria restavano i santuari del calcio". .........I pm della procura di Napoli si sono anche soffermati sui commenti alle sentenze sportive fatti da magistrati che si sono occupati della vicenda. "Subito dopo la sentenza di secondo grado - ha ricordato Narducci - mi colpi’ l’intervista a Mario Serio, componente del collegio, che spiegava perchè la Caf aveva ridotto le sanzioni di primo grado. Se fosse stata rilasciata da un qualsiasi giudice ordinario avrebbe comportato iniziative anche gravi. Valutazioni dell’illecito sportivo sopravanzate da altre di ordine generale: gli umori dell’opinione pubblica, l’auspicio di provvedimenti di clemenza, la partecipazione dell’Italia ai Mondiali.

Non scherziamo, giudici ordinari, amministrativi, sportivi: tutti dobbiamo avere l’assoluta certezza che i magistrati chiamati a giudicare lo facciano sulla base rigorosa dei fatti e non di elementi al di fuori del processo. Invece certi commenti post sentenza, anche quelli del presidente della Corte federale Piero Sandulli, mi hanno inquietato" (Ju29ro Team: noi siamo inquietati anche dai commenti pre-sentenze).

(2) - Stralcio dell'articolo di Mensurati su La Repubblica del 10 agosto 2007I veleni del Coni su Calciopoli. Le sentenze nel mirino dei pm. ROMA - Quanti avevano storto il naso di fronte agli esiti del processo sportivo di Calciopoli - con le sostanziali assoluzioni, passate sotto silenzio, dei principali protagonisti di quella stagione, da Carraro e Della Valle in poi - non potranno perdersi gli sviluppi dell'imprevisto scandalo estivo che ha investito i vertici del Coni a partire dal suo presidente, Gianni Petrucci. .............Le intercettazioni telefoniche operate dai Nas di Bologna hanno messo in evidenza - lo sostiene il pm Lorenzo Gestri - "un quadro impressionante di contatti incrociati fra rappresentanti dei vertici delle istituzioni sportive, dirigenti della Pallacanestro Treviso e funzionari della Camera di conciliazione (la massima autorità di giustizia sportiva, che ha detto l'ultima parola sia nel caso Calciopoli sia in quello Lorbek-Benetton ndr) certamente idonei non solo a sollevare dubbi sull'effettiva genuinità dell'esito finale della giustizia sportiva (...) ma, ancor più, a minare in radice la credibilità di garanzia, trasparenza e terzietà che dovrebbero tradizionalmente contraddistinguere l'operato ed il funzionamento dei vertici istituzionali dello sport nazionale".

Sempre Ronzani rafforza la sua accusa raccontando come, durante i giorni concitati del lodo Lorbek, un ruolo quanto meno anomalo fu giocato da Stefano Bovis, funzionario dell'ufficio legale del Coni. Sapeva cose che i giudici avevano appena deciso nel segreto della camera di consiglio e che quindi erano state apprese certamente da uno dei componenti della giuria. Una doppia rivelazione, quella di Ronzani, che da un lato precipita nel più cupo imbarazzo la massima carica dello sport italiano e dall'altro risponde alla domanda che in molti (magistrati di Napoli compresi), in questi giorni, si sono ripetuti: "Ma se per il lodo Benetton è successo tutto questo casino, per la Juventus e il Milan cosa è successo?".

(3) - Noi sappiamo che il 15 dicembre ci sarà l'udienza davanti al GUP. Se ci sarà o meno un processo si deciderà in quella data. Forse a Repubblica sono già oltre?

COMMENTO - Il Coni, ad agosto ha emesso questa la nota, "respinge inoltre giudizi riguardanti la messa in discussione della credibilità di garanzia, trasparenza e terzietà dell’operato dei vertici istituzionali dello sport nazionale, ricordando come in data 22 marzo, il presidente Petrucci scriveva una lettera riservata personale al presidente della Camera di Conciliazione e Arbitrato, Pier Luigi Ronzani, rappresentandogli, qualora il caso Lorbek fosse giunto dinanzi alla Camera di Conciliazione e Arbitrato, che la stessa avesse mantenuto i necessari caratteri di autorevolezza, indipendenza e trasparenza, come di norma stabilito".Petrucci, leggendo la nota, si sarebbe mosso in anticipo, con zelo, per spiegare a Ronzani quelli che erano i compiti del suo incarico. Mah. Dalle notizie attinte dalla stampa possiamo formulare l'ipotesi che il timore di Petrucci potesse essere, fin da subito, il veder crollare il castello di Calciopoli e della giustizia sportiva in generale. Spinto da questo timore si sarebbe "interessato" affinché la Camera Arbitrale dichiarasse l´incompetenza, motivandola con aspetti tecnico-giuridici: che si trattasse di Carraro, Moggi o il basket era indifferente. La Camera Arbitrale presieduta da Ronzani adotta motivazioni tecnico-giuridiche per Moggi e Giraudo: non decide perchè i soggetti non erano più tesserati (stessa "posizione" che avevano anche prima che iniziasse il processo).Petrucci, par di capire, avrebbe avuto piacere che l'Arbitrato "sterilizzasse" le sue prerogative per confermare la linea dei processi. Ronzani, invece, non era d'accordo e ribadì il potere che il ruolo gli concedeva: l'Arbitrato trattò molto bene Carraro.Per quanto riguarda i pm di Napoli: dall'interrogatorio di Ronzani hanno attinto altro materiale da utilizzare per "provare" il ruolo di Carraro o per "definire" il ruolo ed il potere di Petrucci legato alle sentenze sportive?L'ipotesi di un Carraro sodale di Moggi, che già a nostro parere regge poco, può essere allargata a Petrucci? Lo reputiamo difficile. Come sarebbe possibile sostenere che Petrucci apparteneva allo stesso "disegno" e fosse dalla parte di Moggi quando è lui l'autore della nomina di Guido Rossi, quando tutti i dirigenti hanno ottenuto tangibili "sconti di pena" salvo Moggi, Giraudo, De Santis ed i designatori?Ne sapremo di più a breve. Intanto son tornati a suonare i primi "tamburi di guerra", quelli fatti di articoli e apparizioni TV, quelli che lo scorso anno funzionarono benissimo nel generare il sentimento popolare che gran peso ebbe nelle sentenze. "Sentire popolare" che influenzò la prima sentenza di Ruperto come la seconda di Sandulli: il pm Narducci, come abbiamo letto, contesta solo il "sentimento popolare" tenuto in conto dalla CAF e riferito dal giudice Serio. Siamo sicuri che nelle prossime settimane i "tamburi di guerra" si moltiplicheranno: quello che riguarda la Juve "tira" sempre bene. Processo-doping docet.

