NON volevo nemmeno mettere la foto
Sono riuscito a leggere solamente il titulo.
Sono riuscito a leggere solamente il titulo.
Pubblicato da Varie ed eventuali alle 4:37 PM
Etichette: complotto mediatico juventus, infame ziliani leccaculo, ZILIANI
Moncalvo: "Ritorno Andrea Agnelli? John ha bisogno del suo 10%"
Il noto giornalista a "Tutti pazzi per la Juve" su RADIO ERRE 2: "A breve ci sarà la se
ntenza che riguarda Gabetti e Grande Stevens, per il cosiddetto "equity swap" e il giovane Elkann teme di perdere il controllo dell'accomandita di famiglia"26/12/2009
Fonte: http://stefanodiscreti.blogspot.com/
Buona sera Moncalvo, benvenuto ai microfoni di "Tutti pazzi per la Juve".
"Grazie, titolo più azzeccato non potrebbe esserci".
Che ci racconta di bello?"
Io sono abbastanza stupefatto, come immagino tantissimi di voi, da questa notizia della visita di Andrea Agnelli a Vinovo"
Era la domanda più gettonata del pubblico, anche alla luce del tuo libro "I lupi e gli Agnelli", che tratta appunto "Ombre e misteri della famiglia più potente d'Italia". Nella settimana di Juventus-Catania, si è rivisto a Vinovo, dopo tre anni, Andrea Agnelli, quasi sottobraccio con il cugino John Elkann. Ha rilasciato queste dichiarazioni: "Io credo nel progetto, credo in questa Juve, poi magari in futuro chissà...". Tu che ha seguito costantemente le vicende della Famiglia Agnelli, com'è possibile questo riavvicinamento dei cugini? Cosa c'è dietro?"
E' inspiegabile. O meglio, le spiegazioni possono essere numerose.
Proviamo a elencarle. In questo momento si sono rovesciate le cose, cioè John Elkann ha bisogno di Andrea Agnelli. E dopo averlo snobbato, ignorato, calpestato, sopraffatto - soprattutto attraverso Gabetti e Grande Stevens -, per oltre tre anni, a questo punto ha bisogno di lui.
Perchè ha bisogno di lui? Perchè tutti noi i tifosi, subito dopo la debacle contro il Bayern Monaco e tutto quello che ne è derivato, abbiamo cominciato ad invocare due nomi, anzi tre: Moggi, Bettega e proprio Andrea Agnelli.
Aspettavamo a invocare il quarto, quello di Giraudo, perchè c'era quell'appuntamento giudiziario del 14 dicembre, con quella sentenza incredibile, che è stata subito strumentalizzata e usata da "La 7" in quella vergognosa trasmissione".
Hai avuto la sfortuna anche tu di vederla...
"No, l'ho registrata e quindi ho avuto modo di vederla con più calma dopo aver letto commenti e tutto il resto. Ho letto il pezzo su Libero del nostro comandante, cioè del nostro direttore Luciano Moggi, e ha perfettamente ragione. Quello che mi è sembrato più vomitevole è stata la telefonata di Sposini. Sposini ha telefonato dicendo:
"Io a Moggi gli ho stretto qualche volta per caso la mano, ben prima di sapere che fosse il capo della cupola". Per un giornalista è gravissimo dare delle sentenze prima che ci siano quelle dei tribunali: non solo la prima, ma la terza, quella di Cassazione. E Moggi gli ha risposto molto chiaramente: 'Che strano, ricordo quando Sposini era ospite dell'aereo della Juventus, con il mio benestare. E se ne stava tre giorni - come per esempio per la partita Arsenal-Juventus -, a Londra, tutto spesato dalla società e all'epoca non aveva tante riserve, tante pruderie nei miei confronti'".
Credo che la cosa peggiore che abbiano fatto in quella trasmissione, sia stata quella di presentare in studio una platea di giornalisti abbastanza contrari a Calciopoli, ma non hanno permesso loro - a Beha, a Mughini, ad esempio -, di sviscerare nessun discorso. Piroso è riuscito a piazzare due telefonate in mezzo, quella di Della Valle, che non vedo cosa c'entrasse, e quella di Sposini, che hanno spezzato ogni tipo di ragionamento degli ospiti in studio.
"Sì, ma quelle due telefonate non credo fossero state concordate. I due, secondo me, hanno telefonato proprio vedendo la trasmissione. Sono entrati in diretta e quindi si sono appropriati della scaletta del programma, portando via del tempo e facendo sembrare che la trasmissione fosse seguitissima e suscitasse chissà quale scompiglio.
La telefonata di Sposini non c'entrava completamente nulla con questa cosa. C'entravano altre cose. Perchè hanno ignorato la testimonianza del guardalinee Coppola? Perchè hanno ignorato la deposizione di Carraro a Napoli, che si è svolta proprio in quel giorno? Quelle erano due cose fresche da dare, da far vedere, due testimonianze importanti. Il fatto è che quel programma era già pronto, aspettavano la sentenza di Giraudo. E avrebbero dato comunque quel programma, sempre con quel taglio lì. Se Giraudo fosse stato riconosciuto innocente e non avesse avuto quella condanna, ricordiamo di primo grado, avrebbero usato quel filmato per dimostrare... 'ma che sentenza a Napoli? Ma che vergogna?
Nonostante tutte queste prove'. Ma la cosa più vergognosa sono i filmati dati dai carabinieri e dalla magistratura. Non c'è niente di male che Moggi si sia commosso durante l'interrogatorio".
Ha visto i Carabinieri come sono stati ringraziati alla fine?
Il maggiore Auricchio presentato come lo Sherlock Holmes dell'Arma dei Carabinieri.
Un uomo che ha dovuto ammettere in un processo che si frequentava assiduamente con l'ex direttore sportivo della Roma e che ha delle accuse alle spalle abbastanza pesanti. E' stato qualcosa di veramente agghiacciante.
"Andate a vedere una cosa su internet, è molto semplice ed è un passaggio che viene sempre dimenticato. Cercate il braccio destro di Borrelli, cioè l'uomo che doveva compiere le indagini, chiamiamole così, ai tempi di Calciopoli.
Se ricordate, il professor Guido Rossi nominò Borrelli, capo dell'Ufficio Indagini, ma naturalmente non era Borrelli che andava a fare le indagini, si serviva di un colonnello della Guardia di Finanza, Maurizio D'Andrea, al quale si era già affidato ai tempi di tangentopoli. E tal Maurizio D'Andrea, quando è finita quella cosiddetta inchiesta, che cosa è andato a fare secondo voi? Si è dimesso dalla Guardia di Finanza ed è stato assunto da Telecom Italia - andate a vedere su internet -, come uno dei massimi dirigenti che si deve occupare della intelligence, cioè dello spionaggio interno ed esterno di Telecom. Lui deve riferire solo al presidente. Pensate un po'! Quello che ha condotto per conto di Borrelli e Guido Rossi la cosiddetta inchiesta di Calciopoli si è addirittura dimesso dalla Guardia di Finanza per andare a lavorare nell'organigramma di Telecom Italia. Lo trovate al numero tre o al numero quattro, come capo dello spionaggio. Ha preso il posto di Tavaroli, pensate un po'. Sono tutti senza ritegno, senza ritegno! E naturalmente "La7", che è di proprietà di Telecom Media, non ne ha parlato di questo particolare"
.Il fatto che non abbiano parlato di quello che sta venendo fuori dal processo di Napoli è veramente agghiacciante. Hanno nascosto delle testimonianze pesantissime e non capisco come si faccia a dire di voler fare informazione.
"Sì, ma prendiamo anche la Rai.
Ve la ricordate quella trasmissione che si chiamava 'Un giorno in Pretura'? Vi ricordate quando filmarono e fecero vedere per ore tutte le sentenze del processo sul doping? Vi ricordate poi come l'hanno sintetizzato? Dicendo che la Juve aveva avuto la prescrizione, che non era vero che era stata assolta ecc.. Ecco, dove sono finite le telecamere di 'Un giorno in Pretura'? Non sarebbero da utilizzare anche al processo di Napoli, giorno per giorno, per avere un documento visivo, importante, da tenere in archivio, che possa dimostrare a tutti che cosa hanno combinato?
"Dottor Moncalvo, ma i giornali non ne parlano. Non parlano di tante cose che accadono nel processo di Napoli.
Se non fosse per Radio Radicale, non si saprebbe nulla o quasi.
"La deposizione del guardalinee Coppola non l'avremmo mai saputa se non ci fosse stata Radio Radicale".
Sì, ci sono stati trafiletti sui giornali, in mezzo agli annunci delle massaggiatrici.
"Certo, certo. Pensate, la Rai non fa servizio pubblico. Radio Radicale fa servizio pubblico, perchè consente di avere un archivio, una nastroteca che durerà negli anni e che consentirà di attingere alle voci reali di quel processo, alle testimonianze e tutto il resto.
Ma torniamo ad Andrea Agnelli. Adesso, dicevo, è John che ha bisogno di Andrea. Ne ha bisogno per la Juventus, ma soprattutto ne ha bisogno per buttare un po' di fumo a tutti quelli che come noi sono pazzi per la Juve".
Ma perchè Andrea, a questo punto, si presta?
Ecco, questa è la domanda fondamentale. Secondo alcune indiscrezioni, il giorno prima di andare all'allenamento a Vinovo, Andrea è andato in sede alla Juventus e si è incontrato per un paio d'ore con Blanc. E la scuola di pensiero più diffusa dice che hanno pregato Andrea affinchè tornasse. Ricordiamo che Andrea non riceveva neanche più gli inviti e i biglietti per le partite, nè lui e nè sua madre. Lui sono tre anni che non vede una partita della Juve.
L'unica alla quale ha assistito negli ultimi tempi, è stata la partita d'addio di Pavel Nedved. Questo per dirvi che classe e che stile ha il signor John Elkann nei confronti del cugino. In questo lungo colloquio con Blanc, io non so che cosa Andrea Agnelli abbia chiesto o gli sia stato proposto. So solo che secondo me ha fatto un gravissimo errore, quello di andare a togliere le castagne dal fuoco a John. Perchè?
Perchè c'è una partita col Catania, ci sono tre settimane di sosta e ad Andrea bastava rimanere seduto sulla riva del fiume e tutti noi lo avremmo portato da Torino a Londra con i cavalli bianchi, la carrozza ed un tappeto rosso. Così ha perso qualche punto. C'è qualche analista finanziario che sta facendo i conti di quello che sta succedendo a Torino.
