03 aprile 2007

Dieci domande su calciopoli

Rispondono alcune delle voci più importanti e ascoltate del giornalismo italiano. Il primo contributo è di Piero Ostellino, già direttore del Corriere della Sera, di cui è tuttora acutissimo editorialista.

1. Ha anche lei l’impressione che le inchieste e i processi sportivi per “ripulire il mondo del calcio” siano stati pretestuosi, e che l’unico cambiamento consista nella eliminazione della Juventus dalla serie A?

Non è un’impressione. Sono i fatti che parlano. Poiché l’obiettivo era mandare la Juve in B, il cambiamento rispecchia l’obiettivo. Se proprio dovessi aggiungere una malignità (ma non troppo) direi che il cambiamento – con le penalizzazioni di Milan, Fiorentina e Lazio - è stato disegnato affinché, finalmente, l’Inter potesse vincere un campionato (ma grazie soprattutto ai due acquisti dalla Juve, senza i quali non ci sarebbe stata trippa per il gatto neppure questa volta).

2. Ritiene che la situazione della Juve (non solo la B, ma lo smembramento di una squadra e di una società) abbia la sua matrice in una logica per cui il primo obiettivo era colpire i nemici interni?


Anche qui sono alcuni fatti che parlano. Primo fra tutti la singolare arringa dell’avvocato della Juve – unica nella storia dell’Occidente – che, come usava nella Cina di Mao, invece di difendere il proprio cliente ne ha invocato la retrocessione. Io, al riguardo, mi sono fatto un’idea. E’ solo un’ipotesi - non suffragata da prove che potrei esporre in tribunale - ma avvalorata da molti rumors (qualcosa di più di pettegolezzi) e da una ricostruzione dei fatti, mia e di qualche amico, forse un po’ romanzesca, ma non del tutto campata in aria. Primo: Giraudo e Moggi, probabilmente con l’appoggio di Andrea Agnelli (che ora, non a caso, non va neppure più allo stadio), stavano cercando di trasformare la Juve in una public company analoga al Manchester United (stadio di proprietà, albergo, ristoranti, merchandising e quant’altro).
Secondo: ciò avrebbe diluito la partecipazione dell’azionista di riferimento, una frazione del quale non l’ha presa bene (il nostro capitalismo è contrario ad ogni innovazione modernizzatrice per definizione) e ha approfittato della divulgazione di intercettazioni telefoniche, oltre tutto illegali, per “scaricare” rapidamente i due prima ancora che la giustizia sportiva se ne occupasse. MA L’OBIETTIVO SAREBBE PERO’ PIU’ AMBIZIOSO E COMPLESSO. NON SI TRATTEREBBE SOLO DI LIBERARSI DI GIRAUDO E MOGGI, MA – QUESTA E’ LA VOCE CHE CIRCOLA INSISTENTEMENTE - DI LIBERARSI ADDIRITURA DELLA SOCIETA’ VENDENDOLA AL MIGLIORE OFFERENTE DOPO AVERLA RIPORTATA IN SERIE A CON LE FORZE RIMASTE. A TAL FINE, SI SMANTELLA LA SQUADRA, SI VENDONO I GIOCATORI MIGLIORI PER FARE CASSA, RIAGGIUSTARE IL BILANCIO E METTERLA INFINE SUL MERCATO. Terzo: E’ singolare, al riguardo, che commissario straordinario della Federazione calcio sia stato nominato non un giurista dello sport, ma un avvocato d’affari. Quarto: L’intera vicenda si innesta in una guerra finanziaria di successione fra gli eredi Agnelli, con la verosimile regia dei loro “consiglieri” in FIAT. Quinto: Per liberarsi di Giraudo e di Moggi e, SOPRATTUTTO, PROCEDERE SULLA STRADA DELLO SMOBILIZZO DELLA SOCIETA’, occorre montare lo scandalo e inventarsi una sorta di Mani pulite del calcio. Il che avviene con la complicità di un giornalismo che non si pone neppure delle domande _- come ad esempio ho fatto io – ma prende per buone le ragioni della “nuova Juve” e tifa per Moratti, sponsor di Guido Rossi (ex consigliere dell’Inter). Diciamolo: uno schifo, lo specchio di un’Italia moralista d’accatto, serva, marcia dalla testa ai piedi. Sesto: La Juve finisce in B con due sentenze che fanno strame del diritto e – se è vera la mia fantasiosa (?) ricostruzione – addirittura con il silenzio-assenso della vittima. Un doppio scandalo, ma niente di sorprendente in questa Italia che non è patria del Diritto, ma del rovescio. Settimo: Poiché la Juve è una società quotata in Borsa, mi sarei aspettato che la magistratura ordinaria si ponesse a sua volta qualche domanda – negli Stati Uniti se un azionista danneggia la propria società per perseguire un proprio interesse viene inquisito e se si prova il dolo finisce in galera per qualche anno – e che altrettanto facesse la Consob. Ottavo: Naturalmente, poiché né la magistratura né la Consob si sono mosse, tutto lascerebbe pensare che l’intera operazione sia stata corretta e che la mia ricostruzione, i rumors e la concatenazione dei fatti – fra i quali una ulteriore sorprendente decisione: la rinuncia al ricorso al Tar, ricorso fatto bene, ma che, in tale contesto, sembra più un alibi per giustificare i precedenti che la volontà di andare a fondo - siano pura fantasia di juventini malati. Per amore della Juve mi definisco volentieri tale. Nono: Mi sarebbe piaciuto che, INNANZI TUTTO, non per smentire tale ricostruzione, ma per manifestare un minimo di dignità, la dirigenza della “nuova Juve” avesse almeno protestato per uno scudetto scippato e regalato all’Inter da un suo ex consigliere – a proposito di conflitto di interessi - uno scudetto vinto in un campionato sul quale non si è neppure indagato. Decimo: mi piacerebbe che la dirigenza della “nuova Juve” mi dicesse quanti campionati ha vinto la società: 29 (come dico io) o 27 (come lasciano supporre loro) ? ORA, PERO’, MI PIACEREBBE – LO CHIEDO FORMALMENTE, COME TIFOSO E COME GIORNALISTA - CHE LA DIRIGENZA DELLA JUVENTUS DICESSE CHIARAMENTE AI TIFOSI QUALI SONO LE SUE VERE INTENZIONI, SE HA INTENZIONE DI NON VENDERE, DI RAFFORZARE ADEGUATAMENTE LA SQUADRA. (IL GIOVANE DIRETTORE GENERALE, SECCO, MI PARE PERSONCINA A MODO E ANIMATO DI BUONE INTENZIONI. MA ANCHE PALESEMENTE EGLI STESSO SCETTICO SUL FUTURO). L’AUMENTO DI CAPITALE NON E’ CHIARAMENTE SUFFICIENTE. LA PROSPETTIVA DI UNA JUVE CHE VIVACCHIA A META’ CLASSIFICA NON E’ TOLLERABILE PER I TIFOSI E DIGNITOSA PER IL SUO PASSATO. MEGLIO VENDERE.