30 novembre 2007

QUOTO

Via juve29inter13

E' online il nuovo sito della Juventus.
Tutto molto bello.
Ricchi premi e cotillons.
Juventus membership di qua.
Juventustore di la.
Foto dei giocatori.
Foto degli stadi.
Foto della sede.
Ma che meraviglia.
Sono comparsi pure i due scudetti dimenticati. Ora ci sono (con un "revocato" a fianco).
E non c'è la Coppa Zaccone.
Però.
Quando si ha a che fare con El Kann+Tutori e Birigenti, c'è sempre un "però" grosso come una casa.
Ecco il "però".
La Triade è stata completamente rimossa dalla storia della Juventus.
Non se ne parla.
Non sono mai citati i più grandi dirigenti della storia juventina.
Dirigenti che hanno conquistato 7 scudetti su un totale di 29 (quasi un quarto del totale...).
Il commento non può che essere questo:
VERGOGNA
FUORI I MERCANTI DAL TEMPIO


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Lingua in bocca tra il Candido e LuckyLuke
Pur immerso nei suoi mille impegni, il Luca polivalente si ricorda di una ricorrenza.
Buon segno.
Il telefono squilla di primo mattino, ora piuttosto inconsueta, ma lui sta già imbarcandosi su un aereo diretto a Torino, versante Fiat........
E basta sfiorare il pallone con una semplice battuta perchè il discorso si proietti sulla Juve che resta, anche per Montezemolo, un bene di famiglia, una figlia o, se volete, un'amante dell'Avvocato.


"Sono entusiasta di questa squadra uscita dall'inferno, che lotta senza esasperazioni e senza limiti con un perfetto mix tra anziani e giovani. Una Juventus di persone per bene, guidata da un allenatore che sta rivelandosi ideale per il nuovo ambiente. Dirigenti umili, ma tenaci, che appaiono poco ma acquistano sempre maggiore consapevolezza del loro ruolo in una società che si chiama Juve. Cadere, pagare, risorgere.
Esemplare storia di sport e di vita".

Siamo al telefono di dieci minuti:dove è finita la Ferrari? "Non avere paura, la Ferrari resterà per sempre la cosa più importante della mia vita. E' un esempio per l'Italia. L'ultima stagione è stata per noi un insieme di cose belle: la macchina, la lotta contro l'imbroglio, la giustizia che abbiamo ottenuto....".
Sottopongo alla Vostra attenzione, tra le tante str... di questo candido lingua in bocca, la frasetta "una Juventus di persone per bene".... Evidente la sottintesa contrapposizione con i dirigenti che c'erano prima.


Ribadisco.

VERGOGNA
FUORI I MERCANTI DAL TEMPIO .


Via juve29inter13

26 novembre 2007

LA REALTA ' E' QUESTA

TV CATTIVA MAESTRA

Una doverosa premessa: il presente non intende in alcun modo supportare né dare adito ad eventuali teorie del complotto, doglianze e piagnistei vari tipici della mentalità anti-juventina; si propone invece di analizzare i continui e gravi errori della classe arbitrale guidata da Collina in riferimento alla rappresentazione mediatica del calcio.


Un’altra doverosa promessa: si ritiene, ad ogni modo, che le odierne eventuali teorie del complotto abbiano più legittimità di quelle in voga al tempo di Moggi. In tv è tutta un’orgia di "opinionisti", nani e ballerine che provano ad irretirci con un’irritante manfrina: “Oggi sappiamo che gli errori degli arbitri sono in buonafede, mentre prima con Moggi non era così…”. Posto che la prima parte della frase è vera solo fino a prova contraria, era vera anche al tempo di Moggi. Anche al tempo di Moggi si necessitava di prova contraria.

O almeno si sarebbe dovuto.


Poi ci sono stati i processi e non si è trovato alcuna prova contraria. Ossia la Juventus non ha mai comprato una partita. Non ha influenzato alcun arbitro. Nessun arbitro è stato squalificato per aver favorito o per avere avuto rapporti con la Juventus. Sentenza della giustizia sportiva. Amen. La seconda parte della manfrina è quindi falsa.


Quanto alla prima parte: fino a prova contraria. Paradossalmente un’eventuale odierna teoria del complotto ha più legittimità della passata teoria del complotto, già giudicata come senza fondamento dalla giustizia sportiva.Comincerò quindi l’analisi di questa ennesima giornataccia per gli arbitri, prendendo in considerazione questa seconda premessa, per poi addentrarmi in qualche considerazione più tecnica.La partita è Reggina-Fiorentina, l’arbitro è Ayroldi. Il Granillo torna protagonista. Nel primo tempo, nell’evolversi di un’azione da calcio d’angolo, il giocatore della Fiorentina Pazienza commette un evidente fallo di mano all’interno dell’area di rigore. Ayroldi è posizionato benissimo. In linea con il contatto tra il braccio di Pazienza e il pallone. Osserva. Aspetta un paio di secondi. E poi fischia. Fallo in attacco e punizione per la Fiorentina.