Non dimentichiamoci che Andrea e sua madre hanno il 10% dell'accomandita Giovanni Agnelli, che è una delle cassaforti di famiglia. Il 30% è nelle mani di John e il resto è suddiviso tra tutti gli altri parenti. Il 30% di John, insieme al 10% di Andrea, costituirebbe uno zoccolo duro che consentirebbe con un altro 10,1% di ottenere la maggioranza e il controllo.
Perchè John, che fino a poco tempo fa era molto saldo, teme di perdere il controllo dell'accomandita di famiglia? Perchè siamo vicini ad una sentenza molto importante, un'altra di quelle di cui i giornali non parlano mai; ed è il processo che riguarda Gabetti e Grande Stevens, per il cosiddetto "equity swap", vale a dire ciò che è stato nascosto alla Borsa e agli azionisti in una gigantesca operazione finanziaria che ha fruttato oltre 480 milioni di profitto in un colpo solo".
Il tuo libro parla di queste cose. Dove e come si può comprare?
"Il libro si può comprare in libreria a 19 euro. Oppure si può comprare su internet e lì vi arriva nel giro di due giorni, con uno sconto di 2,70 euro. Sono quasi 500 pagine".
E noi su questo libro possiamo trovare tutte queste belle notizie....
"Esatto, capirete perchè Andrea è stato stoppato e non è stato riconosciuto a lui, figlio di Umberto e figlio di Allegra, veramente appassionati tifosi juventini, il diritto - come chiedevamo Giraudo e Moggi - di entrare nel Consiglio di Amministrazione e di avere un ruolo importante. Andrea è colpevole o era colpevole addirittura di essere l'unico maschio in vita che si chiama Agnelli".
Una battuta sulla Juve. Ripartiremo dai giovani?
"Io lo spero, se ce ne saranno ancora di giovani. Vedete, tutti dicono, Ciro Ferrara è un allenatore alle prime armi, ma anche Leonardo è un allenatore alle prime armi.
Lui però ha una società vera alle spalle. Nella Juventus, contrariamente a quanto accade nell'Inter, nel Milan, nello stesso Napoli, manca l'identificazione tra colui che firma l'assegno e ripiana i debiti e colui che comanda. Se negli spogliatoi del Napoli si presenta De Laurentiis e dice a Donadoni, fuori dalle scatole, e dice a Marino fuori dalle scatole, può farlo e tutta la squadra in silenzio si mette sugli attenti.
Se Moratti o Berlusconi decidono di fare questo, lo possono fare. Da noi, chi è che entrando negli spogliatoi mette tutti sugli attenti e ha la credibilità per poter prendere queste decisioni? Nessuno".
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kitammu' :
come hanno denominata la stronzata del dossier contro la Juve ?
OPERAZIONE LADRONI ?
E' la denominazione giusta x i veri ladroni .
SI VEDE CHE SI ERANO IMMEDESIMATI.....
BASTARDD !
Pubblicato da Varie ed eventuali alle 11:58 AM
Etichette: 91 punti, agnellii, juventus, kitammurt e stramurt, la 7 interista
Fonte : ju29ro
Gli amatori dell'informazione e i professionisti dell'opinione
Mario Incandenza Giovedì 24 Dicembre 2009 01:24
L’altro ieri ju29ro.com è riuscito a fornire pressoché in tempo reale due notizie che i maggiori organi di informazione hanno completamente ignorato, e che in seguito sono state riprese dal solo “Fatto” (e parzialmente Tuttoport), e solo grazie all’estemporanea visita di Oliviero Beha al tribunale di Napoli. Per fortuna che abbiamo trovato l’articolo di Beha, perché ci stava seriamente venendo il dubbio di avere avuto delle allucinazioni.
La prima notizia è che uno dei magnifici 12 della squadra offside, il maresciallo Nardone, ha raccontato ai giudici che le indagini si sono svolte anche in territorio svizzero (senza regolare rogatoria), a differenza di quanto dichiarato nelle udienze precedenti da un suo collega e dallo stesso teste De Cillis, quello del negozio di telefonia di Chiasso. Per toglierci il dubbio sulle allucinazioni, riportiamo quanto scrive Beha:
“Si comincia dal maresciallo, teste dell'accusa, ad Auricchio toccherà il 9 febbraio. E' preziosa la sua testimonianza sulle schede, prima del Liechtenstein poi svizzere. Queste ultime, 9, sono state recuperate a Chiasso informalmente. Senza rogatoria? Dunque tutte annullate? Oppure il commerciante che le offre spontaneamente ai carabinieri le rende giuridicamente valide? Vedremo.”
Oltre al Fatto, il solo Tuttosport ne parla, con Alvaro Moretti, in prima pagina cartacea.
La seconda notizia è che Teresa Casoria resterà il presidente del collegio giudicante, perché l’istanza di ricusazione presentata dai PM nei suoi confronti è stata rigettata. Condivisibile il ritratto che ne fa sempre Beha (ma forse anche qui, la citazione serve a noi, a rinfrancarci, che no, non siamo dei pazzi visionari):
“La presidente, Teresa Casoria, confermata al suo posto giacché la sua ricusazione è andata in fumo proprio ieri, donna energica che ha avuto a che fare in aula con Raffaele Cutolo e quindi certo non si fa impressionare da Moggi, e i due giudici a latere, due donne, una, la Gualtieri che scrive a mano dietro un paio di occhiali gentili, l'altra, la corvina Pandolfi, che caccia gli occhi sui testimoni e sul computer. Delle tre si dice che non capiscano nulla di calcio, ed effettivamente mentre si ricorda un gol di Serginho sceso sulla fascia dopo un fallo non segnalato da Tombolini la Casoria sorride. Chissà che non sia un bene se il gineceo togato ignora di pallone. Se sa di legge, basta e avanza.”
Oliviero Beha può essere descritto come si vuole, ma non certo come un ammiratore di Moggi o della Juventus, così come che Il Fatto è un giornale che può essere descritto come si vuole, ma non certo come una testata spiccatamente garantista. Epperò, chiunque assiste alle udienze del processo Calciopoli, anche se non ama Moggi e scrive un giornale un tantinello colpevolista, soprattutto se fino a quel momento aveva potuto attingere solo agli organi di stampa tradizionali, rimane trasecolato dalla diversità che corre tra ciò che accade in aula e ciò che viene riportato dai media (“E' proprio così: il calcio in tv è diverso da quello vero, visto allo stadio. Per osmosi, anche il processo a Calciopoli visto (quasi nulla) e letto sui giornali assai diverso da quello cui ho assistito”, sempre per citare Beha).
Insomma, chi ha le allucinazioni? Noi che da tre anni pensiamo e raccontiamo cose che i “professionisti dell’informazione” ignorano o sistematicamente deformano? O loro, quelli che continuano a raccontare uno scenario inesistente, e che andrebbero al massimo chiamati “professionisti dell’opinione”?
I professionisti dell’opinione sono quelli, per intenderci, che quando il segretario della CAN Manfredi Martino, in una deposizione fiume nella quale, nonostante la tenacia del pm, non riesce a fornire elementi seri per suffragare l’ipotesi di un sorteggio pilotato, titolano “Così truccavamo il sorteggio” sulla base di un paio di passaggi minori, a base di sensazioni su colpi di tosse.
Titolo per altro assolutamente comico, nel momento in cui si fa mente locale e ci si rende conto che il sorteggio, ai tempi di Bergamo e Pairetto, veniva fatto da loro stessi, i giornalisti, professionisti dell'opinione.
Auguri a voi, buon Natale, e continuate così anche l'anno prossimo, in modo da spingere sulle nostre pagine molti altri nuovi lettori.
Com'è accaduto quest'anno
Pubblicato da Varie ed eventuali alle 5:11 PM
Etichette: doping mediatico, juventus farsopoli, Oliviero Beha
ALTRIMENTI CHE CAXXO DI TIFOSI SIETE ?
Fonte : JU29RO
Primo contatto tra B29 (Juventus) e B-2 (Ridentus)
Il Mago di Ios Mercoledì 23 Dicembre 2009 14:42
Nonostante le notizie false e tendenziose riportate sui mass-media, che fantasticavano di ripetuti contatti già avvenuti nei giorni scorsi tra Monsieur Baguette (B-2) e Roberto Bettega (B29), l'incontro tra il rappresentante della Juventus (B29) ed il Triade della Ridentus (B-2) c'è stato solo ieri.Questo conferma diverse cose. Innanzitutto, che è sempre bene diffidare di quanto si legge sui giornali (uno di questi, non a caso definito La Busiarda, si è addirittura inventato una fantomatica cena, mai avvenuta in realtà, tra B29 e B-2 domenica sera ) e si ascolta in televisione o alla radio.
Poi, che B-2 ed i suoi manovratori non solo non capiscono nulla di calcio e di come si gestisca una società del calibro della Juventus (non a caso, a loro è stata affidata la Ridentus), ma anche che hanno gestito la vicenda non improntandola al rispetto dei più elementari principi della buona educazione.
Prima di discutere in Consiglio di Amministrazione del possibile ingresso di B29 in società (e di far trapelare sui giornali la notizia con congruo anticipo, per vedere l'effetto che fa) sarebbe stato certo più opportuno sondare le intenzioni di B29.Comunque sia, il Consiglio di Amministrazione di lunedì e l'incontro di ieri hanno certificato ufficialmente il fallimento del Projetto (con l'accento sulla o) Ridentus.
Poco più di due mesi fa, durante l'assemblea fiume del 27 ottobre, il tennista di Chambéry dichiarava risoluto che l'organizzazione e la struttura societaria andavano benissimo e che aveva piena fiducia in Secco e nel suo staff. Non solo. Nel dopo-partita di Ridentus-Catania, uno stralunato B-2 lasciava comunque intendere che le cose potessero benissimo andare avanti senza interventi (d'altronde, il Projetto con l'accento sulla o è forte, ça va sans dire, rien ne va plus, bla bla bla) rispondendo in questo modo a chi gli chiedeva lumi in merito a B29: "se c’è bisogno di rinforzi in società, sono decisioni che sono capace di prendere" (in pratica, decisioni che so prendere so quelle che so prendere; e quella, è quella cosa importante).Ed invece, B-2 ha dovuto mettere da parte la propria prosopopea francese, andando a Canossa, incontrando B29. Liberté, égalité, humilté.
