11 settembre 2007

L'uomo nero

Domanda –
Gentile Uomo nero, prima dell’intervista, lei mi ha svelato i contenuti prescelti. Ed ho l’impressione che la durata di questo ciclo di dialoghi sia giunta al capolinea.

Risposta –
Parleremo di Cobolli Gigli, ma non si deve allarmare. Come ha detto Liguori, si tratta di una persona di una bontà infinita. Anche se, pur criticando vecchi sistemi dirigenziali, sembra ormai destinato a perseguire strategie già battute. Come la spartizione non equa dei diritti televisivi. O la volontà di crogiolarsi nella grandezza della Juventus, testa di serie in campionato grazie ai successi della Triade, rinnegati scegliendo di sprofondare in cadetteria, senza il briciolo di una prova concreta contro.

Domanda –
Prima di iniziare, le rammento le ultime segnalazioni sul suo conto, pervenute in questa settimana. Tra le più svariate, con tanto di particolari economici, continua a farsi largo quella legata ad una sua apparizione televisiva in una futura reclame. Cosa vuole dire, in merito.

Risposta –
Nulla, non voglio dire nulla. E non mi metta in bocca alcuna parola. Nel senso che un solo cenno, potrebbe di per sé significare molto. Anzi, troppo. Preferisco non parlare, anche se ho la risposta a questo quesito.

Domanda –
Cambiamo discorso. Cosa pensa allora di Cobolli Gigli?

Risposta –
Approfondendo il discorso che le ho fatto prima, le dico che è la persona sbagliata nel posto sbagliato. Sarebbe stato più opportuno convocarlo in Fiat, e dargli piena libertà nei tagli economici. Solo in quel campo, è un vero fenomeno. In pochi mesi di gestione, alla Rinascente, fu in grado di risparmiare anche sui manichini. La sua, è una mania. Che mal si addice a chi, come la Juventus, deve vincere. E poi, con il massimo rispetto, penso che anche un bambino sia più informato di lui. Sembra che reciti un copione prestampato, nelle interviste. Non bisogna chiedergli molto, ma affermare, come ha fatto, che Mutu è stato ceduto in prestito per avere Bojinov a titolo definitivo, significa che qualcosa non va. O almeno, che non funziona un assetto societario che vede lui come presidente operativo. Ha compreso?

Domanda –
Insomma, gli rimprovera una certa leggerezza, che non dovrebbe assillare i discorsi di chi è stato eletto presidente della Juventus.

Risposta –
Esatto. Che ben venga il figlio di Grande Stevens, se questo, cioè Cobolli Gigli, è il presidente del nuovo corso. E' stato persino in grado di difendere l'avvocato, e scusi il parolone, Zaccone. La sua presenza, per continuare il discorso, mi sembra strana. A questo punto perché non far tornare Boniperti, qualora ne avesse voglia, con Cobolli Gigli a recitare un ruolo più consono alle sue caratteristiche? Oppure, perché non chiamare un grande vecchio, come ad esempio Furino? E poi, come già le ho detto, mi ricorda il mio professore di italiano, una vera comica. Uno che entrava in classe con gli occhiali da sole più scuri che abbia mai visto e, dimenticando di toglierseli, nonostante il sole, si domandava il perché di tante nuvole. Una società come la Juventus non può permettersi di avere Cobolli Gigli come presidente, per giunta operativo. Ha capito, cosa intendo?

Domanda –
Che Cobolli Gigli non le è simpatico.

Risposta –
No, che non è competente. Se la Juventus cambierà proprietà, cosa di cui sono quasi certo, e presto ci saranno sviluppi, sarà il primo a non essere confermato nel blocco dirigenziale. Guarda caso, qualche tempo addietro Cobolli affermò di essere a conoscenza di lavorare per un mandato a termine, non impostato su un ciclo triennale, come ama ripetere sempre Blanc. Anche qui, la sua ingenuità ha dimostrato l’esistenza di una trattativa, reale,per la cessione della maggioranza delle quote della società. E in maniera esplicita, al colosso americano della Warner. Che, le ripeto, è molto interessato a rilevare la Juventus. Cobolli Gigli, con quella frase, si è tradito da solo Altrimenti, perché annunciare, a soli tredici mesi dal suo insediamento, di essere disposto ad accettare un destino lontano da Torino?

Domanda –
Come viene considerato, il presidente della Juventus, nel “Palazzo”?