Mi sovvengono tanti episodi della propaganda anti-juventina:fallo di mano di Iuliano in un Lazio-Juventus arbitrato da Collina. L’arbitro viareggino non è posizionato bene e il fallo di mano non è così intelleggibile come quello di Pazienza. Le televisioni ne parleranno per un mese. E non lo scorderanno mai. Quanto durerà televisivamente l'evidenziazione del fallo di Pazienza? Un soffio....pazienza!Rigore negato a Ronaldo in Chievo-Inter. E’ vero: De Santis era in buona posizione.


Ma se quell’episodio è ancora citato dalla propaganda anti-juventina come episodio cardine utile a dipingere De Santis come arbitro juventino (lo stesso De Santis a Matrix ammise che precedentemente non vide un rigore ancora più netto a favore del Chievo), nonostante non vi sia alcuna prova a sostenerlo, siamo autorizzati oggi a fare simile considerazione per Ayroldi?La madre di tutti gli episodi: goal annullato a Cannavaro prima della pioggia di Perugia. Allora De Santis fischiò sull’impatto del pallone e si voltò. Ieri Ayroldi vede un rigore e aspetta due secondi a fischiare...una punizione in favore degli avversari.Insomma: è un complotto? Ayroldi è al soldo di qualcuno, influenzato da qualcuno? No, non lo è fino a prova contaria.


Ho prova invece, così ha giudicato la Corte Federale, che Collina e De Santis non si siano adoperati per favorire la Juventus.Sempre in Reggina-Fiorentina, quasi allo scadere, Ayroldi non assegna un rigore evidente per fallo di Vandenborre su Missiroli. Il difensore belga travolge il reggino. Da regolamento è rigore. C’è però che Missiroli ha già calciato la palla prima di subire il contatto. Rimane rigore per il regolamento ma in tv sembra meno rigore. Ossia, l’opinione pubblica, se non aizzata, ci può passar sopra. L'opinione pubblica è "indirizzata" dalla Tv.


Un esempio l'abbiamo visto ieri sera, quando, pur in presenza di una indiscutibile vittoria della Juve si cercava il pelo nell'uovo: il primo gol nasce da un calcio d'angolo inesistente, sentenzia la Tv di Stato. Vero! Ma altrettanto inesistente era il famoso calcio d'angolo da cui scaturì l'annullamento del gol di Cannavaro nella famosa Juve-Parma. Due situazioni speculari ma trattate in modo diametralmente opposto dalla Tv: a trarne vantaggio, per loro, è stata sempre la Juve. Incoerenza e faziosità.Ma vediamo altri episodi di questa giornata.Genoa-Roma. Rosetti, aka Robbychenonsbagliaunfischio, ne sbaglia parecchi. Rigore solare su Vucinic, per trattenuta di Bega.


Il montenegrino non si butta, ma prova ugualmente a calciare. L’onestà non viene premiata. In tv diranno: “non è caduto”, “non ha protestato”… Non viene concesso il rigore. Sempre Vucinic si invola verso l’area, salta Bovo che lo placca con un gomito alto, tra l’altro in posizione da ultimo uomo, da regolamento. Non verrà sanzionato, in quanto televisivamente, nello svolgersi dell’azione, non sembra l’ultimo uomo. Ma lo è. Infine non viene espulso Juric, per una seconda ammonizione dovuta per un fallo di mani volontario.


Ma la meccanica, televisivamente parlando, non induce all’ammonizione. Era una punizione dal lato e lui in barriera. Poco importa cosa dice il regolamento. Sembra che gli arbitri debbano essere più attenti alle apparenze che alla sostanza. Infine un clamoroso errore del guardalinee che annulla un goal favorevole a Di Vaio per inesistente posizione di fuorigioco.Inter-Atalanta. Banti. Evidente spinta di Cruz su Carrozzieri nell’azione del raddoppio. Alla tv non si vede nemmeno, inizialmente. Ma il goal è irregolare. Naturalmente i giornalisti troveranno di che rifarsi criticando Banti per la mancata espulsione di Manfredini per fallo su Suazo. In realtà, da regolamento ci stava il giallo, per un intervento scomposto ma frontale e che mirava al pallone.


Certo televisivamente faceva un gran bell’effetto. E così il fallo di Cruz è passato sostanzialmente in carrozza. A chi l’ha fatto notare a Zanetti Javier, l’argentino ha risposto: "stessero zitti alla Juve che di arbitri non possono parlare". Al che, con un esercizio di stile, invece di mandarlo a quel paese, lo rimando alla mia seconda doverosa premessa.Juventus-Palermo. Saccani. Clamorosi errori pro-Juve. Il calcio d’angolo da cui nasce il primo goal non c’è. Molinaro tocca forse con il braccio aderente al corpo un pallone col suddetto braccio fuori area. E quindi è rigore. Infine svista colossale dell’arbitro: Del Piero rifila una testata a Palladino. Ora si invoca la prova tv.Con la modalità del commento off, mi stupisco invece del giallo ecumenico (e televisivo) comminato a Nocerino e Simplicio. Il primo pressa l’avversario da dietro e in sequenza riceve dal secondo una gomitata, un tentativo di gomitata e una volta giunti al faccia a faccia una testata. Nocerino non si accascia al suolo. Quindi: ammonizione per entrambi. Il regolamento dice: espulsione per Simplicio. La tv dice: ma sì una scaramuccia come tante.Continuando a parlare di tv in Cagliari-Milan (arbitro Dondarini) Gattuso, che ha ormai assunto gli atteggiamenti e lo status dell’intoccabile, schiaffeggia Acquafresca, con l’evidente intenzione di intimidirlo. Un buffetto bonario, commenta la tv. Non credo si ricorrerà alla prova tv: del resto c’è un Milan-Juve che si approssima.


Infine, fuor di televisione, in Lazio-Parma mancata espulsione per Couto e Pandev, colpevoli di reciproche e proditorie gomitate al volto succedutesi per l’intero primo tempo a scadenza regolare, e a Udine, senza ausilio di moviola, pesanti sospetti su un fuorigioco sul primo goal di Quagliarella.