Verosimilmente (avverbio molto in voga tra i testimoni dell'accusa nel processo di Napoli, che molto presumono ma poco dimostrano, se non in favore della difesa), il Consiglio di Amministrazione ed i tutori dell'eredepercasoaforzadisaltelli hanno messo B-2 con le spalle al muro, imponendogli di ricercare una figura carismatica e di esperienza cui affidare la gestione sportiva.Per il momento, (quasi) nulla trapela sui contenuti dell'incontro tra B29 e B-2. Non è dato ad esempio di sapere con precisione cosa sia stato offerto a B29. Un (offensivo) incarico da consulente o da consigliere non operativo (alla Tardelli, per intenderci)? Oppure qualcosa di più? Ma cosa? Una direzione generale? Oppure, conoscendo l'attaccamento di B-2 alle sue molteplici cariche e relativi compensi, una vice-direzione generale? E, comunque, con quali poteri e libertà d'azione? Quale la durata dell'incarico?.
Si è trattato, comunque, per forza di cose, di una prima ed interlocutoria presa di contatto tra la faccia vincente e gloriosa della Juventus e la faccia perdente ed ingloriosa della Ridentus. Pur in presenza di un'offerta più che congrua ed adeguata da parte di B-2 (in termini di ruolo, prospettive, libertà d'azione, etc), B29 avrebbe più di un motivo per opporre un rifiuto sdegnato. Il comportamento tenuto in questi anni dalla cirigenza e, soprattutto, dalla proprietà non può che essere stato vissuto da B29 come un'offesa alla Juventus, in primo luogo, ed alla sua persona, in seconda battuta.
Le dichiarazioni di John Elkann in occasione di Juve-Palermo del 7 maggio 2006 (queste cose non ci lasciano indifferenti, siamo vicini alla squadra e all'allenatore), il successivo commissariamento della società ad opera di Sant'Albano, la gestione di Farsopoli, la denuncia contro ignoti e la richiesta di patteggiamento nel processo per falso in bilancio ed infedeltà patrimoniale a Torino sono solo alcune delle tante circostanze che giustificano il risentimento degli juventini veri alla B29 nei confronti della gestione ridentina, dell'eredepercasoaforzadisaltelli e dei suoi tutori.
Inoltre, è la Ridentus ad aver bisogno di B29, non certo il contrario. B-2 è alla disperata ricerca di un parafulmine su cui scaricare le responsabilità dell'ormai più che probabile fallimento del Projetto con l'accento sulla o. Tutte le colpe ricadrebbero su B29 (un assaggio si è già avuto nell'assemblea di ottobre 2007, quando B-2 ha attribuito a B29 la responsabilità della scelta di Tiago, Andrade ed Almiron).
Gli eventuali meriti (ragionamento per assurdo, difficile che si possa parlare di meriti, vista la situazione comatosa della Ridentus) sarebbero invece sempre di B-2 e del suo Projetto con l'accento sulla o.Infine, B29 si troverebbe ad operare, solo contro tutti, in un covo di serpenti, pronti a pugnalarlo alle spalle alla prima occasione utile (è già successo, può tranquillamente succedere di nuovo). Detto questo, l'unico motivo per cui B29 potrebbe comunque decidere alla fine di superare le proprie perplessità ed accettare la proposta di B-2 è il suo smisurato amore per i colori bianconeri.
E, si sa, l'amore fa fare le cose più assurde.Presumibilmente (altro avverbio molto utilizzato al processo di Napoli), comunque, prima di prendere qualsiasi decisione, B29 si consulterà (se non lo ha già fatto) con Andrea Agnelli e con Donna Allegra.
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Cmq ,ho notato :D , esistono , ancora, i tifosi ottusi .
AVREI VOLUTO LA PRIMA CATEGORIA , altro che serie bbi.
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mi mancheranno le tue chiamate.
Ciao FRETELLO' , tanto - prima o poi ci rivedremo con GIUANN ( la triade - biagiolone- steve - e giuann ).
Pubblicato da Varie ed eventuali alle 11:50 AM
Etichette: calcio farsa 2006, ju29ro, juventus, kitammurt e stramurt
L'ex direttore della Juventus, Luciano Moggi, intervenendo nella trasmissione radiofonica "Tutti pazzi per la Juve", in onda su RADIO ERRE 2, ha voluto dire la sua sulle prime sentenze emesse dal processo di Napoli, sulla docufiction OFF-SIDE mandata in onda da LA7, sulle dichiarazioni dell'amministratore delegato dell'Inter Paolillo e su quelli che lui ritiene i veri mandanti di Calciopoli.
LA SENTENZA CONTRO GIRAUDO? NON MI PREOCCUPA, ANZI
"Quella di Giraudo non è una condanna. È una sentenza di primo grado, ma in sostanza c'è la possibilità di appellarsi e poi di andare in Cassazione. Mi sembra normale una condanna con il rito abbreviato visto che si basa prevalentemente sulle investigative dei carabinieri. La mia posizione non è affatto peggiorata anzi le testimonianze al processo di Napoli stanno dimostrando che la Juventus era fuori da tutti gli impicci che ci hanno addebitato. Ci sono 50 testimoni della difesa da ascoltare e credo che le cose si metteranno abbastanza bene. Basti pensare che dei 50 testimoni portati dell'accusa, 45 hanno poi finito per esser a nostro favore….
Le intercettazioni stesse, se le ascoltate bene, riguardano altre squadre e non la Juventus: non c'è un'intercettazione in cui noi si chiede ad un arbitro "aiutami!". Invece gli altri… Se ricordate c'è un dirigente di un'altra squadra che dice ad un assistente come doveva pilotare la bandierina. A chi dice che la scelta difensiva di Giraudo sia stata suggerita dall'attuale società, dico comunque che si sbaglia, la proprietà non ha imposizioni da fare a Giraudo: gli è contro e basta. È stata una sua scelta, sbagliata a mio parere, così come lui ha scelto di andare in Inghilterra e io di rimanere in Italia a combattere, per difendere me stesso ma soprattutto la Juventus visto che non l'ha difesa nessun altro. Sono rimasto solo io a difendere la Juve."
OFF- SIDE UNA DOCUFICTION "DISPERATA"
"Ho già scritto quello che penso. Come tutte le docufiction, che si inventano cose che non esistono, anche quella ha stravolto completamente la realtà. Mi consola il fatto che chi è stato chiamato in causa a giudicare la trasmissione l'ha definita una cosa sconsiderata, soprattutto perché c'è un procedimento in corso. Se avete letto chi l'ha fatta… Alla fine della trasmissione c'era scritto chiaramente: Telecom la stessa società che ha effettuato le intercettazioni….. E poi è andata su La7 e si tratta di un canale molto vicino a Tronchetti Provera. Devo aggiungere altro?
Ho visto i dati auditel, comunque, e hanno fatto oltre un milione di spettatori in meno delle "Casalinghe Disperate" e ho detto tutto".
MONTEZEMOLO? VIA QUELLA FACCIA
"Mi dite che su SkySport in questo momento stanno passando immagini di Montezemolo? Non le posso vedere, ma meglio così perché anche io sono del parere che è una faccia che fa star male".
PAOLILLO E GLI SCUDETTI "RUBATI"
"Questi signori parlano sapendo quello che dicono… Ma la realtà li sta sconfessando. Due settimane fa l'ex guardalinee Coppola ha in pratica dimostrato come l'Inter abbia fatto pressione per non far squalificare Cordoba. Fare pressione significa telefonare, telefonate che l'Inter faceva in serie, come hanno confermato anche gli ex designatori. Peccato queste telefonate siano sparite, d'altronde Telecom non è di proprietà della Juventus ma dell'Inter, nelle persone di Tronchetti Provera e di Buora. Non parliamo poi di Guido Rossi, che ha tolto gli scudetti alla Juventus per darli all'Inter. E poi cosa fa? Va a lavorare alla FIAT. Cos'altro dire di più?"
LE INTERCETTAZIONI MANOVRATE DA MORATTI....
"La verità sta venendo fuori al processo Telecom. Tavaroli è stato convocato da Moratti alla Saras e gli ha detto "intercettami queste persone e queste società". Lo stesso Moratti non ha mai smentito, e come farebbe a smentire Tavaroli? Purtroppo è andata come è andata perché lo hanno permesso i proprietari della Juventus, perché a Roma al processo sportivo non si sono difesi, additando come colpevoli noi della Triade. Al processo di Torino hanno fatto il contrario, e per confermare che noi fossimo colpevoli hanno fatto una querela contro ignoti, che il giudice ha rigettato. Così come ha rigettato il tentativo di patteggiamento della Juventus. Se noi siamo ridicolizzati e messi all'indice da tutti lo dobbiamo solo alla nuova società della Juventus."
ANDREA AGNELLI: VISITA STRUMENTALIZZATA
"Una questione formale. Non c'è niente di più, la sua visita Vinovo è stata totalmente strumentalizzata. Voleva solo andare a trovare la squadra e mostrare la sua vicinanza. Buon sangue non mente, il padre è stato sempre attaccatissimo alla Juventus e lo stesso Andrea quando c'eravamo noi veniva spesso in campo."
Pubblicato da Varie ed eventuali alle 3:13 AM
Etichette: complicità helkan . moggi e giraudo vittime, luciano moggi, montezemolo, processo juve
VOTO: 10 piu' !
Pubblicato da Varie ed eventuali alle 4:11 PM
Etichette: calciopoli farsopoli, JUVENTUS CATANIA, LINO BANFI
Pubblicato da Varie ed eventuali alle 3:45 PM
Etichette: cerqueti si chiama così -kitammuuù, faziosi, juventus, rai sport
Pubblicato da Varie ed eventuali alle 1:47 PM
Etichette: steve juventus, steve LA STAMPA
Brother..hot,sgaram.lee
3/12/2009
Tranquillo brother cabezon,è sempre un piacere anche per me leggerti ,non mi piace tornare sull'argomento ripeto con il conte ci siamo chiariti .....campa cavallo?? io sono come il cinese,intanto un pò d'erba è cresciuta sulla riva,ci vuole pazienza tanta pazienza,poi quel giorno tu per punizione vini a tosare l'erba della riva neh? ce ne sara tanta ma tanta che che nemmeno Biagio l'ha mai vista tutta in una volta .
Ciao Grande
hotfefone ..a sapere dov'è mi ci farei trovare,ma se siamo tutti nel settore est ci possiamo vedere davanti all'entrata,ma tu a cena vieni?
Sgarambone ..non meravigliarti è così che và..pensa ..la destra va escort la sinistra a transit e l'italia a p...t....ne !!!
Lee per favore non ti ci mettere anche tu,m'istighi la Simona e quella è capace di tutto veh?
Ciao Grandi
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CIAO BIG .
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Ecco cosa si pensava di Steve.
