29 ottobre 2007

TUTTO SPORT

Editoriale di Giancarlo Padovan, da Tuttosport.
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L'avevo detto, è successo, si è ripetuto: nel dubbio contro la Juve. Ma Bergonzi ha fatto di più, di peggio. Ha fatto di meglio, naturalmente, solo per Collina e il resto dell'Italia antibianconera, in giubilo se si danneggia l'odiata nemica. Il presunto direttore di gara, prima di tutto, è riuscito ad inventare un calcio di rigore per inesistente fallo di Chiellini sul cascatore Lavezzi, scuola argentina, una sicurezza in materia di funambolismo e accentuazione del nulla.

Poi, non contento, l'arbitrino, spinto dall'entusiasmo del generoso pubblico del San Paolo, autentico uomo in più, ha stabilito un fantastico bis: altro rigore, stavolta per tuffo simulatorio dell'ex Zalayeta con Buffon in uscita. Nè il portiere ha toccato l'attaccante, nè viceversa. Niente di niente.

Dunque, secondo i parametri colliniani, calcio di rigore e, per soprammercato, cartellino giallo a Buffon. A Napoli è finita 3-1, anche se le persone serie, leali e sportive (tra le quali non posso certo annoverare il tartufesco Reja, del quale, in passato avevo apprezzato bel altra tempra) dovrebbero considerare la partita finita 1-1 (prima Del Piero e poi subito dopo Gargano).

Al più tardi quando Trezeguet ha colpito il palo di testa e Del Piero ha spropositato alto sulla traversa (errore gravissimo, non ci sono scuse). Non so che confronto si sarebbe sviluppato dall'onesto 1-1 in avanti, ma tutti hanno visto cosa è successo nel giro dei sette successivi minuti. Bergonzi ha deciso chi (il Napoli) e come avrebbe dovuto vincere.

Francamente non riesco a capire cronisti e opinionisti televisivi (soprattutto i secondi in verità), che hanno lodato la prova del Napoli, assegnandogli il merito della vittoria. Se, infatti, Bergonzi non fosse stato più decisivo di Reja, come avrebbero potuto vincere gli azzurri tirando una sola volta in porta? Mi chiedo, poi, dove risiede la qualità del gioco di una squadra che in oltre novanta minuti ha segnato un gol (e nessuno glielo tocca) e realizzato due calci di rigore frutto di altrettante allucinazioni.

Ha ben ragione il vecchio amico Gianmaria Gazzaniga (auguri) quando definisce la critica italiana popolata di "mandolinari", avvezzi al vizio atavico di lisciare il pelo ai vincitori, a prescindere dal modo in cui essi approdano al successo. Il comportamento di Bergonzi è gravissimo non solo per l'adulterazione del risultato e il danno provocato, ma perchè i suoi errori introducono nella maniera peggiore la settimana che porta a Juve-Inter (domenica sera all'Olimpico di Torino).

Noi come già dimostrato in parole e opere, manterremo sempre il nostro impegno morale e intellettuale di contenere il calcio dentro i livelli di una civile accettazione della sconfitta, senza lasciare nemmeno un pertugio a rivendicazioni che non siano esclusivamente quelle del campo. Tuttavia questa volta è davvero improbo persuadere il popolo juventino di non trovarsi al centro di una scientifica macchinazione.

Proprio quando la classifica aveva certificato che i bianconeri e non altri avevano il diritto di ritenersi l'anti-inter, è piombato Bergonzi, ristabilendo le distanze. Oggi si invoca il caso. Un anno e mezzo fa, invece, fu allestita Calciopoli. Tra i cui protagonisti ce n'è uno incomprensibilmente premiato con il ruolo di designatore arbitrale.