Morale della favola: gli arbitri non applicano il regolamento, ma oscure regole di comportamento mutuate dal bon ton della Corte di Francia o più probabilmente dall’istupidimento mediatico generale. Ciò che non è evidente, non si fischia. Se c’è rigore, ma non ti butti, non te lo fischio. (Anche a Cagliari in un contropiede Gattuso tenta di abbattere Foggia che rimane in piedi, già ammonito avrebbe dovuto essere espulso). Se ti assestano una gomitata, ma non crolli esanime, non punisco l’autore. Insomma l’invito è: simula nel miglior modo possibile, in modo che anche in tv sembri così.


Se un’ espulsione ci sta da regolamento, ma temo di andare incontro a critiche, il cartellino me lo tengo nel taschino. Insomma, alla fine, il vero giudice degli arbitri non è Collina, ma Biscardi, Ziliani o Pistocchi. L’unico arbitro a non uniformarsi alla regola, in questa disastrosa giornata, è stato quindi Ayroldi che ha negato un rigore visibile in tv, dai balconi dei palazzi adiacenti al Granillo, e forse anche dall’altra parte dello Stretto.Insomma: niente complotti, please. Ma diciamocelo: il lavoro di Collina sembra tutto centrato a salvare le apparenze. D’altra parte lui che è stato ancor prima di un buon arbitro, un grande fenomeno mediatico, sa bene come si vende un prodotto. Ma la sua gestione sta producendo sconquassi dal punto di vista dell’aderenza al regolamento, e il ripetersi di errori marchiani.


Delle due una: o la gestione Collina non esiste, ma il tutto è gestito dalla grande, famosa e penalmente rilevante opinione pubblica, oppure è un fallimento su tutta la linea.



Fonte: JU29ro _ 26 /11/07


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29 sacrosanti ( senza contare l'ennesima conquista successiva - LA TERZA STELLA )Troppo invidiosi


juventus - palermo 5-0 ( 2007 )

22 novembre 2007

ECCO XkE'



Prenditi da bere .

Perlissima


Medoòn ! Che tipo ,...bho!

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Cobollo ha dichiarato che la Juve non è la più penalizzata, ricorda solo Napoli e Parma!
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Dunque il presidente si è dimenticato del Cagliari, Udinese, Roma e Inter!


Si è dimenticato dei 35 cartellini!


Si è dimenticato dei rigori a nostro favore non concessi.

Stiamo ancora a parlare del fuorigioco di Turone e Cobollo ha già cancellato 8 giornate di campionato!


Vuoi vedere che alla fine del girone d'andata non ci sarà più memoria nemmeno di Parma e Napoli?

Vuoi vedere che Cobollo si è dimenticato la serie B?
Ma che razza di presidente abbiamo?


Ha ragione l'amico Mourinho.


Di solito gli incompetenti si dimettono, qui si consolidano!
Mi viene un altro conato, plik, plak....








By Big Monica






21 novembre 2007

L'uomo Nero sulla vendita della Juve


Domanda –

Quando ha parlato di investimenti americani, si riferiva anche all’interessamento di un colosso cinematografico americano nei confronti della Juventus?

Risposta –

Se si riferisce alla Warner, confermo tutto quello che ho detto in passato. La Juventus ha rifiutato, lo scorso anno, una ingente offerta della società americana. La quale sta tornando alla carica, proprio in questo periodo. Non era il tempo, anche in virtù di quanto accaduto con calciopoli, di disfarsi della Juventus. La società, intendo la Famiglia Elkann, avrebbe subito un ridimensionamento sul piano dell’immagine. Ora, invece, tutto verrà valutato ed analizzato. Diranno che dopo tanti anni, è giunto il momento di farsi da parte, invitando la nuova società a gestire con amore il gioiello dell'Avvocato. Loro, cioè gli Elkann, rimarranno con una quota di moniranza, pari a circa il dieci per cento.


Domanda -

Insomma, lei sta accusando la famiglia Elkann di voler abbandonare, dopo aver superato calciopoli, la Juventus senza avere il coraggio di ammetterlo?

Risposta -

La società, vuole chiaramente vendere. Se una donna non ti desidera più, non deve per forza mandarti un comunicato ufficiale sul pianerottolo di casa. Lo fa capire con i gesti. Inutile raccontare bugie, basterebbe dire la verità. Penso sia chiaro che, questa nuova Juventus, non ha alcuna intenzione di spendere e di investire quanto la precedente. E le dico di pù. Chi dice che la precedente società, quella gestita dagli Agnelli, era fredda e distaccata, si sbaglia. Gli Agnelli, pagavano stipendi di notevole spessore, e coltivavano grandi ambizioni. Non tutte le società oggi si possono permettere di pagare cinque milioni a giocatori come Cannavaro, Thuram, Del Piero, Zambrotta, Buffon e Nedved. Anzi, esistono queste società. Ma non figura più la Juventus.


Domanda –

Sono Inter, Milan e Roma, gentile Uomo nero.

Risposta –

Si sbaglia. Tolga la Roma. Mi riferisco solo ad Inter e Milan. E sono grandi formazioni. Inutile pensare che questa Juventus, quella del dopo calciopoli, possa suscitare il medesimo fascino di quella del passato. Il fascino, attrae i calciatori come le belle donne agli uomini potenti. E non si dica che Ivanovic ha scelto la Juventus. Non bisognerebbe esserne fieri. L’altra formazione, cioè l’altra pretendente, è l’Ajax, che paga i propri giocatori circa un terzo in meno di quanto potrebbe farlo una società come la Juventus, nonostante il rigido regime di contenimento degli stipendi. La scelta di Ivanovic, deve dunque essere considerata in tale ambito. Senza eccessive romanticherie. In ogni caso, non stiamo parlando di un giocatore come Puyol, ma di un giovane di belle speranze. Che non ha mai giocato in Europa a grandi livelli. Certo, è una soddisfazione. Ma non bisogna esagerare. La cosa strana, è un'altra. Possibile che le casse della Fiat non siano state mai tanto piene, che l'Ifil navighi nell'oro, che la Ferrari vinca ovunque e che solo la Juventus perda punti in borsa, non riuscendo a sostenere un budget degno di tale nome sul mercato. Ora che ci penso, però, un motivo c'è. Vogliono vendere la società.