Monica
GIU'' LE MANI DA STEVE!
Steve fa parte dello zoccolo duro di questo forum, non si tocca e non si offende!
Quando vedo il suo nick so già che avrà ragione, sempre.
Ti faccio gli auguri in anticipo, ho paura di dimenticarmi!
AUGURI GRANDE ROCCIA JUVENTINA!
Un abbraccio sincero.
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LA STAMPA (la redazione )
Un saluto a Steve
Dopo aver appreso la notizia della tragedia di Steve, non riesco a trovare molte parole da poter usare in momenti come questi. Personalmente per me è stato un anno dove purtroppo ho vissuto molti lutti di persone a cui ero molto legato. Anche per questo posso dire che il ricordo più o meno intimo di chi viene meno aiuta a tenere in vita il loro pensiero, la loro passione. Noi della redazione abbiamo avuto modo di conoscere Steve attraverso questo forum dove ha trasmesso a tutti coloro che vi partecipano o, più semplicemente, che lo leggono, il suo essere appassionato per la Juventus e la sua personalità nel rapportarsi con gli altri. Proprio per questo il forum rimarrà aperto anche per dare la possibilità a tutti di ricordarlo così come la maggior parte di noi l'ha conosciuto.
Colgo l'occasione di porgere le mie condoglianze e di tutta la redazione alla famiglia di Steve Un abbraccio.
Fulvio Cerutti
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Un abbraccio bianconero.
Pubblicato da Varie ed eventuali alle 3:25 PM
Etichette: assembela juventus, ciao fratello bianconero, la stampa steve, steve
ovviamente dopo la farsa alla sputtanesca.
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perchè ?
COSA VI ASPETTAVATE ?
Pubblicato da Varie ed eventuali alle 6:05 PM
Etichette: complotto, conseguenze. juventus, la triade
Meno male che c'è lui .
Ogni tanto ( spesso ) gli rinfresca la memoria.
Teste di cazzo.
Pubblicato da Varie ed eventuali alle 3:00 AM
Etichette: controcampo juventus, inter ladri, mughini
ho letto :
IN vista di juventus Ladroni _ IL NUMRO UNO_di Corso Galileo Ferraris ....bla ..bla...
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BASTA POCO X FARTI GIRARE I COGLIONI !
lo fanno apposta.
iL n° 1...,,_... MA WWAT'NAFFFANCULO WA !
Pubblicato da Varie ed eventuali alle 3:56 PM
Etichette: blanc, calcio in crisi d'identità, calciopoli farsopoli, juventus
X LA SERIE :
LE VERE MERDE
KITASTRA.
Un grazie a Giu' Le mani dalla Juventus .
Sempre vigili .
Pubblicato da Varie ed eventuali alle 11:44 AM
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Pubblicato da Varie ed eventuali alle 1:28 PM
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PURE il SIG.Giudice CASORIA LO PRENDE PER IL C..O.
MENO MALE , che non è un giudice tifoso .
Pubblicato da Varie ed eventuali alle 3:57 AM
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A tal proposito vi invito a leggere l'intervista all'avvocato D'ONOFRIO realizzata dallo
JU29RO TEAM.
Oltre a sottolineare che io la terza stella l'ho messa ( afficcata ) nel 2006.
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Avv. D'Onofrio: "Come ti riprendo gli scudetti"
leggi l'intervista
Pubblicato da Varie ed eventuali alle 3:07 AM
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SERIE Cì .
_ Un invito a leggere , quanto segue _ _ QUI'. .
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cià !
Pubblicato da Varie ed eventuali alle 12:31 PM
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Pubblicato da Varie ed eventuali alle 2:02 PM
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Quelle vere , quì .
Punto e a capo !
Pubblicato da Varie ed eventuali alle 12:28 PM
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by Monica
Perchè la partita contro l'amico Zenga mi è sembrata un'amichevole come quella contro l'amico Gasp?
Scandalo, scandalo, scandalo!
Episodi dubbi, episodi a favore dei pezzenti, piaceri, connivenze, concussioni, ma che dico, ma no, adesso è tutto pulito e onesto.
E' arrivato il signor Dash-Dentemarcio, Ava come lava!
Chiudiamo tutto, tanto il campionato è già deciso, la seconda stella è vicina, cosa ci stiamo a fare.
Zamparini, Preziosi siete due merde
Pubblicato da Varie ed eventuali alle 3:21 AM
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Weila' ! Una salatino a tutti gli amici a fumetti
-------------------------------------------------------------Un incursione sulla FASCIA--------
In merito al cambio della guardia ?
Vuoi vedere che girava un video su mr colbolli e MR MORATTI
che li _ traeva_ in atteggiamenti equivoci ?
Tipo il logo , della squadra degli ultimi campioni della TIM serie A , sul coModino del bunker privato dell'ex presidente .
cmq dal 2006 ad oggi _ dedurrei _
( DEDURREI E' IL NUOVO TALENTO DEL CALCIO ARGENTINO _ 36 ANNI _ DA CONSIGLIARE AL NUOVO _PRR..... DELLA FC JUVENTUS S.P.A. ) _
che stiamo frecati .
Un saluto Vero .
----------------------------------------- Picaus !
Pubblicato da Varie ed eventuali alle 2:23 PM
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Fonte: ju29ro Team
La CASORIA ...
( SPETTACOLARE )
Articolo pazzesco del Corriere della Sera, che appoggia le tesi dei due PM del processo di Napoli, sulla richiesta di ricusazione della presidentessa del collegio giudicante. Addirittura si ritiene normale e giusto che la giudice venga ricusata perché è donna, e quindi non in grado di capire di cose di calcio. Robe da matti.
Ma la Casoria non è in grado di capire perché donna o perché inesperta di calcio? Se è vera la prima ipotesi, le donne giudice possono, per caso, giudicare solo su controversie legate al cucito e ai ricami? Se è vera la seconda i giudici, oltre a possedere una laurea in giurisprudenza, devono possederne un'altra sulla materia oggetto del contendere? Per esempio, se si tratta di un incidente aereo devono possedere anche una laurea in ingegneria aeronautica o, se si tratta di un fallimento aziendale, devono possederne una in economia?
Ma basta, abbiamo parlato ad nauseam di questa faccenda kafkiana della ricusazione della Casoria. Abbiamo deciso anche noi di rifarci ai valori di Facchetti.
Vorremmo una Juventus che offrisse un posto in CdA a Gabriele Galateri di Genola, così magari ci mette in contatto con l'attuale manager della security Telecom, e magari quest'ultimo, di sua spontanea iniziativa, metterà in piedi una "macchina spropositata" contro i nostri avversari.
Vorremmo una Juventus che acquistasse Cristiano Ronaldo, tanto poi ci pensa Genola a farci pagare il 30% dell'ingaggio dalla Telecom.
Vorremmo che Blanc diventasse amico di un arbitro di Torino, così magari prepara un dossier contro gli arbitri che ci fischiano contro.Vorremmo che la Juventus ingaggiasse degli investigatori privati per sapere cosa fa di notte Poulsen, magari riusciremmo a capire perché gioca da fermo.Vorremmo avere in squadra tutti stranieri, e se magari le regole non lo permettono, ci penserà qualcuno a trovarci qualche patente e passaporto farlocco.Una volta fatto tutto questo, anche noi saremo simbolo di "onestà e giustizia". E sicuramente otterremo anche l'ammirazione del Corriere della Sera.
Pubblicato da Varie ed eventuali alle 3:04 PM
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Spie e ladroni; Moratti e Bergamo. Farsopoli o Calciopoli.
Furino1945 martedì 13 ottobre 2009 00:16
Fonte : ju29ro
Ci sono voluti più di tre anni, ma oggi un giornale importante (la Repubblica), prendendo spunto dall'accusa di Bergamo all'Inter, mette in fila dei fatti, lo spionaggio di Tavaroli, le accuse all'Inter, l'operazione "ladroni" invitando quasi il lettore a ragionarci sopra. Mettere insieme dei fatti dovrebbe essere mestiere di tutti i giorni per un giornale e quindi apparentemente non si tratta di niente di speciale ma per chi, come noi, son tre anni che si batte per ragionare su Calciopoli, anche a costo di passare per visionari o di essere tacciati di squadrismo, si tratta di un avvenimento.
Forse, con il progredire dei processi di Napoli e Milano, si avvicina il momento che a ragionarci saranno chiamati un po’ tutti e allora speriamo, come prima cosa, che dopo Fulvio Bianchi di Repubblica altri colleghi della carta stampata si ricordino della Carta dei Doveri del Giornalista ed invitino i loro lettori a ragionare, fornendo loro dei fatti e non la interpretazione degli stessi da loro preconfezionata.
L'articolo di oggi, in particolare, richiama l'attività di spionaggio di Tavaroli sul mondo del calcio con l'operazione "como" (contro Moggi, padre e figlio, Pairetto, Bergamo, De Santis, Racalbuto) e l'operazione "ladroni" (contro Moggi, De Santis, Fabiani e Cennicola), riporta le accuse di Bergamo all'Inter di qualche giorno fa in merito al fatto di essere stato spiato e, correttamente, riporta anche il comunicato dell'Inter che si chiama fuori dall'attività di spionaggio e minaccia di querelare.
Prendiamo anche noi atto del comunicato dell'Inter, ricordando però che tutti i giornali hanno a suo tempo riferito di un verbale di Tavaroli in cui si citava una riunione alla Saras con Moratti e Facchetti in cui si era parlato di Inter e di arbitri; quando i giornali hanno riportato quel verbale nessuno ha smentito alcunché; anzi sull'operazione "ladroni" il signor Moratti è stato a suo tempo sentito dalla Procura Federale.
Cosa abbia dichiarato Moratti a Palazzi è rimasto top secret, sui giornali s'è letto tutto e il contrario di tutto, fatto sta che nel frattempo Facchetti era deceduto e il dott. Palazzi ha sentenziato di non poter procedere contro l'Inter.
Nel prendere atto del comunicato dobbiamo anche aggiungere che Tavaroli non spiava certo gratis et amore Dei, che i giornali hanno riferito di una fattura intestata all'Inter da parte dell'agenzia investigativa Polis d'Istinto (che aveva materialmente svolto le indagini) e del relativo pagamento estero su estero (!), che Tavaroli sarà chiamato a testimoniare a Milano e forse anche a Napoli. L'Inter avrà pure fatto bene a fare il suo bel comunicato, ma chiunque ci ragiona sopra è in grado di concludere che qualcuno quelle indagini le ha commissionate, che uno dei due, tra Tavaroli e Moratti, potrebbe aver dichiarato il falso e che i processi stabiliranno la verità. Intanto Bergamo in un’intervista al Tirreno ribadisce oggi le sue accuse e fa anche i nomi: responsabili dello spionaggio sono indicati Moratti e Facchetti.