3. Pensa che si sia ancora lontani dalla verità su calciopoli, che si sia trattato di una intensa e breve campagna mediatica, seguita da una volontà di metterci una pietra sopra?

Non c’è stata volontà di metterci la pietra sopra, c’è stata una convergenza di interessi che ha concorso a seppellire uno degli scandali più assurdi e vergognosi della storia di questo i Paese. Sia chiaro: non lo scandalo di partite e campionati truccati – che non c’è stato: lo dicono le sentenze – ma scandalo per il modo col quale si è infangata una gloriosa società per ragioni del tutto incomprensibili, o fin troppo comprensibili, ma, temo, non confessabili. Comunque siano andate le cose, le clientele e le parentele, le complicità, il conformismo nazionale, le viltà di certo giornalismo, l’hanno avuta vinta. Se ne parlerà fra cinquant’anni. C’è da vergognarsi, non di essere tifosi, ma di essere italiani.

4. Cosa ne pensa dello scudetto all’Inter degli onesti? Passaporti, plusvalenze, intercettazioni, vendite a se stessi… Non pensa che l’Inter sia stata abile soltanto a inserirsi nella spaccatura interna alla Juve?

Cosa volete che pensi ? Che si tratti dello scudetto degli onesti lo pensa solo Moratti e se ne vergognano persino i tifosi più seri dell’Inter. Quanto ai passaporti, alle plusvalenze, alle intercettazioni, alle vendite a se stessi: se la giustizia sportiva c’è, batta un colpo. Ma dov’è ? Io dico che non c’è. C’è qualcuno in federazione, al Coni che mi vuole smentire ? Bene. Si faccia avanti.