Domanda -

Si può affermare che il primo colpo della Juventus, a parametro zero, per la prossima stagione, sarà il centrocampista Borowski?

Risposta -

Non è esatto. Borowski è stato bloccato dalla Juventus, come lo svedese Mellberg ed il danese Jensen. L'ultima parola spetterà a Claudio Ranieri, il quale non è entusiasta di questa operazione. Anche se, a mio avviso, Borowski è un ottimo giocatore. Permetterebbe alla Juventus di compiere un salto di qualità, senza dimenticare che si tratterebbe di un parametro zero. Prenderà il posto di Almiron, per il cui cartellino il West Ham e l'Amburgo hanno in queste settimane offerto cinque milioni. Ma difficilmente Almiron accetterà la destinazione tedesca. E' molto confuso, in questo periodo. Un altro trasferimento, stroncherebbe la sua carriera.


Domanda –

Gentile Uomo nero, la prossima volta di cosa vorrà parlare?

Risposta –

Ogni tanto, fa bene cambiare. Penso che tornerò a parlare della casa madre. E vorrei anche soffermarmi su Giovinco. Il trattamento che sta ricevendo ad Empoli, non mi soddisfa. Avrebbero dovuto imporre una sua maggiore utilizzazione, alla Juventus. Sarà il nuovo campione del futuro, e poi è di origine catanzarese, ed in bianconero di quelle parti ha giocato anche Mauro. Se penso che la Juventus dei giovani, come ha più volte detto il presidente Cobolli Gigli, lo ha ceduto in prestito, mentre il Milan dei vecchi ha speso più di venti milioni per prendere Pato, che a mio avviso vale quanto Giovinco, mi viene da sorridere. Eppure, è successo.

18 novembre 2007

L'Uomo nero su Gava e Collina

Per nulla intimorito dalle incessanti segnalazioni circa la propria identità, l’Uomo nero è parso quasi compiaciuto di tanta attenzione. E, soprattutto, di tanta curiosità circa le rivelazioni da lui pronunciate circa quattro mesi fa, quanto puntualmente riportate dai principali mezzi di informazione. Ripristinata la moda legata al cambiamento di numero di cellulare, definita come una: “necessità, anzi una precauzione necessaria”, l’Uomo nero si è questa volta soffermato sugli errori della campagna acquisti bianconera. Anche, conferendo maggiore fiducia a Tiago…

Domanda – Gentile Uomo nero, con il suo ritorno si sono moltiplicate le ipotesi sulla sua identità. E sono ricomparse, nel contempo, le segnalazioni. Ad esempio, c’è chi giura che lei prenda, ad ogni inizio di settimana, una aereo con destinazione Milano. E c’è chi ritiene che lei, molto presto, dovrà di nuovo abbandonare questo ciclo di interviste per non meglio identificati impegni di lavoro. Cosa risponde?
Risposta – Come le ho già detto, preferisco non rispondere. Mi diverte, però, tanta attenzione nei miei confronti. Fortunatamente, posso avvalermi dell’anonimato. Altrimenti, sarebbe difficile poter rispondere a queste domande senza consegnare alcuni indizi.

Domanda – Che giudizio ha maturato sulla direzione di gara di Parma?
Risposta – Scandalosa. Una cosa inaudita. Per come è maturata, la direzione di gara è stata persino peggio di quella di Napoli – Juventus. L’arbitro, al quale venne chieste di non arbitrare la Juventus nel corso del precedente campionato, in quanto fraterno amico di Del Piero, coincidenza non certo edificante nell’era susseguente a “calciopoli”, ha annullato una rete regolare a Iaquinta. Nessuno ha ancora compreso quale fallo abbia commesso l’attaccante bianconero. La Juventus ha dovuto inoltre subire decisioni ingiuste nel primo tempo, con falli a ripetizione fischiati a centrocampo nei confronti di Palladino. Che è stato anche ammonito per un intervento inesistente. E’ stata inoltre scandalosa la concessione del rigore per l’intervento di Cristiano Zanetti su Reginaldo. Nella sostanza, si sono appena sfiorati.

Domanda – Cosa pensa dell’espulsione di Chiellini?
Risposta – Niente di positivo. L’intervento era rude ma regolare. Ma Morfeo in maniera poco coraggiosa ha fatto finta di lamentarsi per il dolore, tirando Chiellini verso di sé. Lui si è lasciato trascinare, con furbizia, ricadendo su Morfeo, cercando una reazione. Il problema è che queste cose, dovrebbe dirle qualcun altro. E non certo io. Se continueranno a colpire la Juventus con rigori viziati da presunzione e pregiudizio, dubito che i bianconeri possano riuscire ad accedere alla prossima Champions League. E Collina deve smetterla di selezionare aribitri che hanno trascorsi poco felici con la Juventus.

Domanda - Scusi, Uomo nero. Ma non colgo la sua allusione. Si spieghi meglio, se possibile.
Risposta - Lo faccio subito. In precedenza, proprio Gava, aveva concesso ai bianconeri un rigore inesistente per fallo di Grandoni su Iaquinta, alla prima giornata. E Collina cosa ha fatto? Lo ha mandato a Parma, solo per fargli fare il giustiziere, ed ha sbagliato.

Domanda - Mentre rimetto il casco, per precauzione, le sue opinioni su Iaquinta, nuovo duca bianconero, sono cambiate?
Risposta - No, non sono cambiate. Non le darò facilmente ragione. La pensiamo in modo diverso. Riconosco, naturalmente, che Iaquinta è un ottimo giocatore, ma è costato più del suo reale valore. E per favore, non si pensi che la Juventus debba trasformarsi in una formazione costruita su Iaquinta. Non scherziamo, per favore. E' una seconda scelta, utile per una panchina lunga. L'attacco migliore, per la Juventus, sarebbe composto da Trezeguet e Huntelaar. Con Del Piero e Iaquinta come alternative, considerando che Palladino si sta imponendo come esterno alto di centrocampo.