Questi sono fatti sui quali ragionare e qualcuno, ragionando, potrebbe anche vedere nello spionaggio di Tavaroli (forse per conto dell'Inter) una specie di trait d'union tra il processo di Milano e quello di Napoli; ci limitiamo a ricordare, infatti, che i dossierati delle operazioni "como” e "ladroni" sono praticamente gli stessi (compreso il segnalinee Cennicola subito scagionato senza che fosse mai chiarito perché era stato spiato) di quelli finiti nella deposizione spontanea di Dal Cin alla Procura di Napoli del giugno 2004, da cui aveva tratto origine l'indagine di Calciopoli dei pm Narducci e Beatrice. Come se i risultati dello spionaggio di Tavaroli, misteriosamente, fossero arrivati fino a Napoli: ipotesi, questa, cui aveva fatto riferimento l'ex-Procuratore della Figc De Biase quando aveva osservato che una società calcistica che dovesse macchiarsi di un illecito di questo tipo rischierebbe la radiazione.
Nessuno della nostra Associazione arriva a immaginare un'Inter radiata, quella accennata è solo un'ipotesi di scuola, che abbiamo provocatoriamente riportato solo per far capire quali cattivi pensieri potrebbe aver fatto oggi un lettore di Repubblica che avesse preso atto dei fatti riportati da Fulvio Bianchi e ci avesse ragionato con la propria testa. Invece è da tre anni che tutti i giornali (compresa Repubblica) danno una lettura a senso unico dello scandalo del 2006 gestito, da par suo, dal prof. Guido Rossi: Moggi teneva in pugno gli arbitri, telefonava loro decine di volte prima di una partita con le schede segrete, Giraudo non telefonava ma era anche lui un delinquente, e quindi è stato giusto mandare la Juve in B: anzi, meritava di peggio, perché Calciopoli è stato lo scandalo più grave del calcio italiano. Sono, invece, tre anni che dello spionaggio di Tavaroli sul mondo del calcio, sui committenti e sull'utilizzo c'è una specie di black-out, come se l'argomento fosse tabù, quasi fosse pericoloso occuparsene.
Riportando le parole di Bergamo oggi Repubblica è costretta a scrivere che "non è finita qui: questa è Farsopoli, non Calciopoli, e i fuochi d'artificio stanno per arrivare": e così su uno dei più importanti giornali nazionali si accenna, dopo tre anni, ad una possibile Farsopoli, addirittura con la f maiuscola, come se l'autore dell'articolo sottintendesse qualcosa di grosso, di importante.
Questa, secondo la nostra Associazione, non è più un'ipotesi di scuola, questo vuol dire aver voglia di ragionare sullo scandalo del 2006 e tutte le sue sfaccettature: e chi volesse approfondire l'argomento può raccogliere dati, fatti e avvenimenti come sono riportati nell'apposita sezione del nostro sito. Che non a caso abbiamo titolato, fin da subito, proprio Farsopoli.
Pubblicato da Varie ed eventuali alle 4:59 PM
Etichette: intercettazioni, juventus complice, moratti ladro, operazione moratti
Ritardi e omissioni ____ ju29ro
In una trasmissione televisiva l'ex-designatore Paolo Bergamo, ha detto di essere stato spiato e intercettato dall'Inter, e che si è costituito parte civile nel processo di Milano sull'attività di dossieraggio della security Telecom (Tavaroli e compagnia cantante). Qualche giornale oggi dà rilievo alla notizia, lo fa anche il Corriere della Sera che nel titolo, tanto per dare una dritta ai lettori, scrive "Bergamo accusa con tre anni di ritardo", e nel commento aggiunge che si tratta di un ritardo sospetto.
Continua QUI'
Pubblicato da Varie ed eventuali alle 5:24 PM
Etichette: bergamo, farsopoli processo, juventus derubata
Pubblicato da Varie ed eventuali alle 5:03 PM
Etichette: buffon, cannavaro e le puttanate, doping mediatico, juventus farsopoli
Le Pagelle , quelle vere, quì .
Ju29ro .
Pubblicato da Varie ed eventuali alle 4:30 PM
Etichette: altrimenti ci arrabbiamo, assembela juventus, ferrara, paòermo juventus 2- 0
QUI' .
Boskov devo fare un piccolo appuntino paglino ( x la serie _ non c'entra nu CAZZ ) :
Mentre stavo rientrando ,dopo..... , ho incontrato un perdinter...
MO ! CHE STORIA .... ore 2dinotte .... me so ripreso SUBITO DOPO .
ESSO' contagiosi.
KITAMMURT !
Pubblicato da Varie ed eventuali alle 4:38 PM
Etichette: BAYERN JUVE, farsolpoli, juventus derubata, moggi innocente
Le pagelle (quelle vere ) QUI'
Ju29ro.
Pubblicato da Varie ed eventuali alle 5:37 PM
Etichette: colpita solo la juve
Pubblicato da Varie ed eventuali alle 3:58 AM
Etichette: juventus- italia bulgaria 2-0 -
Le pagelle ( quelle vere ) QUI'
< ju29ro >
Pubblicato da Varie ed eventuali alle 2:07 PM
Etichette: calciopoli farsopoli, le pagelle, roma juventus, tv serva
Un articolo al riguardo su : http://calciogratisinstreaming.it.gg/
mentre la partita Roma Juventus in streaming su : http://mondocalcio-scommesse.blogspot.com/2009/08/roma-juventus-streaming-live-in-diretta.html
Pubblicato da Varie ed eventuali alle 5:24 AM
Etichette: roma juventus, streaming
Molti tifosi ricordano che Giraudo era in scadenza di contratto, mentre Moggi poteva semplicemente essere licenziato. «Giraudo e Moggi, un “pericolo” per John» è il XXX capitolo del libro mai pubblicato di Gigi Moncalvo, un capitolo che aiuta a comprendere i motivi per cui quei due non potevano essere mandati via in maniera così semplice. Il perché ci fosse il bisogno di colpire Giraudo anche mediaticamente.
I.S.
Per dodici anni la struttura Girando-Moggi-Bettega è rimasta immutata e ha rappresentato il team di dirigenti più preparati del calcio moderno. Umberto aveva voluto e fatto in modo che la Juventus fosse così forte e ben organizzata non solo perché gli era molto cara ma anche perché immaginava che una simile solidità e strutturazione, nel momento in cui suo figlio ne avesse assunto la guida, avrebbe consentito ad Andrea di poterla gestire con tranquillità.
Dopo la morte di Umberto, in ossequio alla fedeltà e riconoscenza verso di lui, Giraudo comincia a preparare il terreno per l’ingresso di Andrea. La Juventus è anche una passione del giovane figlio del Dottore e della vedova, Allegra Caracciolo. Avere un Agnelli di nuovo al vertice della società è importante: Andrea porta il cognome della casa, è figlio di Umberto, è tifoso della Juve, è giovane e intelligente, ha fatto ottimi studi, gode di stima e considerazione, è la persona giusta per dare continuità alla dinastia che ha sempre legato il proprio nome a quello della Juve.
La scelta è ineccepibile, ma le prime mosse di Giraudo sono molto prudenti. Conosce bene i delicati equilibri su cui si reggono i vari rami della famiglia e prevede i contraccolpi e le invidie che potrebbe suscitare un’ascesa troppo repentina di Andrea. Il progetto, su cui Moggi è d’accordo, prevede che il giovane venga inserito nella società gradualmente fin dal 2005 e che poi, a partire dal 2006, assuma ruoli sempre più marcati. Giraudo è consapevole che non c’è niente di meglio dello sport cime trampolino di lancio e cassa di risonanza per un giovane manager da mandare in orbita. Luca di Montezemolo e il suo modo di utilizzare la Ferrari come vetrina è la prova che lo sport, specie attraverso “marchi” famosi, può apre prospettive amplissime in ogni campo.
L’immagine di Andrea può “crescere” moltissimo grazie alla Juventus anche perché Giraudo e Moggi sapranno portare la squadra a grandi successi senza chiedere agli azionisti Fiat o alla famiglia di aprire il portafoglio per finanziare la squadra. Soprattutto, garantiranno ad Andrea la possibilità di prendersi tutti i meriti mentre loro saranno pronti a fare da parafulmine in caso di imprevisti. Una Juve da prima pagina consentirà al giovane Agnelli di essere considerato l’artefice di vittorie e buona amministrazione, di successi e di fortuna, e farlo diventare l’idolo dei quattordici milioni di tifosi che in ogni parte del mondo seguono la Juventus. L’idea è perfetta, ma c’è qualcuno che, dietro le quinte, la intuisce, ne vede le prospettive, non la condivide e quindi comincia a muoversi per ostacolarla e impedirla.
Moggi ricorda che, appena saputa la notizia della morte di Umberto, ebbe questa sensazione: “D’improvviso mi sono sentito più solo. Senza ombrello, senza una luce. Prima l’Avvocato, poi il Dottore: la Juve non sarebbe stata mai più la stessa. Ma anche noi”. La morte di Umberto non lascia “orfani” solo Giraudo, Moggi e la Juventus ma crea all’interno di tutto il Gruppo un immenso vuoto di potere che va colmato al più presto. La scomparsa di Umberto rappresenta la fine della generazione dei fratelli Agnelli. E se non c’erano dubbi, dopo la morte di Gianni, che Umberto sarebbe stato il suo successore alla guida del gruppo, ora ci sono molte caselle da riempire. Non ci sono più a disposizione nomi della generazione di Gianni e Umberto, essendo le sorelle fuori gioco. La decisione di puntare su John, come abbiamo visto, era già stata presa. Qualcuno ha accelerato i tempi e lavorato in questo senso forse anche forzando la situazione senza rispettare le necessarie “procedure” famigliari. E quindi colui che si trova in rampa pronto per essere lanciato in orbita è solo John. Nulla deve ostacolare questo disegno. Qualunque intralcio, grande o piccolo, diretto o indiretto, si presenti sulla strada della leadership di John deve essere abbattuto con la massima decisione.