5. Cosa ne pensa delle azioni legali intraprese in Italia e all’estero da giulemanidallajuve e da Ego di Napoli con l’obbiettivo di riaprire il caso retrocessione, o almeno il caso “scudetto all’Inter” (in modo da ridare alla Juventus almeno l’ultimo scudetto)?

Benemerite. Se ci fosse – come si dice - un giudice a Berlino. Ma dubito che in Italia e all’estero ci sia qualcuno che rompa la solidarietà della corporazione e vada a mettere il dito su certe piaghe purulente.

6. Noi pensiamo che i veri vincitori morali di “calciopoli” siano i tifosi della Juventus. Il loro comportamento è stato esemplare, nessuna violenza, nessuna occasione di disordini. Cosa pensa che la Juventus possa fare per premiarli?

Una lezione di civiltà. Ma la civiltà non è di casa in questo povero Paese che fra la gente comune, fra quei tifosi che hanno subito senza ricorrere a violenze e a proteste sconsiderate. Bravi, bravi, bravi, avete tutta la mia solidarietà e il mio plauso e il mio affetto. Che cosa dovrebbe fare la “nuova Juve” per premiarli ? Dire la verità, smetterla con le ipocrisie di un buonismo ridicolo, smentire con i fatti i sospetti che la circondano.

7. Noi avevamo proposto l’azionariato popolare modello Real Madrid. La società ha scelto invece la strada dell’aumento di capitale. Come valuta questa decisione? Quali scenari si aprirebbero nel caso non andasse a buon fine?

Aspetto. Voglio vedere se c’è davvero la volontà di investire nella ricostruzione di una squadra che questa stessa dirigenza ha smantellato. Ammetterete che la cosa è abbastanza surreale: prima smantellano la squadra, poi dicono di volerla rilanciare. Io continuo a sospettare che vogliano vendere la società. Spero di essere smentito e nel solo modo credibile: la ricostruzione, subito, di una grande squadra. Il resto o sono chiacchiere o è un espediente per prendere tempo in vista della cessione.

8. La Juventus si è fatta vanto di una campagna “simpatia”. Non pensa che sarebbe giusto farla anche verso i propri tifosi, spiegando quale uso si è fatto e si intende fare della somma (quasi 150 milioni di euro tra vendite di sette campioni e risparmi sugli ingaggi e relative tasse) realizzata la scorsa estate? E poi spiegare bene perché il ricorso al TAR presentato “all’unanimità” due giorni dopo è stato ritirato?

Credo di avere già risposto. Ma penso sia anche del tutto inutile sperare in una tale campagna di “simpatia” verso i tifosi. Forse, la nuova dirigenza non è che non voglia farla. Temo non la possa fare senza rivelare qualcosa che turberebbe i tifosi e, temo, anche le coscienze di qualcuno che ne è stato protagonista.

9. Quali cose, dal punto di vista societario e da quello tecnico, sono necessarie, e con quali tempi, perché la Juventus possa tornare a lottare per i primi posti?

Sempre che le intenzioni della nuova dirigenza siano per un rilancio: 1) metterci tanti soldi; 2) andare a caccia di tre-quattro giocatori giovani – non oltre i 27-28 anni - ma già affermati e maturi con i quali riaprire un ciclo; 3) evitare di imbarcarsi in acquisti di giocatori (italiani e stranieri) costosi, ma già sulla strada del declino (leggi, con tutto il rispetto, Toni e altri di cui si parla, italiani e no); 4) non pensare che quelli presi a scadenza di contratto siano qualcosa di più di un utile rincalzo (a meno che non si tratti di giovani come Saviola). Se, invece, le intenzioni non fossero per un rilancio, a questa nuova dirigenza non resterebbe che fare una sola cosa: togliersi dai piedi.

10. Secondo lei, certe azioni “da bar” contro Moratti, a parte l’aspetto divertente, hanno avuto tutta questa risonanza perché, bene o male, hanno espresso con forza mediatica quanto molti pensano?

Le disapprovo fortemente. Moratti va rispettato anche quando parla a sproposito come spesso gli capita. Del resto, quando mio nipote, dieci anni, interista, parla a sproposito, io mica me la prendo. Tanto meno lo sgrido. Mi limito a dirmi: crescerà, crescerà, prima o poi capirà. Mio nipote, si intende.

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