Domanda – Iniziamo, che il tempo scorre e fa il suo dovere. Come valuta il processo di inserimento dei nuovi acquisti bianconeri?
Risposta – Male, come vuole che possa giudicare un non inserimento da parte di elementi come ad esempio Almiron o Tiago? Tengo a sottolineare che, all’inizio di queste interviste, precisai il valore aggiunto in una formazione come la Juventus di giocatori come Grygera e Salihamidzic. E mi pare che entrambi stiano giocando molti incontri, non solo per gli infortuni degli altri. Iaquinta, è stata una sorpresa positiva. Anche se bisogna inquadrare tale giudizio nella straripante condizione di Trezeguet, e nella crescita di Palladino. Che a mio avviso, può realmente rappresentare il futuro di questa formazione. Oltre, ovviamente, alla continua prestazione di Del Piero, il quale dovrà in ogni caso abituarsi ad un ridimensionamento tattico. Come seconda punta, non rende più. Vorrei però, se me lo consente, soffermarmi su Tiago.

Domanda – Faccia pure, sino a prova contraria siamo qui per questo.
Risposta – Sono in sintonia con il pensiero comune, che giudica Tiago un giocatore non certo eccezionale. Ma mi preme osservare una visione che alla Juventus, nel recente passato, era presente. E spesso, aiutava nell’inserimento i giocatori. Vede, alla Juventus c’è sempre stato il rispetto di tutti i giocatori della rosa. Quando arrivò a Torino un tale di nome Davids, famoso per le risse, che ebbe anche alla Juventus, ma che furono spesso mascherate da Moggi, nonché considerato da Costacurta una mela marcia, sa cosa successe per circa tre mesi?

Domanda – Ci risiamo. Se inizia a farsi le domande da solo, il mio ruolo non ha più ragion di esistere Sembriamo realmente Totò e Peppino, altrimenti. Comunque, proceda.
Risposta – Ride – Lei deve stare attento solo a ciò che dico. Questo è il suo ruolo. Dicevo, ai tempi del suo arrivo a Torino, direttamente da Milano, patria del divertimento, Davids era spaesato. Ma i dirigenti erano preparati all’evenienza di una crisi di ambientamento, la medesima che sta colpendo Tiago. Bene, ogni giorno Antonio Conte, che so tra l’altro che con lei ha un buon rapporto, lo andava a prendere sotto casa, accompagnandolo sino al centro di allenamento del “Comunale”, per fargli un po’ di sana compagnia. Stimolandolo nell’inserimento all’interno del gruppo. E tra questi c’era anche Montero. Vede, a turno, quelli che oggi sono chiamati senatori, ma che in passato erano semplicemente ragazzi magnifici e di grande professionalità, facevano questo gesto di cortesia nei suoi confronti, aiutando in maniera indiretta la società nella gestione dei calciatori. Era in questo modo, genuino e sano, che si costruiva lo zoccolo duro. Ma se nessuno, oggi, dice a questi giocatori di farlo, vuole che sia spontaneo un atteggiamento del genere? Insomma, Tiago non sarà Gerrard e forse neppure Lampard, ma merita di far parte della Juventus. Ovvero, sarebbe un’ottima seconda scelta che una formazione di rango deve avere. Ha qualità, e sarebbe una riserva di grande valore. Ma nessuno gli da fiducia. Ed a sbagliare è anche Ranieri. Hanno dato più fiducia ad Almiron che a lui. Con questo grande Cristiano Zanetti, anche Tiago riuscirebbe ad esprimersi su grandi livelli.

Domanda – Comprenda bene una cosa, però. Il massimo di spesa è stato fissato, in estate, in circa quindici milioni a giocatore. Non sembra ci fosse di meglio, e di più economico, sul mercato.
Risposta – Prima di tutto, Hamsik è costato di meno. Ed ora la Juventus dovrà sborsare un po’ di più per averlo, anche se merita i complimenti per la tempistica della trattativa e per la saggia intuizione estiva nell’opzionarlo, come ho anticipato io, ad agosto, salvo poi dover sentire le stesse cose sui giornali circa quattro mesi dopo. La storia del budget ristretto per la Juventus, deve però finire. Prendiamo il Bayern Monaco. Ha disputato una stagione disastrosa, nell’ultimo campionato. Eppure, uscendo dalla Coppa dei Campioni e fallendo in campionato, la dirigenza ha scelto di non ridurre il prestigio della squadra. E’ stata varata una rivoluzione. E non dica che il Bayern Monaco ha più risorse della Juventus, perché è sbagliato. Il Bayern Monaco ha meno della metà degli introiti televisivi dei bianconeri, per non parlare dei rientri economici inferiori a livello di amichevoli estive o di sponsor. Eppure, hanno preso Klose, Toni, Ribey ed Antiltop.

Domanda – Ma anche la Juventus, sulla carta, ha speso.
Risposta – La smetta di difendere l’indifendibile. Vuole paragonare Toni con Iaquinta? O magari lo spaesato Almiron con Ribery? Diciamo che Antiltop, che a me piace molto come giocatore, per il quale il Bayern Monaco ha effettuato un ottimo colpo a parametro zero, vale Tiago. Non a livello di qualità, ma a livello di risorsa in un organico ampio e variegato. Per una squadra costruita con la volontà di tornare a dominare in Germania e a competere in Coppa dei Campioni. Questa è una società che ha grandi dirigenti. E mi fermo qui, ma penso siano chiari i riferimenti. Anche la Juventus avrebbe dovuto seguire questa strategia.