E’ chiaro che un eventuale entrata in scena di Andrea, per di più col vantaggio indiscutibile di chiamarsi Agnelli contrariamente al cugino, crea notevoli disturbi a tutta l’operazione, anche se si tratta “solo” della Juventus. Bisogna impedire che la popolarità che in un paio d’anni Andrea sicuramente avrebbe raggiunto grazie al calcio lo proietti anche verso altri incarichi all’interno del Gruppo. Non ci sono dubbi che Andrea, sulla scia della Juve, avrebbe potuto diventare un potenziale “concorrente” di John, un ostacolo sul cammino della sua ascesa al potere, creando un pericoloso dualismo in cui due giovani della quarta generazione avrebbero dovuto fare i conti l’uno con l’altro. Tra l’altro uno, Andrea, avrebbe avuto l’indiscutibile vantaggio di poter contare su due atout di rilevante importanza: la popolarità e il sostegno di milioni di persone, e un’immagine legata a una attività come la Juventus e il calcio certo molto più popolari, “simpatiche” e immediate di quanto non siano l’IFIL, l’IFI, la Fiat.
I registi dell’operazione-John non possono assolutamente consentire che colui sul quale hanno deciso di puntare trovi un simile ostacolo sulla sua strada. Ecco quindi che, per bloccare l’ascesa di Andrea, o anche solo la sua discesa in campo, occorre azzoppare ed eliminare i due uomini che hanno pensato a lui e che vorrebbero lanciarlo in orbita: Giraudo e Moggi. Occorre trovare il modo per farli fuori. Questo modo esiste ed è frutto del combinato disposto di alcune circostanze che si realizzano grazie al contributo diretto o indiretto, voluto o involontario di una serie di personaggi che a vario titolo compaiono nella vicenda o ne restano dietro le quinte, molti dei quali diventano inconsapevolmente e senza nemmeno immaginarlo elementi di questa operazione. Il PM Giuseppe Guariniello di Torino. Il presidente della Federcalcio, Franco Carraro. Il presidente della Lega Calcio, Adriano Galliani. Il presidente dell’Inter, Massimo Moratti. Il direttore generale nerazzurro, Giacinto Facchetti. Marco Tronchetti Provera e il “Tiger team” di spionaggio telefonico di Telecom (Tavaroli, Cipriani, Ghioni). Il professor Guido Rossi. L’ex Procuratore della Repubblica di Milano, Francesco Saverio Borrelli nelle sue nuove vesti di Capo dell’Ufficio Indagini della Federcalcio. Luca di Montezemolo. Franzo Grande Stevens. L’avvocato Cesare Zaccone di Torino. I direttori di un almeno quattro grandi giornali. E molte altre persone ancora.
Non c’è nessuna “accusa”, ovviamente, nei confronti di queste persone. Se il dottor Guariniello ha condotto inchieste giudiziarie sulla Juventus ha disposto per motivi d’ufficio intercettazioni telefoniche sugli apparecchi di Giraudo e Moggi, questo non significa che egli lo abbia fatto per facilitare l’ascesa di John ai vertici del gruppo Fiat o per “togliere di scena” Andrea Agnelli. Lo stesso vale per alcuni altri di coloro che abbiamo indicato e che si prefiggevano scopi ben diversi. Alla fine però il lavoro, l’attività, le informazioni, le decisioni degli uni e dagli altri o il loro comportamento adottato in un passato vicino o lontano, sono stati utilizzati dalla “regis acentrale” per mettere a punto l’operazione e portarla a compimento.
Per impedire ad Andrea Agnelli di salire ai vertici della Juve, per “fare fuori” Giraudo e Moggi, occorre inevitabilmente fare del male, per qualche tempo, alla stessa Juventus. E’ un “danno collaterale” inevitabile, un effetto del “fuoco amico”, un male necessario e calcolato del quale non si può fare a meno.
L’origine della storia di “Calciopoli”, da questo punto di vista, assume una nuova luce. E molti fatti che potrebbero apparire inspiegabili, diventano meno misteriosi se si pensa qual era il risultato finale che si prefiggeva Torino. Il dottor Guariniello, come sempre, ha fatto il suo dovere e non ha abusato del suo ruolo né dei suoi poteri nel momento in cui ha deciso di continuare a tenere sotto controllo i telefoni di Moggi e Giraudo al termine dell’inchiesta sul presunto uso di sostanze vietate da parte di alcuni calciatori juventini. Il processo si è concluso positivamente per la Juventus, ma il dottor Guariniello aveva tenuto aperta un’altra branca di quella inchiesta e disposto nuovi controlli e attività investigative. Da quelle nuove intercettazioni non emergeva nulla di penalmente rilevante ma il PM aveva deciso di trasmettere quelle intercettazioni alla Federazione Gioco Calcio affinché verificasse se da quelle carte emergevano per caso violazioni ai regolamenti sportivi.
Franco Carraio, presidente della FIGC, tiene chiuse a lungo nel suo cassetto quella grande quantità di intercettazioni arrivate da Torino. Poi all’improvviso decide di tirarle fuori. Perché e su sollecitazione di chi? Da quel momento si forma la palla di neve che in breve diventerà una valanga. Accade di tutto. La regia giornalistica e il distillato quotidiano delle notizie. I processi sportivi. L’incredibile richiesta del legale della Juventus di condannare la squadra alla serie B. La rinuncia della stessa società a fare ricorso al TAR senza “contrattare” migliori condizioni (come l’annullamento della retrocessione, accettando una forte penalizzazione, come Milan e Fiorentina).
La vendita di alcuni pezzi pregiati (come Ibrahimovic o Vieira) a una diretta concorrente come l’Inter a un prezzo irrisorio, accompagnato dai ringraziamenti dei dirigenti juventini. Gli scudetti tolti a tavolino e assegnati all’Inter (che li ha presi e festeggiati) proprio da un suo ex consigliere di amministrazione (Guido Rossi). L’assunzione dello stesso Rossi nel gruppo Fiat con una consulenza di molti milioni di euro. Il mancato coinvolgimento legale nella vicenda di Franzo Grande Stevens, che era il presidente di quella Juventus “chiacchierata”. Il salvataggio del Milan e della Fiorentina dalla serie B (segno evidente che si voleva colpire solo la Juve). La scoperta di molte manipolazioni nelle intercettazioni. La “fama” di chi le aveva eseguite e messe a disposizione che figura indagato in importanti inchieste penali. L’operazione-spionaggio condotta da una società che faceva capo a un altro dirigente proprio dell’Inter. Il “patteggiamento” della Juventus anche se la giustizia sportiva non ha scoperto alcun “reato”. Un processo, a Napoli, che non approda a nulla. La magistratura campana che, anziché occuparsi di munnezza e camorra, impiega uomini e mezzi investigativi per “Calciopoli”. E tante altre cose ancora. Con un punto fermo: la Juventus è la maggior danneggiata, Moggi e Giraudo vengono fatti fuori.
Insomma quello che Giraudo aveva intuito al termine della stagione 2004-2005 (“Luciano, questo è l’inizio della fine”), si verifica puntualmente. Moggi ricorda di aver risposto che non capiva, la Juve stava vincendo tutto, le cose andavano bene. Ma Giraudo era scuro in volto e pessimista per il futuro. Che cosa stava succedendo, che cosa stava per succedere? Moggi non aveva lo stesso tipo di antenne di Giraudo all’interno della galassia Fiat per raccogliere voci e segnali o per fiutare l’atmosfera. Ma, anche nel suo “piccolo”, Moggi si accorge che qualcosa non va, che c’è una certa freddezza, che nessuno collabora più come dovrebbe.
Nel suo libro l’ex direttore generale della Juventus racconta il contenuto di una telefonata con Lapo Elkann, facendo questa premessa: “Vi sembrerà banale, ma più di ogni altro discorso può valere questo colloquio”. E’ il 4 febbraio 2005, Moggi chiama Lapo e chi chiede di poterlo incontrare al più presto “per farci due chiacchiere”. Lapo cerca di guadagnare tempo e alla fine, messo alle strette, “si ricorda” che qualche giorno dopo sarà a Palermo proprio in concomitanza con la partita di campionato della Juventus, per consegnare una Y di colore rosa al centravanti Luca Toni. I due decidono di vedersi nell’albergo che ospita la squadra, a Villa Igiea, Moggi anticipa il problema che si è venuto a creare per le auto di rappresentanza. “All’improvviso ci venivano create difficoltà crescenti anche sulle piccole cose.
Le auto di rappresentanza per i giocatori o i dipendenti della società, ma anche per fare dei piccoli favori a persone funzionali al nostro lavoro, dovevano essere cose automatiche in una grande azienda. In quel periodo, invece, faticavamo a far tutto. Ad avere qualsiasi cosa. Non parliamo poi dei soldi per il mercato dei giocatori: rubinetti chiusi. Fortunatamente siamo riusciti a gestire la Juve senza bisogno di interventi esterni degli azionisti di riferimento, altrimenti sarebbero stati problemi. Gli attacchi interni ed esterni c’erano eccome.
La nostra solitudine era palpabile”.
Il primo a parlare (o a essere mandato avanti), come sempre, è Lapo: “Fece pesanti ironie su di noi in diverse interviste. Disse che “alla Juve si dovrebbe sorridere di più”, non nascose mai la sua antipatia per la Triade. Non ci saremmo mai aspettati un colpo così basso, per di più in pubblico”. Ma i problemi veri non erano né le vetture né le uscite di Lapo. “Sono successe cose anche più grosse – ricorda Moggi -. Gli eredi dell’Avvocato e quelli del Dottor Umberto non erano chiaramente in sintonia sulle scelte future e sugli assetti del gruppo.
Forse io sono rimasto schiacciato da questa lotta. E’ stranissimo, infatti, l’atteggiamento tenuto dalla Juventus società, ma anche dalla proprietà, prima, durante e dopo lo scoppio di questo scandalo, vero o presunto che sia. In società (il cui presidente, non dimentichiamolo, era Franzo Grande Stevens sicuramente molto addentro alle cose del palazzo di Giustizia di Torino, NdA) erano al corrente dell’inchiesta a nostro carico aperta dai giudici torinesi e delle intercettazioni telefoniche alle quali eravamo stati sottoposti sia io che Giraudo.
