18 giugno 2009

Pistocchi e gli altri pezzi di merda

Fonte Ju29ro ( il vero blog bianconero )
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Orrori di stampa

Al caso Paparesta abbiamo già dedicato sul sito lo spazio che meritava; volevamo qui far notare che nella sentenza Sandulli ben due pagine (72-73) sono dedicate proprio a questo caso.

In particolare segnaliamo che secondo la commissione Sandulli la ricostruzione dell'episodio fatta dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Roma (pagine 25-26 dell'informativa del 19 aprile 2005) è precisa e incontestabile.

Quanto è precisa ogni lettore lo può capire leggendo i nostri articoli, gli interventi degli avvocati difensori, le lagnanze del pm Narducci sulla loro aggressività. Quanto alla incontestabilità vale la pena rifletterci un po' a fondo.

Riflettere sul fatto che gli assunti della sentenza dell'estate 2006 (uno era, appunto, il caso Paparesta) non solo sono contestati, ma non reggono alla prova del contraddittorio tra accusa e difesa; è stato così per Nucini, lo è stato per Gazzoni Frascara, lo è per l'interrogatorio di Paparesta junior e la sua presunta chiusura a chiave nello spogliotaio a suo tempo spiata dalla Gazzetta dal buco della serratura.In attesa che la pubblica accusa porti prove più attendibili sulla delinquenza di Moggi, in un paese normale i giornali dovrebbero chiedersi, prendendo spunto dalla farsa del caso Paparesta, se il processo sportivo dell'estate 2006 non si è basato su carte "truccate", non nel senso di prove artatamente false ma su ipotesi di accusa che in un normale dibattimento (quello che nel 2006 non c'è stato) stentano a reggere, anzi in qualche caso si ritorcono contro gli accusatori.

I giornali non se lo chiedono, venendo così meno al loro dovere: nel 2006 invece di informare hanno dato in pasto ai lettori il mostro Moggi; oggi, ed è un orrore ancora maggiore, dei dubbi suscitati dal processo non ne parlano proprio.

Vedremo i prossimi sviluppi e intanto ricordiamoci dell'articolo 39 del Codice di Giustizia Sportiva (sulla revocazione di sentenze "irrevocabili") e della raccomandazione che il professor Caianiello aveva a suo tempo fatto alla Figc di essere prudente nei processi perché le sentenze potevano essere sconfessate in sede di giustizia ordinaria.