Domanda – Adesso non può tirarsi indietro, deve proseguire.
Risposta – Ride – E proseguo, aspettavo solo che lei mi formulasse questo quesito. Come vede, quando ci sono le domande corrette, non ho bisogno di farmele da solo. Che senso avrebbe cercare di recuperare il terreno perduto rispetto alle milanesi nel lasso temporale di tre o cinque anni quando con un piccolo sforzo iniziale, si sarebbero potute ridurre le mancanza nei confronti di Milan ed Inter? La Juventus di Gianni Agnelli, lo avrebbe fatto. Come lo ha fatto in passato. E non mi riferisco solo a quella di Sivori e Charles, ma anche a quella più recente.

Domanda – Non aggiri il problema. E se può, lo trafigga.
Risposta – Come si fa a vendere Ibrahimovic all’Inter per ventiquattro milioni? Sa come la penso su Ibrahimovic, abbiamo anche litigato sul suo valore. Io continuo a ritenere che sia un ottimo giocatore ma non un fenomeno. Il vero fenomeno è Kakà, non lui. Ma, nel contesto in cui si è sviluppata la vicenda di calciopoli, non avrebbero mai e poi mai dovuto cedere alcun elemento ai nerazzurri. Poi, Ibrahimovic la deve smettere di dire che Secco gli ha imposto di trovarsi un’altra formazione. Non è mai successo, lo assicuro. Come al solito, consigliato da Raiola, il nuovo Moggi, che gravita molto vicino alle faccende nerazzurre, ha cercato di distorcere la realtà.

Domanda – Insomma, Ibrahimovic è andato via dalla Juventus per sua espressa volontà. Spinto da Raiola, che ha comunicato allo svedese la possibilità di un aumento dell’ingaggio soltanto all’Inter.
Risposta – Esatto. Ma non un ingaggio qualunque, che magari gli avrebbe potuto offrire il Milan, che con Raiola ha un conto in sospeso, ma un grande ingaggio. Se Ibrahimovic non è andato al Milan, la colpa è solo di Raiola. Senza dimenticare le parcelle che l’Inter ha dovuto versare proprio a Raiola per portare avanti questa trattativa. Era Moggi a volersi disfare di Ibrahimovic, non Secco. Tanto è vero che Luciano Moggi lo propose al Real Madrid per ottanta milioni, quando era ancora lui a comandare in Corso Galileo Ferraris. Ma gli spagnoli, in quel momento, non era interessato. E le dico di più. La Juventus, quella della nuova dirigenza, chiese ad Ibrahimovic di accettare un prestito annuale con un rinnovo del contratto. Ma lui rifiutò. Ricordo che ebbe anche dei conati di vomito, in quei giorni, a Pinzolo, dovuti alla tensione. A quella tensione che lo stava divorando. Ma le pressioni di Raiola e la sua voglia di un aumento, ebbero la meglio. Se non ci crede, lo domandi a lui.

Domanda – Se ci sarà una prossima volta, di che cosa parleremo?
Risposta – Ride – Sono un abitudinario. Le rispondo con la solita frase. Non decido nulla, racconto solo ciò di cui sono a conoscenza.

Fonte: Nesti Channel

14 novembre 2007

Un po' di STORIA

Dossier del Drago di Cheb per Ju29ro




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Avvertenza per i lettori: questa ricostruzione dello scandalo Telecom-Spy è da considerare come un semplice riassunto di quanto apparso sugli organi di stampa. Non siamo giornalisti e non abbiamo informazioni privilegiate, quanto da noi scritto è facilmente reperibile leggendo i numeri arretrati de Il Corriere della Sera, La Stampa, La Repubblica, L’Espresso, Panorama e di tutti gli altri giornali e settimanali italiani.

La ricostruzione completa conterà di 4 o 5 articoli, che appariranno periodicamente sul sito, con questi titoli:

1) Telecom-spy: la genesi;

2) Telecom-spy: l’evoluzione;

3) Telecom-spy: la situazione attuale dell’inchiesta;

4) Telecom-spy: Le connessioni con il mondo del calcio;

5) Telecom-spy: Gli scandali “telefonici” degli ultimi anni e gli inquietanti interrogativi ad essi collegati

TELECOM-SPY

1^ parte:
la genesi dell’inchiesta che rischia di sconvolgere l’Italia
"L'Italia - e non solo l'Italia del Palazzo e del potere - è un Paese ridicolo e sinistro: i suoi potenti sono delle maschere comiche, vagamente imbrattate di sangue "contaminazioni" tra Molière e il Grand Guignol"
Pier Paolo Pasolini, “Lettere Luterane”
Il caso Telecom-spy nasce da una piccola inchiesta, un’indagine riguardante alcune gare d’appalto indette dal Comune di Milano per la “vigilanza privata” dei parchi pubblici.
Una classica storia all'italiana a base di malvessazione e corruttela, ma che nasconde inaspettatamente un inquietante risvolto: il 16 novembre 2003, durante una perquisizione, i Carabinieri scoprono con stupore che il presidente della società vincitrice dell'appalto aveva avuto modo di conoscere in presa diretta le mosse della Procura che, in quel momento, ne stava indagando le mosse.
Era spuntato il germe del dubbio, il sospetto che la Procura della Repubblica di Milano venisse segretamente spiata.
Qualche mese più tardi, il 31 Marzo del 2004, il Presidente di questa società viene arrestato insieme alle sue due insospettabili “talpe”, una cancelliera dell’ufficio dei Gip e (addirittura) un giudice onorario. Al processo le “talpe” si arrendono subito e patteggiano la pena, ma la loro condotta processuale si dimostra quanto mai preziosa per la Procura milanese perché consente ai Magistrati di non svelare tutte le prove che saranno successivamente usate per assestare il primo vero colpo decisivo all’inchiesta.

Il 13 maggio 2004, otto arresti scuotono l’intero gruppo Ivri (Istituti vigilanza Riuniti d’Italia), allora numero uno in Italia nel business della sicurezza privata. Anche in questo caso l’accusa, in sostanza, è quella di corruzione nell’ambito di appalti per la vigilanza. Ma vi è una circostanza che sconvolge i Magistrati: le intercettazioni disposte per far luce sul caso dimostrano come gli indagati fossero assolutamente convinti di poter controllare le mosse della Procura. La storia si ripete e i Magistrati acquisiscono la certezza dell’esistenza di una nuova talpa (ancora oggi non individuata) al Palazzo di Giustizia di Milano.