Il tutto era stato archiviato in sede penale ma il dossier con le intercettazioni era stato inviato per conoscenza alla giustizia sportiva della Federcalcio. Io non sono mai intervenuto su Carraro o sui giudici, Giraudo neppure. Se avessimo avuto tutto il potere che ora vogliono far credere, quelle carte forse sarebbero state distrutte. Invece nessuno si è interessato più di tanto. Tutti abbiamo continuato a telefonare senza misteri. A
llegramente in certi casi. Eravamo assolutamente tranquilli di non aver fatto niente di male o di strano. Abbiamo continuato le nostre conversazioni nell’ambiente del pallone senza chiedere aiuti o sconti a nessuno. Del resto la richiesta di archiviazione del 19 luglio 2005 firmata da Guariniello che ci assolveva in toto parlava anche di troppo chiaro, come si legge nelle conclusioni del giudice: “Di quattro partire di campionato giocate a intercettazioni in corso, su tre non si sono registrati commenti di alcun genere idonei a supportare l’ipotesi di reato, su una invece sono state registrate significative conversazioni tra tutti i protagonisti della ipotizzata possibile frode sportiva, ma da esse non soltanto non si traggono riscontri alla ipotesi investigativa, bensì elementi di prova di segno contrario”. Ecco cosa c’è scritto, tra l’altro, nell’ordinanza. Insomma, non facevamo un bel niente”.
A fronte di questo viene da chiedersi: possibile che il presidente della Juventus, di quella Juventus, e cioè Grande Stevens, non conoscesse questi particolari? Perché non ha fatto nulla per salvare la Juventus? Perché non ha messo in campo tutta la sua conoscenza del diritto e anche il suo prestigio, la sua autorevolezza, il suo peso per salvare la Juve? Possibile che pur di sacrificare Giraudo e Moggi, e la possibilità che Andrea Agnelli salisse al potere nella Juventus, si sia buttata via anche l’onorabilità, la rispettabilità, il prestigio della squadra bianconera e dei suoi milioni di tifosi? “Nessuno - prosegue Moggi – si è preoccupato che quel pacco di carte potesse uscire da qualche parte e portare discredito alla Juventus. Anzi, il giornale che per primo ha pubblicato le intercettazioni integrali e forse più di ogni altro ha dato risalto negativo a questa vicenda, è stato proprio “La Stampa”.
E la campagna contro la Juventus è stata orchestrata dalla “Gazzetta dello Sport”, l’altro giornale partecipato dalla famiglia”. Questo è un altro particolare significativo che depone a favore della tesi secondo cui i vertici del Gruppo, non avendo mosso un dito per arginare l’ondata di fango contro la Juve e non avendo consentito un’adeguata difesa della società, potessero in qualche modo essere al corrente dell’operazione in corso e non ne fossero, sotto certi aspetti – quelli che abbiamo visto – dispiaciuti per i risultati cui avrebbe portato ai danni di Giraudo e Moggi.
E’ pensabile infatti che il Gruppo che controlla “La Stampa” ed è, anzi in quel momento era, l’azionista principale e più “pesante” di RCS Mediagroup, la casa editrice del “Corriere della Sera” e della “Gazzetta dello Sport”, non abbia mosso un dito per “richiamare” i direttori a un maggiore “rispetto” verso la vecchia Signora? Possibile che direttori e giornalisti sempre attentissimi a non mettersi in urto con la proprietà, e gli interessi nei vari settori di attività, in quella occasione siano andati così a lungo a ruota libera senza avere la certezza che a Torino quella linea faceva piacere?
Moggi va al cuore del problema e, ben consapevole che per distruggere lui e Giraudo avrebbero dovuto distruggere anche la Juventus e riprenderne il controllo assoluto, aggiunge, aprendo un nuovo scenario: “Anche se la Triade avesse commesso gravi reati, una società quotata in Borsa doveva comunque sempre difendere i suoi manager. Non foss’altro per non affossare i suoi beni, il capitale, l’immagine. Invece, anche senza prove, anche senza carte, con le sentenze di là da venire, siamo stati scaricati come se avessimo la peste. Ho avuto la sensazione condita da qualche certezza, che il piano fosse proprio questo: far fuori Giraudo, Bettega e Moggi. Costi quel che costi”.
Fino a questo punto l’ex direttore generale della Juve non ha mai parlato di John. Ma non bisogna pregarlo a lungo per rivelare un altro indizio: “Anche John Elkann - dice - ci ha scaricato immediatamente. Domenica 7 maggio 2006 la Juventus ha giocato in casa contro il Palermo. Era la prima partita dopo la pubblicazione delle telefonate, lo scandalo stava divampando, ma senza contorni netti. Eppure il giovane John ha detto deciso che “la proprietà starà vicina alla squadra e all’allenatore”. Già sepolti Giraudo e Moggi che alla Juve hanno dedicato dodici anni di vita”. Moggi rivela un altro particolare significativo che certo non depone a favore di John in quanto ai metodi adottati a Torino per “scaricare” qualcuno: “In quei giorni nessuno mi ha chiamato e non soltanto per starmi vicino, ma neppure per chiedermi spiegazioni. Per avere la mia versione dei fatti. Credo che sarebbe stato naturale. Anche a un bambino che sbaglia, prima della punizione si chiede una giustificazione. A Moggi no. Punito. Condannato. Ripudiato. Cancellato”.
John disse in quella occasione, spiega: “Ci siamo resi conto dei problemi quando i giornali hanno pubblicato le intercettazioni; erano proble¬mi gravi. Lì abbiamo capito che il manage¬ment Juve non si era comportato in manie¬ra scorretta. Quindi, abbiamo reagito con decisione per uscire dalla crisi. Non è stato difficile. Anzi, è stato semplice prendere la decisione, difficile metterla in pratica. Una reazione radicale, perché grande era la re¬sponsabilità.
Sono così arrivate penalizza¬zioni pesanti, ma c’era differenza tra quan¬to ottenuto dai ragazzi sul campo e quanto fatto dal management. Ora c’è un rinnovo totale ai vertici. Noi come proprietà conti¬nuiamo a seguire la questione, le nuove in-dagini, ma vi posso garantire che non tro¬veranno nulla che non va bene nell’attuale management. La Juve resta la Juve con la sua splendida storia”.
Allora è proprio vera la nostra ipotesi di partenza? Se John era il primo e principale beneficiario dell’“azzoppamento” di suo cugino Andrea, e se questo obiettivo si poteva raggiungere bloccando i due dirigenti della Juve che avrebbero potuto mettere Andrea sull’altare, perché mai John avrebbe dovuto avere riguardo per Giraudo e Moggi, perché mai avrebbe dovuto “proteggere” la Juve e quindi anche quei due, perché mai avrebbe dovuto fare un autogol buttando all’aria le proprie ambizioni e le proprie prospettive mettendosi in gara col temibile e temuto cugino?
Moggi senza rendersene conto facilita le cose e dimostra di non conoscere questo “piano”. O forse prende atto di non avere le forze sufficienti e necessarie per contrastarlo. Subito dopo l’ultima partita di campionato, subito dopo l’ennesimo scudetto, il 14 maggio 2006 a Bari, si dimette da tutte le cariche nella Juventus, compresa la poltrona del consiglio di amministrazione. Lo fa “per evitare ulteriori imbarazzi, per lasciare libera la proprietà, per rispetto nei confronti della Juventus e dei suoi tifosi”.
Ora che ha capito come sono andate davvero le cose dice che non lo rifarebbe. Pensava che quel suo gesto avrebbe consentito agli avvocati di difendere meglio la società e di ottenere pene sportive meno severe. Ma, dopo aver visto quel che è successo, come la Juve è stata difesa, o meglio come la Juve ha dato indicazioni al proprio avvocato, Moggi è convinto che il suo sacrificio non sia servito a nulla: “L’atteggiamento dell’avvocato Zaccone lascia perplessi. Ma quando mai un difensore accetta e ammette tutte le colpe del suo assistito? Anche davanti a un cadavere ancora caldo, con l’arma del delitto in mano, c’è chi cerca di negare qualsiasi colpa. La proprietà della Juve no, ha ammesso tutto quello che veniva contestato dalla frettolosa giustizia sportiva senza sapere neppure cosa ammetteva. Ancora prima dei processi. Evidentemente la decisione di ammettere tutto era una linea condivisa. Forse qualcuno all’interno della famiglia temeva che ci potessimo impadronire della società? Forse temevano l’abilità finanziaria di Giraudo e il nostro ascendente verso milioni di tifosi?”.
“A volte ho l’impressione – dice Moggi - che una strana convergenza di interessi abbia favorito quello che è accaduto a me e alla Juventus. C’era qualcuno che vedeva di cattivo occhio i nostri successi, altri che temevano lo strapotere economico bianconero. Ma forse c’è anche qualcosa di più grosso e di importante. Io di finanza mi intendo poco, di Borsa ancora meno.
Fatico a capire certi meccanismi finanziari, ma una cosa è certa: dopo la morte del Dottor Umberto le cose e gli equilibri all’interno della famiglia Agnelli sono profondamente cambiati. Ho tanti difetti – prosegue Moggi – ma credo di avere il pregio dell’intuizione. Avevo intuito che non eravamo più graditi come prima, che i nostri successi venivano accolti con sorrisi a denti stretti. La Triade scelta dal Dottor Umberto per rifondare la Juve nel 1994 senza di lui, senza la sua protezione, è finita in un vortice. Giraudo, poi, aveva già gestito il Sestriere per conto del Dottore. Non era un manager qualsiasi, ma lo stratega finanziario della vedova donna Allegra Caracciolo e del figlio Andrea, eredi di Umberto Agnelli. Insomma una situazione complicata tra eredità, patrimoni finanziari, lotte di successione e di potere fra i due rami della Famiglia nelle quali non sono mai entrato, ma dalle quali ho sentito arrivare un forte vento contrario”.
Come sempre in questi frangenti, c’è anche chi unisce l’utile al dilettevole e approfitta della situazione. Luciano Moggi nel suo libro va al cuore del problema e parla di azioni, di soldi, di plusvalenze: “Secondo uno studio del “Sole-24Ore”, pubblicato anche nel libro “Inchiesta su Calciopoli” di Mario Pasta e Mario Sironi, due studiosi di economia e diritto, nei mesi immediatamente prima dello scandalo c’è stato un massiccio rastrellamento in Borsa delle azioni della Juventus con volumi di scambio dieci volte superiori rispetto alla media dei quattordici mesi precedenti. Mi hanno fatto notare – aggiunge Moggi – che a gennaio del 2006 le azioni bianconere erano quotate circa 1,30 euro, mentre proprio in quel periodo tra marzo, aprile e maggio, il valore è salito a 2,46: quasi raddoppiato.
Solo un caso? Una coincidenza? Il giallo qui diventa prettamente economico: le sto pensando veramente tutte”, osserva Moggi. E lancia un altro segnale riguardante l’Inter e Moratti, Telecom e Tronchetti Provera: “Se andiamo a mettere tutto sotto la lente d’ingrandimento, dietro i fascicoli, i pedinamenti e le intercettazioni illegali dell’affare Telecom ci sono anche persone dei servizi segreti finite in carcere.
