31 ottobre 2008

Il processo di Francieschiello

Da juveworld.net

Cronache dal calcio pulito.
E’ stata una giornata tutta incentrata sulla totale “assenza” di polemiche arbitrali, dato che i direttori di gara non hanno sbagliato nulla, o quasi nulla, a conferma che ormai il calcio è pulito, tutto funziona a perfezione e i veri valori emergono senza alcun condizionamento di cupole e furbetti del quartierino.Dunque giusto il rigore negato all’Atalanta contro il Milan, giustissima la sola ammonizione a Maicon, ineccepibile l’intervento di Santacroce su Lavezzi all’Olimpico, non è stato Gilardino a segnare di braccio, ma il destino cinico e baro ad avere fatto impattare il pallone sul braccio del centravanti viola, e Saccani, dopo la brillante prestazione del San Paolo tra partenopei e la Juventus, si è ripetuto al Friuli.
Si da il caso, tuttavia, che l’Atalanta si è lamentata, la Lazio idem, a Palermo sono furiosi, e Rosella Sensi addirittura sostiene di rivedere certi episodi di cui fu vittima il padre.
Quest’ultima dichiarazione è quella più significativa, dato che è l’esatto contrario di quanto sosteneva e sostiene il “signore nato” Aurelio De Laurentiis, ossia che adesso il calcio è pulito, e grazie a ciò il suo Napoli può ottenere i risultati che sta conseguendo, dimenticandosi naturalmente, questo signore, che il grande Napoli di fine anni ’80, aveva come direttore generale proprio un certo Luciano Moggi.

Tornando a miss Rosella, mi pare strano che oggi ci siano le stesse cose del passato contro la Roma, quando i nemici di suo padre ormai sono fuori dal calcio da un po’ di tempo, per cui, se la Rosella dice il vero, vuol dire che o non è cambiato nulla, o che il vero nemico del padre non era affatto Moggi, ma qualcun altro che ancora gira nel mondo del calcio.Come dire, il calcio, pulito o no, ha sempre una vittima predestinata, che si chiama A.S. Roma!E se Rosella ha ragione, ancora una volta per vedersi il Napoli in testa alla classifica ci deve essere qualcuno che complotta, tertius non datur!

Presumo che tutti o quasi avrete letto i passi salienti della requisitoria del P.M. dott. Narducci nel processo con rito abbreviato chiesto da alcuni imputati dell’inchiesta “calciopoli”, passi che la stampa di regime ha presentato come i capisaldi del teorema accusatorio.Mi riferisco a due passi in particolare:- il primo, quello nel quale Narducci a sostegno degli intrecci della presunta cupola che comandava il calcio, esibisce due contratti assicurativi stipulati da Giraudo con la compagnia rappresentata da Bergamo;- il secondo, quello nel quale rammenta che i designatori avevano i telefoni intercettati 24 ore su 24, e se da un lato si trovano le chiamate degli imputati a Bergamo e Pairetto, dall’altro non si trovano chiamate di Moratti, Sensi o Campedelli.

Io non so come finirà il processo, anche se sospetto che la condanna sia nell’aria, soprattutto perché l’opinione pubblica mediatica la pretende (vi immaginate una assoluzione generalizzata dopo che per anni ci hanno detto che costoro erano il marcio nel calcio?), e perché una condanna in primo grado rimetterebbe la patata bollente a giudici di appello, e magari alla Cassazione.
Ma una cosa mi sento di poterla dire, non da tifoso bianconero, bensì da mediocre operatore del diritto: mai come in questo caso ho visto una pubblica accusa realizzare due autoreti così colossali.E ne spiego la ragione.
Che Giraudo (del quale non ci sono tracce di conversazioni con Bergamo, o almeno di conversazioni di rilievo ai fini dell’indagine), stipuli contratti con Bergamo è una cosa che non deve fare scandalo, anche chi vi scrive ha dei clienti che ha assistito per vicende penali, e che nella vita di tutti i giorni esercitano attività lecite di impresa, alle quali chi scrive può trovare conveniente rivolgervisi per servizi o acquisto di beni.Debbo cominciare a temere che qualcuno possa associarmi ai possibili reati che un domani potrebbero essere contestati a costoro che, in passato o magari in avvenire, potranno essere assistiti da chi vi scrive?

Ma la cosa più simpatica è che Narducci ha così dimostrato che l’indagine ha voluto solo vedere quello che faceva comodo ad una certa tesi.Chissà se gli avranno riferito che anche la A.S. Roma di Franco Sensi era addirittura sponsorizzata dalla compagnia INA – ASSITALIA (per la quale operava Bergamo), che lo stesso Sensi era cliente di Bergamo per alcuni contratti assicurativi della Italpetroli, e se gli avranno riferito che proprio nell’estate 2003, Bergamo ebbe a dire che la Roma aveva ragione di lamentarsi degli arbitraggi, guarda caso in contemporanea alla stipula dei contratti.Il secondo passo è ancora più emblematico.

Moratti per l’Inter in quegli anni era quello che la famiglia Agnelli è per la Juventus, ossia il principale azionista della società, e dunque se si prende ad esempio Moratti, l’equivalente juventino all’epoca poteva essere o l’Avvocato, o deceduto lui, il dott, Umberto Agnelli, e successivamente uno degli eredi, Andrea Agnelli, John Elkann.Bene, non risultano chiamate degli Agnelli a Bergamo o Pairetto.Se poi parliamo di presidenti in carica, si potrebbe evidenziare un altro aspetto, che mentre il presidente dell’Internazionale Foot-Ball Club, Giacinto Facchetti, telefonava spesso a Bergamo, con il quale andava anche a cena (affermazione mai smentita o confutata come falsa in casa nerazzurra), né il presidente della Juventus Foot-Ball Club, Vittorio Caissotti di Chiusano, né il successore Franzo Grande Stevens hanno mai telefonato a Bergamo.

Perché allora l’Inter non è sotto processo, e non lo è neppure la società sponsorizzata dalla compagnia di Paolo Bergamo, A.S. Roma (che a quanto pare aveva in Capello e Baldini degli assidui conversatori telefonici con i designatori)?Infine: ma non ci avevano detto che la cupola, per poter parlare indisturbata, utilizzava le famigerati SIM straniere?E se esistevano, per quale ragione i presunti componenti della cupola dovevano sentirsi per linee telefoniche ufficiali?Sono queste considerazioni ovvie, che appare strano come siano sfuggite non certo a Narducci (che in cuor suo presumo abbia capito e bene il significato di quanto da egli affermato), ma ai nostri giornalisti ed opinionisti, nessuno dei quali ha fatto notare le evidenti contraddizioni di tali elementi accusatori.

Insomma, è proprio il processo di Franceschiello …