L’inchiesta a questo punto sembra improvvisamente rallentare (sarà una costante del modo di operare dei giudici di Milano) ma clamorosi colpi di scena sono alle porte.

Il 4 Maggio del 2005 entra infatti in scena il “re delle intercettazioni” Giuliano Tavaroli, ex Carabiniere e capo della security di Telecom Italia. Insieme a lui viene coinvolto anche il suo amico Emanuele Cipriani, massone dichiarato e imprenditore nel settore delle investigazioni private e della security aziendale. Le indagini si infittiscono e vengono perquisiti gli uffici e le abitazioni private dei due, con l’accusa di Associazione a delinquere finalizzata alla violazione del segreto istruttorio.

L’inchiesta, che inizialmente sembrava un affare di secondo piano, comincia ad assumere scottanti ed imprevisti risvolti. Questo soprattutto grazie alla figura di Tavaroli, elemento cardine nell’universo Telecom, ma non solo. L’ex Brigadiere dell’antiterrorismo di Milano, infatti, oltre a dirigere la security di Telecom Italia, ricopre un altro, importantissimo, ruolo: responsabile del Centro Nazionale Autorità Giudiziaria (CNAG), ovvero dell’ente che gestisce tutte le intercettazioni richieste dalla Magistratura. A questo proposito, è assai importante ricordare che fu proprio il Tavaroli a spingere affinché questo delicatissimo incarico gli fosse affidato in prima persona, togliendolo dalla competenza dell’ufficio Legale Telecom di Roma.

Sui fatti, le circostanze e le fonti di prova che hanno portato alla formulazione della grave accusa summenzionata i Magistrati cercano di mantenere il più stretto riserbo ma alcuni giornalisti riescono però a comprendere che, alla base di tutto, c’è qualcosa di molto grosso: una vera e propria centrale di ascolto non autorizzata in grado, quantomeno, di lanciare un allarme “intercettazioni” nel momento in cui l’autorità giudiziaria avesse disposto questo tipo di provvedimento nei confronti di indagati eccellenti. Una sorta di “airbag” a protezione di personaggi di spicco della classe dirigente.

Lo stesso Tavaroli in un'intervista rilasciata a La Stampa di Torino spiega così l’inchiesta della magistratura milanese: «Tutto nasce da un indagine sull’Ivri, un istituto di vigilanza privata. Durante una telefonata intercettata tra un certo Di Ganci, titolare della Sipro (un'altra società di vigilanza privata, ndr), e un suo interlocutore, viene fuori il mio nome, indicato come quello che poteva avvisarli di indagini in corso».

Intanto la Telecom Italia di Marco Tronchetti Provera, alla notizia dell’indagine nei confronti di un suo manager a capo di uno dei settori nevralgici della società, reagisce alquanto ambiguamente: Tavaroli viene rimosso dall’incarico nell’azienda telefonica (con la quale continuerà comunque a svolgere attività di consulenza esterna) ma ne ottiene un altro, sempre internamente al perimetro del gruppo tronchettiano: responsabile della Pirelli in Romania.

Il secondo perno sul quale si volge l’attenzione della Procura milanese è Emanuele Cipriani, proprietario della società investigativa Polis d’Istinto. Il suo coinvolgimento nel caso dipende da due circostanze che hanno dell’incredibile.
Nel settembre del 2004 un grosso rivenditore di pneumatici di Viterbo riceve la “visita” di due finanzieri, che ne rovistano gli uffici e ne controllano i registri contabili. I modi evidentemente inconsueti dell’ispezione suscitano il sospetto del titolare che si mette direttamente in contatto con la Guardia di Finanza, la quale nega l’esistenza di accertamenti sull’azienda. Il successivo e tempestivo intervento della Polizia riesce a bloccare i due finanzieri fasulli che, si scoprirà poi, altro non erano che “incaricati” della Polis d’Istinto, giunti sul luogo per controllare il rivenditore per conto della Pirelli.

Qualche tempo dopo, il pm meneghino Fabio Napoleone ottiene in incarico un’inchiesta giacente da tempo in Procura, riguardante una denuncia sporta da un ex dirigente della Coca-Cola, convinto di essere stato pedinato ed intercettato. La conferma ai suoi sospetti giunge allorché gli viene recapitato un plico con all’interno un Cd-Rom contenente la registrazione (illegale) di molte sue telefonate. Un fatto che si rivelerà cruciale nello svolgimento della vicenda e che sconfessa la strana presa di posizione dell’avvocato Guido Rossi che, dopo aver preso il posto di Tronchetti Provera alla presidenza Telecom (settembre 2006) si affannò a diffidare gli organi di stampa dall’accomunare la vicenda Telecom all’esistenza di intercettazioni abusive (secondo Rossi si sarebbe invece trattato “solo” di un traffico illecito di tabulati).

Nel Marzo del 2006, un altro salto di qualità, con l’entrata in scena della politica: da Milano partono 16 ordini di arresto con l’accusa di corruzione di pubblici ufficiali e spionaggio. Tra i fermati figurano anche due “spioni” di società private romane, incriminati per aver tenuto sotto controllo ben 140 utenze telefoniche private e, soprattutto, per aver l’aver disposto uno spionaggio politico ai danni di Piero Marrazzo (candidato per il Centrosinistra) e di Alessandra Mussolini (candidata per Alternativa Sociale). Per Marrazzo i due avrebbero anche tentato di montare uno scandalo a sfondo sessuale (con tanto di reclutamento di un transessuale). Un intrigo che, per l’accusa, sarebbe servito per favorire il candidato del Centrodestra, Francesco Storace, per le imminenti elezioni della Regione Lazio (questo troncone dell’inchiesta, per competenza territoriale, è stato affidato alla Procura di Roma).

(continua...)
Fonte:
(Dossier del Drago di Cheb per http://www.ju29ro.com/)