Qui c’era in ballo un potere sportivo che si intersecava con il potere economico. C’erano personaggi da tenere sott’occhio. Attività da monitorare. Anche le cessioni di Vieira e Ibrahimovic all’Inter mi sono sembrate strane,. Affrettate. Quasi pilotate. Un giorno di luglio del 21006, non ricordo la data, ero sotto l’ombrellone sulla spiaggia di Follonica quando mi telefona il procuratore di Ibrahimovic per dirmi che aveva chiuso con il Milan. La Juve, però, voleva vendere il giocatore all’Inter a tutti i costi. Non sentiva ragioni. Forse per semplici motivi e strategie di mercato. Forse. Ma intanto io sono ancora qui a chiedermi: perché?”.
Col passare del tempo, di tanto in tanto emergono altri indizi significativi. Ad esempio c’è il presidente dell’Inter che rivela su Ibrahimovic e Vieira: “Non solo ci fecero un ottimo prezzo, ma ci ringraziarono di cuore…”. Forse era un gesto di riconoscenza per aver dato un “contributo” in dossier e intercettazioni utili a far fuori Giraudo e Moggi? E accade anche, all’improvviso, che nel dicembre 2007, il Presidente della FIFA (Fédération Internationale de Football Association), Joseph Blatter da Zurigo in un’intervista all’Agenzia Ansa rivela un particolare inedito su Calciopoli: “Credo sia ora passato abbastanza tempo per poterne parlare. Quando scoppiò lo scandalo, nel 2006, Luca di Montezemolo svolse un importantissimo ruolo di moderatore. E' in gran parte merito suo se la Juventus non si rivolse ai tribunali ordinari dopo le sanzioni conseguenti allo scandalo”. Ma che c’entra Montezemolo? In una intervista a “Panorama”, l’ex capo della security Telecom, Giuliano Tavaroli, racconta che “durante la “campagna elettorale” per la presidenza di Confindustria, si preoccupò di proteggere il candidato favorito, Luca Cordero di Montezemolo, da eventuali attacchi di un gruppo di industriali contrari alla sua elezione”. Ecco quali erano quali e quanto ”affettuosi” erano i rapporti tra Montezemolo e Tronchetti Provera e quanto probabilmente si sono riflessi anche nel mondo del calcio. Tutte coincidenze?”.
Il golpe dell’estate 2006 ha prodotto questi risultati:John Elkann ha calpestato calpestato il gentlemen agreement tra Gianni ed Umberto, ha allontanato la dirigenza della Juventus prima di ogni processo e sentenza, ha praticamente sottratto a suo cugino Andrea la possibilità di guidare la Juventus, ha messo sotto controllo il club affidandolo a un presidente, Giovanni Cobolli Gigli, definito dai tifosi “la più grande sciagura juventina dai tempi di Luca Cordero di Montezemolo”.
Lo stato d’animo di molti milioni di tifosi juventini è illustrato alla perfezione da Christian Rocca, appassionato juventino e giornalista de “Il Foglio”, che ha messo sotto tiro l’uomo scelto da John, Gabetti e Grande Stevens (oggi presidente onorario della Juventus): “C’è un presidente di una squadra di calcio italiana che non sa quanti scudetti abbiano vinto i suoi ragazzi e che non riesce a rispondere a una domanda semplice semplice. Questa: quanti campionati ha vinto la Juventus? Ventisette, ventotto o ventinove? (For the record: sono 27 per i frequentatori delle curve sud, 28 per l’Italia di mezzo, 29 per chiunque capisca di calcio).
Il presidente della Juventus invece non sa rispondere. Meglio, non vuole rispondere. Probabilmente, non può rispondere. Sui documenti ufficiali, compreso il sito della Juventus, ha fatto scrivere 27. Davanti alla sede ha fatto togliere la fioriera rossa che mostrava il numero “28”. Sul pullman di servizio, le stelline dei trofei sono due di meno. Nelle interviste, a volte dice 27, a volte spiega che sono 28. In altre occasioni si lamenta che nessuno gli restituirà mai quei due titoli scippati, una cosa ovvia non avendoli mai chiesti indietro. Stando al giornale di famiglia, “La Stampa”, Cobolli Gigli ha addirittura applaudito con convinzione quando gli è stato comunicato che la coppa dello scudetto che la Lega aveva consegnato alla Juventus nel 2006 era un falso, ché quella vera stavano per consegnarla a tavolino a Moratti. Era, insomma, dai tempi di Luca Cordero di Montezemolo che alla Juventus non capitava una sciagura come l’avvento di Giovanni Cobolli Gigli.
Christian Rocca prosegue: “Il presidente è un uomo elegante, certamente piacevole, gentile come pochi, quindi l’esatto contrario di quanto servirebbe a una squadra di calcio che al momento del suo arrivo aveva a disposizione la formazione più forte degli ultimi quindici anni, compresi nove tra campioni e vicecampioni del mondo più, a fare undici, il pallone d’oro Nedved e il migliore calciatore in circolazione, quell’Ibrahimovic che da solo ha vinto un paio di campionati cui dà importanza soltanto un giornale rosa che si trova sui banconi dei bar dello sport.
Quella squadra formidabile non c’è più. Cobolli l’ha smantellata. Da manager proveniente dalla grande distribuzione, ha distribuito due campioni al Real, due al Barcellona, due alla Fiorentina e due agli indossatori-di-scudetti-altrui, rafforzando tutti e indebolendo solo la società che rappresenta. Per un soffio, al simpaticissimo Cobolli, non è riuscito di vendere anche Buffon, Camoranesi e Trezeguet, ma per loro c’è ancora tempo.
Certo la Juve stava per essere retrocessa, ma il dramma di Cobolli è che la Juventus non è andata in B per le colpe della vecchia gestione Giraudo-Moggi, cioè di Umberto Agnelli, visto che le accuse da bar dello sport sono state rigettate sia nei processi sportivi sia in quelli penali (non c’è stata alcuna partita truccata, nessun sorteggio taroccato, nessuna ammonizione mirata e gli arbitri sono stati assolti). La Juventus è in B perché la sua proprietà, ramo Gianni Agnelli, ha deciso per motivi oscuri di non difendersi e di sbarazzarsi degli ingombranti uomini del ramo Umberto. Nessuno sarebbe riuscito meglio di Cobolli a farsi travolgere come ha saputo fare lui. La Juventus cobolliana ha chiesto di essere retrocessa, purché con forte penalizzazione e malgrado non ci fosse “uno straccio” di prova come aveva scritto la procura di Torino chiedendo l’archiviazione dell’indagine. Poi ha rinunciato al Tar e anche al Tas, infine a qualsiasi altro strumento anche simbolico per ribadire che la Juventus quei titoli li aveva vinti meritatamente sul campo. Cobolli quasi non c’entra, fa anche tenerezza, forse meriterebbe un premio, il suo problema è che vanta una credibilità pari al numero di scudetti vinti da Moratti”, conclude Christian Rocca.
I tifosi rimproverano a John molte cose: “Ha preso, o non ostacolato, decisioni e comportamenti a dir poco discutibili nella forma e nella sostanza. Oltre all’allontanamento preventivo della Triade, si è distinto per dichiarazioni altamente lesive della dignità e della passione dei tifosi, infangando, di fatto, il lavoro compiuto dalla dirigenza scelta personalmente da suo zio Umberto. Ha chinato il capo durante tutta la vicenda “Calciopoli”, evitando colpevolmente di spendere anche una sola frase di conforto per i tifosi affranti. Ha subito le pressioni di mezza Italia per rinunciare al ricorso al TAR, lasciandosi convincere da Montezemolo, che fu poi ringraziato pubblicamente dal presidente della FIFA, Blatter. Ha insediato ai posti di comando della società persone che sembrano inadeguate, dal punto di vista professionale e comportamentale, a reggere il blasone della Juventus, rallentando, di fatto, il ritorno all’eccellenza”.
I tifosi sono tutti per Andrea: “Il ragazzo, subito dopo “Calciopoli”, ha preferito accettare con stile le decisioni prese ai piani alti della IFIL. Una scelta dura per chi come lui – e come suo padre e sua madre, tifosissima - viveva e vive per quella maglia bianconera. Una scelta dettata dal ricordo dei toni moderati e dalla assoluta abnegazione che aveva appreso dal padre. Una scelta che però ha causato in lui e in sua madre, Donna Allegra Caracciolo, un profondo rincrescimento che tuttora li tiene lontani dallo stadio.
Donna Allegra nutre una passione sconfinata per i colori bianconeri, ha sofferto e sta soffrendo per la sorte della squadra e per le offese che hanno dovuto subire tutti i tifosi. Con Andrea fino a due anni fa frequentava assiduamente la squadra e i dirigenti, sia durante gli allenamenti sia allo stadio, dove non mancava praticamente mai. Chi è attento ai fatti juventini non può non aver notato che la figura carismatica ed elegante di Donna Allegra e quella sorridente e affabile di Andrea sono da troppo tempo assenti dal palcoscenico delle vicende bianconere.
Lo stile Agnelli impone che qualunque tipo di scelta o discussione, anche la più complicata, venga fatta lontano dai riflettori e salvaguardando prima di ogni altra cosa l’immagine della Famiglia. Non deve essere stato facile quindi per Andrea digerire l’allontanamento della Triade, al quale era legato non solo dal punto di vista umano, ma anche perché quei manager rappresentavano ancora una scelta di suo padre Umberto. Molti, specie tra i tifosi, si chiedono quali saranno le sue prossime mosse. Se rinuncerà definitivamente a salire sul ponte di comando per cui era stato già designato. Se un giorno parlerà raccontando ciò che è accaduto.
Ma anche la scelta del silenzio in questi anni ha fatto crescere nell’immaginario collettivo un caleidoscopio di ipotesi, congetture, scenari. Come quello che lo descrive pronto a diventare il Presidente di una Juventus al di fuori dall’orbita FIAT e IFIL”. I tifosi gli hanno scritto recentemente: “Noi che amiamo la Juventus in modo travolgente, come lei, siamo certi che si stia preparando per la Juventus un futuro emozionante. Ci piace quindi sperare che un giorno non lontano lei possa tornare a passeggiare sull’erba di un nuovo stadio, tenendo al suo fianco gli amici di suo padre, Giraudo e Moggi prima di tutti. E possa ammirare quelle maglie che hanno fatto la storia del calcio vibrare nella corsa dei campioni che le indossano. Ed esultare per quella terza stella che finalmente i nostri ragazzi ci avranno regalato
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