04 ottobre 2007

L’Inter, la Sarlux e il "Cip6"

Sarroch è un piccolo paese di cinquemila anime situato ad una trentina di chilometri da Cagliari. La strada che dal capoluogo sardo porta a questo piccolo comune costeggia ed accarezza, in quasi tutta la sua lunghezza, lo splendido Golfo.

Abbandonato il capoluogo ed imboccata un’ampia strada a quattro corsie verso Pula ci si imbatte in splendidi paesaggi sottolineati da suggestivi nomi: prima s’incontra Frutti d’Oro e subito dopo Torre degli Ulivi. Una volta lasciato a destra il comune di Capoterra si giunge senza troppe difficoltà nel centro storico di Sarroch.

Senza troppe difficoltà dal momento che ci sono dei buoni punti di riferimento che consentono d’orientarsi in modo preciso ed univoco:
gli stabilimenti industriali dell’Air Liquid, della Polimeri Europa e della Saras.
Ed è proprio l’attività di quest’ultima che ci interessa.
La Saras viene fondata da Angelo Moratti nel 1962 e rappresenta tuttora l’azienda di famiglia (“fondata quando il petrolio era tutto; e oggi è ancora di più”, recita il sito internet).

Il complesso industriale di questa società coincide con la più grande ed estesa raffineria petrolifera del Mediterraneo. Ogni anno vengono trattate 15 milioni di tonnellate di petrolio (il 15% della raffinazione complessiva nazionale), da vendere poi alle compagnie che si occupano della distribuzione:
come la Shell, la Repsol, Q8, la Tamoil…

Insomma, la Saras lavora, e nel suo campo è tra i migliori.
Ma sempre all’interno dell’immenso polo industriale, che ormai ha fagocitato il paese di Sarroch, trova comodamente posto una centrale elettrica: la Sarlux, posseduta totalmente dalla Saras e quindi proprietà diretta dei Moratti. Questa centrale produce energia grazie alla combustione degli scarti di lavorazione del petrolio della raffineria adiacente.

Bruciare gli scarti della lavorazione del petrolio non è né semplice né pulito:
infatti devono essere prima abbondantemente trattati con gas e ossigeno ed una volta bruciati rilasciano nell’atmosfera sostanze come anidride carbonica, azoto, zolfo e nichel.

La Sarlux è una delle centrali elettriche più grandi d’Europa ed è in grado di produrre 4 miliardi di chilowattora annui. Non male se pensiamo che per una casa sono solitamente sufficienti 3 chilowattora.

Tutto questo sarebbe da archiviare sotto una buona e oculata gestione industriale da parte della famiglia Moratti se non fosse che nel 1992, per alcuni scopi ambientali non meglio precisati in seguito, il Comitato Interministeriale Prezzi, stabilisce con il cosiddetto “Cip 6” un aumento nella bolletta dell’elettricità degli italiani pari grossomodo al 10%, quale contributo atto a sovvenzionare le fonti di energia rinnovabili.

L’energia prodotta dalla Sarlux viene comperata da un ente pubblico: il Gestore del Sistema Elettrico (GRTN) che, come recita il suo sito, dovrebbe avere “un ruolo centrale nella promozione e nello sviluppo delle fonti rinnovabili in Italia, predisposto dal provvedimento “Cip 6” del 1992”.

In sintesi queste fonti rinnovabili vengono sovvenzionate pagando la presunta energia pulita, derivante da quest’ultime, il doppio o anche il triplo dei prezzi del mercato.

Ma il problema più grosso si verifica quando nel testo di questo “Cip 6” si stabilisce che entrano a far parte del progetto le “fonti rinnovabili o assimilate”
Tra le “fonti assimilate” trovano posto gli scarti di raffineria petrolifera non biodegradabili, proprio come quelli utilizzati dalla Sarlux. Con la conseguenza di finanziare ed incentivare un’energia che non è affatto pulita, e questo impegnando e sprecando soldi a scapito di altre tecniche davvero rinnovabili.
E’ inoltre singolare il fatto che la centrale Morattiana sia entrata in funzione nel 2000, e la convenzione, sulla base del “Cip 6”, sia partita l’8 Gennaio 2001.
E stranamente la convenzione che il “Cip 6” accorda alla Sarlux è ventennale (anche se il provvedimento stabilirebbe un massimo di 15 anni), e quindi gli utenti elettrici italiani sembrano davvero destinati a pagare i sovrapprezzi fino al 2020. A meno che non intervenga il governo per fermare questa attività lucrativa decisamente mirata sulle incertezze del “Cip 6”.

Ai Moratti viene ingiustamente pagata l’energia, prodotta con gli scarti inquinanti della sua stessa raffineria, il doppio del valore di mercato, come si trattasse di fonti rinnovabili e di energia pulita.

Da interista mi è difficile continuare a tifare per questa squadra che spesso viene presa in giro per come “spreca” i soldi comprando giocatori su giocatori. Il fatto che questi giocatori siano comperati con soldi nostri, non solo degli interisti, mi fa sentire un po’ più povero.


fonte:http://fainotizia.radioradicale.it/2006/09/27/l-inter-la-sarlux-e-il-cip6

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