Risposta –
Come non viene considerato, vorrà dire. E’ evidente una discordanza di idee, a seconda dei mesi in cui si esprime, in Cobolli Gigli. Prima bisognava cancellare il passato, varando un codice etico nel quale si sottolineasse il rispetto per gli altri, nonché l’importanza della partecipazione più della vittoria. In seguito, però, Cobolli Gigli è riuscito soltanto a cadere in contraddizione. In primo luogo battagliando per un posto di comando assoluto. Cercando di ottenere, lucrando su una Juventus del passato da lui rinnegata e spedita in cadetteria, tutti i vantaggi possibili. Chiedendo la distribuzione non equa dei diritti televisivi, e quindi accodandosi alle precedenti richieste di Moggi e Giraudo. Ma la cosa più grave, è un’altra. Con quale coraggio Cobolli Gigli ha esaltato, nella compilazione dei calendari, il ruolo di testa di serie della Juventus, ottenuto grazie alle vittorie della Triade, da lui stesso censurate qualche mese prima? Non è cambiato niente, dopo calciopoli. E’ aumentata solo l’ipocrisia.

Domanda –
Adesso, Cobolli Gigli cosa dovrebbe fare, per recuperare la sua considerazione?

Risposta –
Attaccare il Milan per la gestione del caso Ronaldo. Tutti i medici italiani si sono ormai schierati contro le cure alle quali si è sottoposto. E che sono state definite, tra l'altro, sperimentali. Il rischio che sia stato curato con farmaci proibiti, esiste. Ma allora perché la Juventus, in ogni sacrosanta trasferta a Milano, deve ancora sentirsi appellare come formazione di drogati? La società bianconera ha superato il processo doping in maniera positiva. Eppure, nessuno se lo ricorda. Ed il Milan passa per la formazione dagli alti valori morali. E le transazioni economiche che permisero al Milan di acquistare Lentini? I riflettori difettosi e la pantomima di Galliani, come la mettiamo? Il caso Ronaldo, curato utilizzando farmaci e rimedi quantomeno discutibili? Tutti sono rimasti in silenzio. Io, almeno, non ho sentito nulla. Ma i giocatori della Juventus, ancora oggi, sono etichettati come drogati e ladri. E questo, non mi va bene.

Domanda –
Insomma, lei afferma che Cobolli Gigli, in veste di presidente della Juventus, dovrebbe cercare di difendere maggiormente l’immagine della squadra. Sottolineando i problemi delle altre formazioni coinvolte in scandali, o magari in casi discutibili. Non le sembra, però, un atteggiamento poco consono allo stile Juventus?

Risposta –
Un atteggiamento poco consono allo stile Juventus è stato quello degli Elkann. Che non hanno difeso la squadra dopo calciopoli, senza mai domandarsi prima il perché di tante vittoria e di tanta paura intorno alla figura di Moggi. Allo stadio, John Elkann ci andava anche con Giraudo. Stesso discorso per Lapo. E poi, le ricordo che il processo di calciopoli è stato un processo alla Juventus, e non al sistema. I bianconeri, questo è stato appurato, non hanno mai comprato una singola sfida. E non lo dico io, lo dicono i giudici. Eppure, sono stati gli unici ad essere condannati in cadetteria. Mentre anche in quel caso, il Milan, che aveva un dirigente specializzato nel rapporto con gli arbitri, è riuscito persino ad andare in Champions League.

Domanda –
Mi permetta di dissentire, Uomo nero. Il Milan ha affrontato un preliminare di Coppa dei Campioni in piena emergenza, senza effettuare una preparazione estiva adeguata alle proprie esigenze. Ed in campionato, ha subito otto punti di penalità. Senza dimenticare che, il Milan, è una delle poche formazioni a non aver in seguito usufruito di sconti di penalizzazione.

Risposta –
La penalizzazione, doveva essere almeno raddoppiata. Ed otto punti, a mio avviso, sono pochi. E se la Juventus di Moggi è stata accusata di essere al vertice di una cupola, dove sono i vari aiutanti ed i vari mecenati pronti a collaborare o a vendersi? La classe arbitrale, l’anno scorso è stata la stessa. Ed i dirigenti, non sono cambiati. Nemmeno quelli che patteggiarono per il caso Recoba. E Moratti, sa a chi e cosa mi riferisco.

Domanda –
In tempi non sospetti, quando il rinnovo, prima annunciato ed in seguito strappato, a causa di calciopoli, Moggi è stato più vicino al Milan o all’Inter?

Risposta –
Al Milan, quando incontrò il suo presidente a Palazzo “Grazioli”. Ma una vera e propria trattativa, ci fu con Moratti. Il quale chiese a Moggi di sistemargli Moriero all’estero, anche a senza incassare molto. Gli sarebbe bastato un prestito annuale. Moggi organizzò una trattativa lampo con il Middlesbrough, sulla base di dieci miliardi, ma Moratti cambiò idea subito, facendo salta l’intera trattativa. Da quel giorno, Moggi decise di rimanere per sempre alla Juventus.

Domanda –
Gentile Uomo nero, se ci sarà una prossima volta, di cosa parleremo?

Risposta –
Le rispondo con la solita frase, che a lei piace tanto. Non decido nulla, racconto solo ciò di cui sono a conoscenza.

Fonte:http://www.carlonesti.it/

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